Anche la Sime viene sigillata

– A Sant’Ambrogio di Valpolicella – via Ponte, 128 – nel corso dell’operazione “Aemilia”, i Ros perquisiscono la sede legale (oggi abitazione privata) di Sime Costruzioni srl, società creata nell’aprile 2011 da Massimiliano Cordiomi e Salvatore Riillo (a nome dei fratelli Vertinelli?) per sottrarsi alle indagini e trasferirvi i subappalti delle aziende sequestrate. Veniva così mantenuta la disponibilità del patrimonio dell’azienda confiscata. Non solo: sono state perquisiti altre 11 aziende, 71 immobili, 22 autoveicoli e molteplici rapporti bancari e finanziari riconducibili ai Vertinelli, per un patrimonio superiore ai 30 milioni. I due fratelli, detenuti a Bologna per associazione mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, sono ritenuti emanazione imprenditoriale del sodalizio di matrice ‘ndranghetista attivo nel territorio emiliano con epicentro a Reggio Emilia, collegato alla cosca Grande Aracri di Cutro, ma capace di autonoma forza di intimidazione nel luogo dove opera.
Nel maggio 2015 amministratore unico di Sime diventa Daniele Bonaccio, ritenuto prestanome dei fratelli Vertinelli, che ha acquisito il 100% delle quote Sime. Durante la perquisizione nella sua abitazione, ha riferito agli inquirenti, che gli chiedevano conto di scritture contabili, di un ‘ufficetto’ a Montecchio Emilio, messo a disposizione dal figlio di Palmo: Antonio Vertinelli, dipendente Sime. Il Ros ha scoperto che Bonaccio ha come commercialista Gaetano Calabretta, professionista di fiducia di Palmo. Bonaccio è stato anche dipendente di Top Service, sempre di Palmo e di Edilizia Costruzioni. Nel gennaio 2015 Bonaccio ha ceduto la quota di Sime ed è stato assunto da Sime stessa, diventando, da proprietario, dipendente. La società è titolare di tre conti correnti della Cassa di Risparmio e Unicredit di Sant’Ambrogio di Valpolicella; vi risultano movimentazioni solo a partire dal giugno 2015, a fronte dell’accensione avvenuta nel precedente ottobre. Inoltre su un conto acceso a giugno in Unicredit risulta aver operato Palmo Vertinelli attraverso un bancomat. Su quel conto è stata accreditata una somma di 33.000 euro, poi transitata sul conto di Palmo Vertinelli. Abbastanza per far ritenere ai giudici che la Sime sia riconducibile ai Vertinelli e che i due risultino soci occulti di Sime. Dalle intercettazioni telefoniche emergono inoltre frequenti contatti con Riillo e Palmo Vertinelli. Tra i dipendenti di Sime risulta poi Vittorio Amabile, marito di una sorella di Palmo, già dipendente di una delle due società. Le perquisizioni nei confronti di Giuseppe Vertinelli hanno portato al rinvenimento di buste paga dei dipendenti Sime, documentazione contabile relativa a Sime, schede carburante intestate a Sime, un’Audi A8 intestata a Sime, dove c’erano effetti personali di Vertinelli.
I fratelli Vertinelli, nonostante i sequestri subiti tra gennaio e luglio 2015, hanno riavviato le proprie attività imprenditoriali intestando a ulteriori prestanome una nuova società.
Che il veronese sia scelta prediletta delle mafie viene da lontano. Lo raccontano i sequestri fatti a Nogarole Rocca e quelli a carico di Domenico Multari. Lo ha documentato il nostro blog “Progetto Verona” anni fa.
Nessuno può dire di non aver saputo.

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