Ogni volta che vado sulle Torricelle, il mio cuore si deprime: non è possibile che un ambiente potenzialmente così bello sia lasciato all’abbandono, tra sporcizia e brutture inaccettabili. Leggo “Percorso della salute”; lo percorro per qualche decina di metri; torno indietro amareggiato. Chi permette che si deturpi un ambiente che potrebbe essere affascinante? Spuntano alcune costruzioni, in particolare nell’ex “Tiro a segno”; sono coperte da arbusti e immondizie a non finire. Verona può permettersi tanta bruttura? Volto l’occhio e vedo residenze e ville; hanno richiesto interventi molto costosi; solo famiglie ricche possono permetterselo. Mi domando: “Per queste famiglie c’è la legge? La devono rispettare o per loro la scappatoia è comunque pronta?
Mi assale una serie di domande: “Giusto combattere il degrado attuale. Ma se si cambiassero le leggi e le norme che salvaguardano le nostre colline; se Regione e Comune fosse permissivi, cosa diventerebbero le Torricelle? Intervento dopo intervento; scorciatoia dopo scorciatoia, in alcuni decenni tutto quel territorio si coprirebbe di costruzioni. Già le ruspe abbondano. L’ho visto nitidamente guardando dai piani alti del Polo Confortini (ospedale di Borgo Trento): in collina abbondano gru e di ruspe. Se si permette una sola eccezione, cosa succederà?
Nessun cittadino veronese che le visita è contento dello stato delle nostre colline. E’ doveroso però che il loro utilizzo sia deciso alla luce del sole. Il PRG (piano regolatore generale) proposto alla seconda Amministrazione Sironi prevedeva sulle Torricelle più di 500 costruzioni, con un notevole giro di affari. I consiglieri, chiamati a votarlo, non ne sapevano nulla. E’ questo il male della nostra politica. In quel caso l’imbroglio è stato smascherato. Resta però il problema: la fiducia. C’è fiducia tra cittadini e Amministrazione? Se non c’è, come va recuperata? La storia insegna che, se si apre uno spiraglio sull’edificabilità di territori delicati, non ci si ferma più. Il percorso avviato dall’assessore Caleffi lascia poche speranze: neppure i consiglieri comunali (come accaduto più volte in passato) sono stati informati: hanno saputo dalla stampa il percorso avviato.
Si può tentare, a una condizione ferrea: che i cittadini veronesi siano informati pubblicamente e nel dettaglio del complesso delle proposte di innovazione in collina, escludendo ulteriori interventi. Possibile progetto:
– mettere insieme alcune centinaia di persone forti e motivate: alpini, tecnici di AMIA e del Comune, gruppi locali, associazioni ambientalistiche, Vigili del Fuoco, immigrati, cittadini, …; Continua a leggere