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Assalto al territorio ?

Elenchiamo alcune aree  in cui la variante prevede la possibilità di intervenire:

– zone di riuso in collina: ex tiro a segno e ampliamento del complesso Regina Pacis.

– raddoppio del supermercato Rossetto: nuovi 11.000 mq di commerciale. Domanda: come si affronterà l’incremento di traffico su corso Milano, una delle strade più trafficate della città? Anche i quartieri ovest vengono penalizzati dall’esplosione delle aree commerciali, come il raddoppio di Rossetto. E i piccoli negozi di quartiere? Soccombono.

– ex Tiberghien. Un intervento commerciale di 15.000 mq (nuova sede di Esselunga, negozi e residenziale) quali conseguenze avrà sulla viabilità a San Michele?

– Verona Sud (viale del Commercio e ex Autogerma) ospiterà 12.000 mq di commerciale in aggiunta a nuovi edifici, 5 nuovi centri commerciali, 3 grandi strutture di vendita, per circa 10.000 addetti, residenziale per 2.500 nuovi residenti. Erano già previsti circa 170.000 movimenti di veicoli motorizzati al giorno con punti serali di circa 19.000 veicoli. Necessari?

– Parco della Spianà. Doveva essere un grande parco pubblico. Si prevede il raddoppio dei permessi edificatori: dagli originari 3.500 mq a 8.200. L’area resta destinata ad impianti sportivi.

– Chievo. Vengono aggiunti 7.000 mq di residenziale a quelli previsti alle ex Officine Cardi.

– tra Montorio e Quinto si prevedono altri 13.000 mq di case.

– terreni agricoli diventano edificabili alla sacra Famiglia e a San Michele.

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L’iter amministrativo

Estate 2016. La Giunta approva la Variante urbanistica su tre temi delicati e importanti:

– il recupero di aree da riqualificare in ZAI. Interventi proposti: 61;

– centro storico. Interventi presentati: 41. Accolti: 9;

– Parco dell’Adige: si riutilizzano 3 strutture esistenti;

– Torricelle. Proposte presentate dai proprietari: 99. Accolte: 33. In grande maggioranza sono trasformazioni di edifici, usati come depositi di attrezzi o simili, in abitazioni;

– le grandi strutture di vendita, in base alla legge regionale, sono 15.

In totale le proposte pervenute in Comune e approvate sono 64: Sono un milione i mq della Variante 23, il cui carico urbanistico ha una superficie utile lorda di 1.093.169 mq, rispetto ai 1.369. 891 mq del P.I. vigente, quindi in calo.

Caleffi: “Non è stata verificata la legittimità delle costruzioni di cui si chiede una nuova destinazione. Nessuno ha chiesto di costruire un mq in più dell’esistente né nuovi annessi rustici. Lo spirito del Piano è stato compreso: lo considero un chiaro successo”.

Michele Bertucco, ironico: “Le 99 domande arrivate in Comune rappresentano uno straordinario successo politico dell’assessore che ha intercettato e coronato un fenomeno sconosciuto ai più: il ritorno alla terra di tanti nostri concittadini che nei decenni scorsi si erano reinventati agricoltori Continua a leggere

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Variante 23:Sussurri e grida

Massignan: “Il Piano prevede nuove costruzioni per circa 111.000 mc. Premia i furbetti che, fingendosi coltivatori, hanno costruito finti annessi rustici.

In positivo si recupera patrimonio abbandonato. Il Comune deve dare le linee guida strategiche; spesso però ragiona caso per caso, sulla base di proposte di privati. E’ la prima volta che ci si basa sul recupero dell’esistente e non sull’espansione della città, prevedendo anche la demolizione di edifici che deturpano il paesaggio, come i capannoni abbandonati, per ricostruirli con criteri riqualificanti”.

Giorgio Gabanizza: “La Variante continua a delegare a privati la gestione del territorio, invitandoli, con l’ennesimo avviso pubblico, a segnalare proposte da inserire nel nuovo piano, senza indicare in che modo si intende salvaguardare il territorio, in particolare in aree di pregio: collina, edifici di valenza storica e architettonica, centri storici e Parco dell’Adige”.

Ciro Maschio (Fratelli d’Italia – presidente della Commissione Urbanistica – oggi all’opposizione): Continua a leggere

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Gli interventi sulle Torricelle:pro e contro

Serpelloni (Ance – costruttori edili): “Riqualificare immobili darà impulso all’edilizia. Cambierà il volto delle colline (non solo delle Torricelle e del Parco dell’Adige) e della città. La Variante consente interventi non invasivi per il territorio. Accogliamo con favore l’apertura nei confronti di chi aveva proposto interventi ritenuti ammissibili, ma non inseriti nel Piano originario” .

Giovanni Montresor (ordine degli Ingegneri): “Tema di fondo: non consumare suolo e intervenire sull’esistente anche sulle Torricelle, a partire da aree ex industriali, edifici demaniali, strutture militari dismesse. Riconvertire gli annessi rustici è utile se fatto con giudizio. E’ un bene poter intervenire su corti rurali semi abbandonate, ma la nuova norma non deve diventare il modo per rimettere in gioco costruzioni recenti edificate con interventi speculativi ufficialmente per utilizzo agricolo, ma con l’intento di poterle poi riconvertire. Per evitare abusi, la norma deve prevedere interventi solo su fabbricati che hanno almeno una quindicina d’anni. In certi casi bisogna valutare la demolizione per gli ex capannoni per l’allevamento. Le strutture in stato di abbandono si possono riconvertire anche in sedi di associazioni di volontariato, che potrebbero farsi carico di sistemarle”.

Bertucco (PD): “La Variante premia i furbetti che, anni addietro, all’improvviso, si sono inventati per se stessi e più spesso per le mogli una carriera da imprenditori agricoli, così da poter edificare un annesso rustico: di fatto una nuova abitazione. Era quasi di moda fingersi imprenditori agricoli da parte di famiglie facoltose che al massimo coltivavano un vaso di gerani. Ora il Comune consente di sanare situazioni che non sarebbero state sanabili. Se il Comune consente ai furbetti di trasformare tutto in nuove case, premia quei comportamenti: le costruzioni di allora diventeranno abitazioni, ristoranti, agriturismi. Per chi gioca sul filo della legalità c’è sempre una scappatoia.  L’Amministrazione si muove nell’ambito del Piano degli Interventi. Nel 2011 furono tolti dal Piano triennale delle opere pubbliche lavori pubblici attesi dai quartieri, con la promessa che li avrebbero realizzati i privati che avevano aderito al P.I., sotto forma di opere compensative. Continua a leggere

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Il sindaco Tosi vuole approvare la Variante 23 prima della scadenza del suo mandato

Sindaco  Tosi: “Puntiamo al recupero e al riuso di edifici abbandonati nel parco dell’Adige e sulle Torricelle. Non è condono mascherato. Non si costruirà un mq in più di quanto esiste. Chi realizzerà un’opera pagherà il dovuto, che ripartiremo tra le circoscrizioni”.

Caleffi: “E’ una variante al P.I., votata in Consiglio comunale. In collina si potranno riqualificare edifici rustici in abbandono: il degrado è degrado e va evitato. Si potrà recuperare, risanare, riusare e riqualificare l’esistente; si limiterà al massimo il consumo di territorio e si impediranno future costruzioni. Sono interessati edifici rustici di almeno 90 mq, costruiti legalmente in collina e nel Parco dell’Adige, in aree fornite di opere di urbanizzazione, senza la necessità di nuove strade. Le costruzioni potranno essere riconvertite in abitazioni, ristoranti, agriturismo, strutture ricettive.

Il Parlamento sta approvando una legge per il riuso del suolo. La Regione va nella stessa direzione. E’ la filosofia della nostra proposta. Non possiamo permettere che le colline continuino a essere deturpate da edifici cadenti, orrendi e bloccati. Vogliamo migliorare il paesaggio consentendo, in casi ben definiti, di sistemare quegli edifici, migliorando il paesaggio della nostra collina.

A Verona le Torricelle sono un tabù. Continua a leggere

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Primi segnali di novità

Inizio 2016. Per aiutare i costruttori, il Comune consente a chi ha terreni edificabili e su di essi paga le tasse di renderli non edificabili, smettendo di pagare le tasse, con obbligo dei proprietari di curare il verde.

Serpelloni, (Presidente costruttori edili): “L’Assessore comincia bene il suo mandato. Finora un progetto presentato nel P.I. poteva essere ridotto di non più del 15%. Se un costruttore aveva chiesto di edificare su 100.000 metri e adesso è in grado di farlo su 50.000, perché ripartire da zero?”.

Caleffi: “I progetti del P.I. decadranno se entro il 13 marzo 2017 non saranno attuati”.

Altre scelte dell’Amministrazione creano sgomento. Un esempio: in Villa Modena – via Zamboni – scompare l’area verde. Il parco è quasi del tutto raso al suolo e la collina è scavata per far posto a ville residenziali. Residenti: “E’ assassinio del territorio. Natura e collina non si toccano. Le ruspe hanno sradicato e fatto a pezzi alberi di oltre 100 anni. Come si è potuto autorizzare questo obbrobrio? Perché, invece di continuare a costruire e a distruggere l’ambiente, non si portano a termine le case iniziate e mai finite?”.

La svolta

Maggio 2016. L’assessore Caleffi presenta la Variante al P.I.: la modifica è radicale. Sono interessate la collina, il Parco dell’Adige, la ZAI storica e il centro città. Continua a leggere

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Piano degli Interventi – Variante 23 – II

Il PAT (Piano di assetto del territorio, l’antico Piano Regolatore Generale) delinea le scelte strategiche del Comune per il governo del territorio. Il P.I. (Piano degli interventi) individua i singoli interventi, i servizi e le infrastrutture che attuano la programmazione urbanistica comunale.

L’Amministrazione Tosi rivede il PAT e approva il P.I. alla fine del 2011; individua, in città, 315 aree edificabili: 200 circa confermate dai proponenti e approvate dalla Giunta e 79 decadute per mancanza di interesse da parte dei proponenti: la crisi economica ha fatto decadere molti progetti. I privati potranno costruire, compensando la città con opere pubbliche come strade, parchi, piste ciclabili, scuole, palestre, … Obiettivi del Comune: incoraggiare iniziative imprenditoriali e avere soldi a disposizione per opere pubbliche.

Anno 2014. Il Comune chiede ai proponenti di confermare i progetti presentati. Risposte positive: 65. Sindaco Tosi: “Accoglieremo le richieste di modifica. Metteremo in moto molti cantieri privati in cambio della costruzione di opere pubbliche per la città”.

Anno 2015. Sindaco Tosi: “Lo stato di attuazione del P.I. è accettabile”. Continua a leggere

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Piano degli Interventi – Variante 23

Anno 2007. La neo Amministrazione Tosi modifica il PAT (piano di assetto del territorio) votato dall’Amministrazione Zanotto: sulle Torricelle cancella la linea rossa che vietava ogni costruzione. La questione riguarda Verona città bella e la tenuta del territorio. Per capire guardiamo Genova: anni fa, oltre le costruzioni, sullo sfondo, c’erano montagne verdi. Da anni non ci sono più. Il Comune ha consentito di edificare: abitazioni, alberghi e strutture ricettive. Conseguenze: il territorio è brutto, quasi completamente edificato e non più in grado di difendersi: è diventato franoso e viene devastato dagli agenti atmosferici. Ultimamente è accaduto più volte. Guai dimenticare!

Cosa succede a Verona?

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Costruire il più possibile. Perché ? Nota conclusiva di Tito Brunelli.

Perché abbiamo dedicato tanto spazio agli interventi di Comune di Verona, Provincia di Verona e Regione Veneto volti a facilitare l’edificazione e la cementificazione nei nostri territori?

Favorire in ogni modo il costruire sembrerebbe illogico, dal momento che di nuove abitazioni non c’è bisogno e che se ne possono recuperare tante invendute, sfitte, abbandonate o in stato di degrado. Invece, ovunque si ragioni di politica, si fa presente che il dovere delle Pubbliche Amministrazioni è quello di salvaguardare il territorio, che non va sprecato ma va valorizzato per il bene di tutti.

Se poi questa gara all’edificare si riscontra in tutta Italia, vien da chiedersi quali potenti forze puntino in questa direzione. Giusto e doveroso mantenere posti di lavoro, ma, se vogliamo vivere nella città bella, prima di occupare nuovo territorio, è doveroso recuperare aree ed edifici abbandonati.

“Report” e altre trasmissione televisive, da qualche tempo, aiutano a capire la realtà. Ci mostrano lo sviluppo apparentemente sconsiderato dell’edilizia, in particolare in Lombardia, in Liguria e in molte aree dell’Italia centro meridionale: non conta che si deturpi l’ambiente; che ci siano abitazioni, appartamenti e manufatti industriali vuoti. Conta è che i soldi girino e che quelli “sporchi”, legati alle mafie, siano riciclati ed entrino puliti nel circuito finanziario.

Guardando a Verona, un dato è certo: Regione, Provincia e Comune hanno bisogno di soldi e, cosa non nuova, vedono nei rapporti buoni e costanti con il mondo dell’edilizia una fonte privilegiata per portarne nelle casse pubbliche vuote: “Io, ente pubblico, ti permetto di costruire dove e come meglio credi e tu, associazione dei costruttori, mi dai i soldi che mi permettono, nelle attuali ristrettezze economiche, di realizzare opere pubbliche gradite ai cittadini e, di conseguenza all’Amministrazione”. E’ un convergere di interessi, in alcuni casi comprensibili. Ma quando questa diventa la normalità, ne soffrono la città e il territorio. Ecco perché quanto succede, in questi anni, a Verona e nel Veneto (ne abbiamo trattato negli articoli precedenti) è preoccupante: si torna alla edificazione selvaggia del dopoguerra: costruire per guadagnare. Al vivere bene, nel rispetto della dignità delle persone e delle famiglie, si penserà in seguito. Il rischio è l’edificare ad ogni costo, senza tener presente il dovere di curare la città e il bene dei suoi abitanti. Lo va ripetendo con chiarezza il sindaco Tosi, vantandosi addirittura delle sue scelte: scarseggiano i soldi; ne abbiamo bisogno ora; se per averli è inevitabile vendere uno spazio prezioso, sapendo che questa vendita blocca lo sviluppo armonico di un territorio, pazienza: “Ho bisogno di soldi”. Caso evidente è la vendita di uno spazio preziosissimo di fronte alla Fiera per fare l’ennesimo centro commerciale, sapendo che, con questa scelta, i grandi progetti sulla nuova città che ci si augurava crescesse a Verona Sud vanno in soffitta. Continua a leggere

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Ci sarà spazio per i centri commerciali?

Previsioni sui consumi. 

Novembre 2013. Consumi in calo anche nel 2014: un meno 0,2%, che segue il meno 2,4% del 2013 e il meno 4,2% nel 2012. In Veneto a soffrire maggiormente sono i 64.572 negozi al dettaglio, con un meno 2,2% che, come per tutto il Nord Est, è il dato peggiore in Italia (media meno 1,4% – il Sud: meno 1,3%. Novità: soffrono ipermercati (meno 0,4%), ingrosso (meno 375 unità), auto (meno 44 punti vendita), aziende di viaggio (meno 5%), ristorazione (meno 1%), editoria (meno 1,5%). Bene telecomunicazioni (+ 9%), trasporti (picco del 5% quelli aerei), grandi magazzini (+ 1,7%), supermercati (+ 1%), commercio ambulante (160 imprese in più dal 2000 al 2012. Totale: 10.608).

Riccardo Capitanio, presidente regionale giovani Confcommercio: “Per sopravvivere occorre il coraggio di cambiare, di rinnovarsi, di trasformarsi. Le politiche degli sconti e delle aperture domenicali non pagano. Per incentivare le vendite dobbiamo andare incontro alle esigenze dei consumatori, come: orario continuato, aiuto individualizzato, prenotare prodotti on line, spesa a domicilio, acquisto su appuntamento. Le nostre proiezioni prevedono un ritorno alla tradizione, al negozio di quartiere: il primo a sparire ma che tornerà specializzando l’esercizio, di alta qualità. Bisogna anche saper vendere, saper proporre, essere accattivanti. Oggi si preferisce pensare comodamente all’acquisto stando in poltrona”.

I televenditori in Veneto vanno alla grande: nonostante i costi, spuntano come funghi. Hanno successo soprattutto con le signore oltre i 50 anni, che acquistano di tutto.

Nota di Tito Brunelli.

Una sola riflessione. Prevedere un grande centro commerciale a Verona Est, vicinissimo a due già esistenti, altrettanto grandi, e 11 centri commerciali a Verona Sud, di cui tre enormi, è di per sé, per chi ragiona a base di buon senso, del tutto inconcepibile. Un’Amministrazione comunale che prevede tali interventi è colpevole di fronte alla città e ai cittadini, anche se, ma non è così, in altri settori avesse compiuto opere positive. Non lo possiamo permettere!

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