Concentrazione insensata di centri commerciali: scelte incomprensibili o logiche?
Riascoltiamo il segretario della CISL Castellani: “Per costruire rotonde e centri commerciali i soldi ci sono sempre. Per mettere in moto la ripresa non ci sono. Non è vero che l’Amministrazione e la politica non hanno strategie di sviluppo. Le hanno e le scelte sono precise: rinunciare al manifatturiero e investire su terziario e servizi, con la partecipazione dei privati. E’ via semplice: porta consenso immediato, ma non ha visione di prospettiva. O siamo così miopi da pensare che con commercio e servizi si possa superare la devastante crisi occupazionale? Per alcuni anni daremo lavoro alle imprese edili. Ma dopo? Solo il manifatturiero è via di uscita per creare sviluppo vero”.
Sono migliaia le case vuote, ma si continua a costruire. Perché? Dove si sono verificate scelte simili? Per opera di chi?
Il Polo finanziario appare morto, ma resta una grande sfida di trasformazione e innovazione per Verona, in un’area voluta produttiva, nel dopo guerra, da amministratori capaci. Oggi può mettere alla prova i nostri enti economici, divenuti grandi su obiettivi ardui, parecchie volte raggiunti. Perciò il Polo finanziario rimane una formidabile occasione, alla nostra portata, per la Verona di domani: una speranza in più per i nostri giovani.
La Fiera deve essere dinamica, attenta alle tendenze del mercato, altamente tecnologica, se vuole essere competitiva.
Polo finanziario e Fiera possono vivere vicini; anzi è un bene per entrambi: la loro prossimità può diventare un aiuto reciproco.
La crisi miete le sue vittime soprattutto nel centro cittadino, Continua a leggere
Costruire il più possibile. Perché ? Nota conclusiva di Tito Brunelli.
Perché abbiamo dedicato tanto spazio agli interventi di Comune di Verona, Provincia di Verona e Regione Veneto volti a facilitare l’edificazione e la cementificazione nei nostri territori?
Favorire in ogni modo il costruire sembrerebbe illogico, dal momento che di nuove abitazioni non c’è bisogno e che se ne possono recuperare tante invendute, sfitte, abbandonate o in stato di degrado. Invece, ovunque si ragioni di politica, si fa presente che il dovere delle Pubbliche Amministrazioni è quello di salvaguardare il territorio, che non va sprecato ma va valorizzato per il bene di tutti.
Se poi questa gara all’edificare si riscontra in tutta Italia, vien da chiedersi quali potenti forze puntino in questa direzione. Giusto e doveroso mantenere posti di lavoro, ma, se vogliamo vivere nella città bella, prima di occupare nuovo territorio, è doveroso recuperare aree ed edifici abbandonati.
“Report” e altre trasmissione televisive, da qualche tempo, aiutano a capire la realtà. Ci mostrano lo sviluppo apparentemente sconsiderato dell’edilizia, in particolare in Lombardia, in Liguria e in molte aree dell’Italia centro meridionale: non conta che si deturpi l’ambiente; che ci siano abitazioni, appartamenti e manufatti industriali vuoti. Conta è che i soldi girino e che quelli “sporchi”, legati alle mafie, siano riciclati ed entrino puliti nel circuito finanziario.
Guardando a Verona, un dato è certo: Regione, Provincia e Comune hanno bisogno di soldi e, cosa non nuova, vedono nei rapporti buoni e costanti con il mondo dell’edilizia una fonte privilegiata per portarne nelle casse pubbliche vuote: “Io, ente pubblico, ti permetto di costruire dove e come meglio credi e tu, associazione dei costruttori, mi dai i soldi che mi permettono, nelle attuali ristrettezze economiche, di realizzare opere pubbliche gradite ai cittadini e, di conseguenza all’Amministrazione”. E’ un convergere di interessi, in alcuni casi comprensibili. Ma quando questa diventa la normalità, ne soffrono la città e il territorio. Ecco perché quanto succede, in questi anni, a Verona e nel Veneto (ne abbiamo trattato negli articoli precedenti) è preoccupante: si torna alla edificazione selvaggia del dopoguerra: costruire per guadagnare. Al vivere bene, nel rispetto della dignità delle persone e delle famiglie, si penserà in seguito. Il rischio è l’edificare ad ogni costo, senza tener presente il dovere di curare la città e il bene dei suoi abitanti. Lo va ripetendo con chiarezza il sindaco Tosi, vantandosi addirittura delle sue scelte: scarseggiano i soldi; ne abbiamo bisogno ora; se per averli è inevitabile vendere uno spazio prezioso, sapendo che questa vendita blocca lo sviluppo armonico di un territorio, pazienza: “Ho bisogno di soldi”. Caso evidente è la vendita di uno spazio preziosissimo di fronte alla Fiera per fare l’ennesimo centro commerciale, sapendo che, con questa scelta, i grandi progetti sulla nuova città che ci si augurava crescesse a Verona Sud vanno in soffitta. Continua a leggere →
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