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Valutazioni di Tito Brunelli

Terza. C’è un futuro per l’Amministrazione Tosi?

Sul tema ci muoviamo con preoccupazione: è in questione il futuro della nostra città.
Negli ultimi anni abbiamo avuto molte occasioni di dire che il tempo di Flavio Tosi a Verona è finito e che la sua Amministrazione è in condizioni tali per cui non è in grado realizzare più nulla. Oggi ci chiediamo se esiste ancora l’Amministrazione Tosi.
La situazione è di fine impero: ‘amici’ sono diventati nemici; hanno abbandonano il ‘capo’; cercano altre collocazioni e nuovi capi. Il Sindaco resiste e commette molti sbagli. Avrebbe una fine migliore, a Verona, se decidesse di riconoscere che quello che poteva dare ha dato. Può tentare (difficile!) di percorrere altre strade, nella prospettiva di riemergere al momento opportuno.
Lo farà Flavio Tosi? Continua a leggere

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Valutazioni di Tito Brunelli

Prima. Due modi di concepire la politica 

Capita di parlare dello stato di Verona con persone valide che giudicano positivamente l’Amministrazione Tosi. Richieste di motivare tale giudizio, spesso non sanno dire neppure una realizzazione concreta dell’Amministrazione. Quasi sempre si arriva allo stesso punto: “Ricordate come era Verona ai tempi di Zanotto? C’erano immigrati e nomadi ovunque: avevano occupato la città”. Questo risulta l’unico motivo di apprezzamento nei confronti dell’Amministrazione Tosi, che ha concentrato l’attenzione dei cittadini su pochi (o solo uno) temi prioritari, affascinando l’opinione pubblica con le potenti armi di distrazione di massa, che hanno accompagnato i primi anni dell’Amministrazione.
Si parlava, e con enfasi, di ex Cartiere, con le due torri di vetro alte più di 100 metri (dove sono finite?); di ex Lux; di traforo; di filobus, … Continua a leggere

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Piccolo gambero

                         Se l’immobile fosse di privati ?

Nella città di Verona un’importante sede istituzionale è ai limiti dell’agibilità. Chi passa nei suoi pressi rischia che gli cada in testa materiale vario.

Alcune aule sono chiuse perché non agibili. E’ chiuso un locale di 5000 mq con affreschi di Nicola Giolfino, del 1540. Preoccupano crepe, allagamenti e infiltrazioni d’acqua; muffe e situazioni igieniche al limite; bagni che non funzionano; spogliatoi senza porte; finestre senza vetri. Particolarmente grave è la situazione dello spogliatoio della sezione motorizzata: senza porta e senza vetri alle finestre. Questa stanza viene usata anche come magazzino: chiunque può entrare. Fatiscenti sono la facciata e il tetto di 500 anni. Nel soffitto si notano rigonfiamenti. Tempo fa, per le forti piogge, sono saltate alcune tegole del tetto e si è allagata la cantina che serviva da archivio.

Dicembre 2013. Ingresso principale inagibile. Si entra dal cancello. “Colpa delle piogge e della vetustà della struttura”. Si sono staccati intonaci, tufo, malta e calcinacci. Arrivano i pompieri, che rimuovono le parti pericolanti della facciata. Le impalcature ormai sono uno stabile arredo.

Domanda. Se l’immobile descritto fosse la sede di una azienda privata cosa succederebbe? Continuerebbe a operare? Come si comporterebbe il Comune? Continua a leggere

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Verona Sud viene venduta per far cassa

 Partito Democratico. “Per l’Amministrazione Tosi, per anni, i parcheggi sono stati priorità assoluta, per la Fiera: di fronte a essa, non si poteva realizzare altro. Adesso si spazza via proprio l’area di sosta più vicina ai padiglioni e comoda per collegarsi al centro città. ”.

Bertucco (P.D.): “L’urbanistica è sotto dettatura di privati”.

Vito Giacino, fino alla metà del 2013 ha ripetutamente affermato: “Non siamo mai stati contrari all’idea del Polo finanziario. La giunta Zanotto fece un tragico errore: lo collocò nell’unico punto della città dove non poteva sorgere, se non a prezzo di un conflitto con gli interessi della Fiera”. Dopo pochi mesi il dire di Giacino cambia completamente: “Di fronte alla Fiera sorgerà un supermercato alimentare. In tempo di crisi, valorizziamo un’area di 8.500 mq, a favore del Comune: i soldi incassati diventeranno ‘nostri’, permettendoci di realizzare il piano parcheggi per la Fiera e di rispondere a esigenze di città e Fiera. Rendere l’area commerciale è indispensabile per fare cassa e investire in opere. E’ occasione di sviluppo e di riqualificazione”.

Svolta storica. Perché? Un supermercato alimentare davanti alla Fiera segna una linea di demarcazione tra un prima e un dopo nella pianificazione della zona. Continua a leggere

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Il sindaco Tosi smentisce scelte amministrative per cui si è battuto per anni

Per far soldi va tutto bene

Anno 2003. L’Amministrazione Zanotto destina come sede del Polo finanziario veronese un’area di circa 60.000 mq, di fronte alla Fiera: l’ex Mercato ortofrutticolo.

Anno 2007. L’Amministrazione Tosi cancella il Polo finanziario e destina l’area a parcheggio, per la Fiera: l’Amministrazione fa ciò che serve alla Fiera.

Novembre 2013. L’Amministrazione Tosi vende la stessa area a Esselunga, che vi insedierà un grande supermercato. Si toglie spazio alla Fiera e si perdono 1000 posti auto.

Protesta perfino Paolo Arena, presidente di Confcommercio, uno dei pupilli di Tosi: “Occorre una strategia complessiva di sviluppo che eviti concentrazioni commerciali in alcune zone della città. Un centro commerciale davanti alla Fiera? Questo sarebbe lo sviluppo di Verona Sud? Le attività commerciali devono nascere per esigenze di mercato. Un grande supermercato davanti alla Fiera non risponde a tali logiche e crea problemi senza assicurare valore aggiunto al sistema Verona”.

Daniele Polato (allora PdL): Continua a leggere

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Come valutare l’Amministrazione Tosi

 Per valutare l’Amministrazione Tosi e capire su quali obiettivi si è mossa, è decisivo rileggere le scelte che, dal 2007 alla metà del 2013, l’hanno qualificata; scelte smentite in questi ultimi mesi, in base a una sola motivazione: avere a disposizione tanti soldi, da spendere subito: non per puntare a Verona bella, ma per realizzare qualcosa ora, in fretta. Esempio: di fronte alla Fiera ci sarà Esselunga non perché sta bene lì, ma perché il proprietario di quel supermercato ha dato al Comune tanti soldi. Se li avesse dati un’azienda di gelati, il Comune avrebbe venduto a questa. Secondo quale scelta urbanistica? Nessuna. La decisione dipende dai soldi che il Comune incamera. E’ tempo che valutiamo le gravi conseguenze di scelte di questo tipo, che diventano costruzioni e giro di soldi.

 

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Le critiche dell’opposizione

Bertucco (PD): “A Verona Sud ci sarà un’enorme colata di cemento, senza un disegno urbanistico: un’accozzaglia di interventi e otto nuovi insediamenti commerciali metteranno in difficoltà i quartieri. All’ex scalo merci Sindaco e Ferrovie avrebbero dovuto realizzare il parco cittadino. Si sono preoccupati solo di creare un parcheggio da migliaia di auto per la Fiera, difficile da raggiungere per chi arriva da sud”. Con gli insediamenti previsti Borgo Roma, Golosine e Santa Lucia rischiano di essere meno vivibili, più intasati, con meno verde.

Valdegamberi: “Casali tenga conto che chi amministra la cosa pubblica ha il dovere di sostenere occupazione e sviluppo economico, senza creare difficoltà ad attività esistenti: l’apertura di supermercati ha effetti negativi sulle attività commerciali familiari. Se arriva Ikea i problemi per le nostre imprese artigianali saranno rilevanti”.

Fogliardi: “Tosi gioisce per l’incasso, ma il modello di sviluppo che dà a Verona non è lungimirante: avremo Fiera ed Esselunga a pochi passi dall’Arena. Resta il rimpianto per quello che poteva essere il Polo finanziario della città; sarà invece l’ennesima superficie commerciale. Temo che il nuovo assetto dell’area darà il colpo di grazia a tanti commercianti anche del centro storico, togliendo vita alla città antica, che diventa museo a cielo aperto per soli turisti”.

Massignan (Italia Nostra): “Leggo l’ottimismo di Casali che parla di “tasselli di un grande progetto” e promette che Verona Sud sarà una business-city. Continua a leggere

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Anche se abbagliati da tanti luccichii, ricordiamo e confrontiamo

Fine anno 2013. Il vicesindaco e allora assessore all’Urbanistica Stefano Casali dichiara che “Verona Sud sarà la zona del rilancio economico cittadino, con miglioramento della vita degli abitanti”. Oltre a quelli sopra elencati sono previsti i seguenti interventi:

– casello autostradale. Viene abbandonata la costosa idea del ribaltamento del casello. La Giunta punta al doppio casello:

– per chi arriva da Venezia resta l’attuale casello di Verona Sud con svincolo verso la Genovesa;

– per chi arriva da Milano e da Autobrennero un nuovo mini casello convoglierà il traffico verso il parcheggio scambiatore della Genovesa, che è anche capolinea sud del filobus. Sono disponibili i nove milioni forniti da Cariverona in seguito all’accordo sull’utilizzo degli ex Magazzini Generali. Resta il nodo della viabilità circostante.

Sono previsti un grande svincolo dalla Tangenziale Sud verso via Morgagni e una variante della Statale 12, che sarà in parte realizzata dal progetto Ikea.

filobus: capolinea a Verona Sud, utile per arrivare alla Fiera, in stazione e in centro.

– gli enormi spazi di fronte alla Fiera. Guardando dalla Fiera stessa: Continua a leggere

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Domanda. Esiste a Verona una programmazione urbanistica?

Quali progetti, quale visione della città emerge dalle scelte del Sindaco,

dell’Assessore all’Urbanistica, dell’Amministrazione ?

Per capire, torniamo a pochi mesi fa: al Natale 2013.

Allora Verona come pensava il futuro della sua area sud?

Dal 2009 l’Amministrazione Tosi dà come certo il Polo culturale, con Auditorium, nell’ex cella frigorifera, agli ex Magazzini generali, passati di proprietà dal Comune a Cariverona, per 15 milioni, nel 2004. Si prevedevano 5 anni per i lavori e un investimento di Cariverona di 33 milioni. Sembrava la scelta definitiva per riqualificazione la Verona Sud che cambia: una grande sfida, senza grandi colate di cemento.

A chi ha a cuore il futuro di Verona interessa cogliere se l’Amministrazione Tosi ha l’idea chiara dello sviluppo complessivo della città.

Verifichiamo dati e scelte annunciati dall’Amministrazione al settembre 2013:

– ex Magazzini Generali. Dovevano ospitare un Auditorium nell’ex ghiacciaia, in un progetto di Polo culturale, musicale ed espositivo di livello europeo; la sede dell’USSL 20; la sede regionale di Unicredit (entro il 2015), come testa dell’operatività nel Triveneto; l’Archivio di Stato; la cittadella degli Ordini professionali di architetti, consulenti del lavoro, commercialisti, ingegneri. Continua a leggere

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A volte il luccichio abbaglia

…………… e impedisce di vedere l’essenziale.

Ascoltiamo con animo libero una voce che ci aiuta a riflettere. Parla dell’abbandono, deciso da tre persone (Tosi, Biasi, Farinetti) in mezz’ora, di un progetto che Verona attende da decenni:

il Polo culturale, incentrato sull’Auditorium

(da alcune note di Sergio Noto, pubblicate su “Il Corriere di Verona” il 16-3-14 e il 13-4-14)

I Magazzini Generali, operativi dal 1927, considerati la porta d’Europa, consentivano (prima era impossibile) il commercio a vasto raggio anche di prodotti ortofrutticoli. Fu un grande passo per la città: opera di una classe dirigente lungimirante. Accadeva fino a pochi decenni or sono, quando Verona pensava in grande e realizzava progetti in grado di metterla in competizione con il resto d’Europa. Ora tutto è finito. L’area sarà destinata ad attività commerciali, oggi di grande successo, ma forse non in grado di durare più di un decennio.

Il progetto dell’Amministrazione Zanotto in quell’area prevedeva:

–  un Auditorium da 2.000 posti

–  un Polo culturale a un passo dal centro città

–  la ristrutturazione dell’ex cella frigorifera.

Si dichiaravano soddisfatti il progettista Mario Botta, il sindaco Tosi, il vice Giacino e la città: finalmente si interveniva, in una zona importante di Verona, senza ricorrere ai soliti supermercati. La trasformazione della stazione frigorifera in Auditorium rappresentava il cuore di una “Città della cultura e della musica”, alla quale affiancare Archivio di Stato, USSL 20 e ordini professionali. L’ex centro economico all’avanguardia sarebbe diventato polo di aggregazione nell’ottica di una offerta turistico culturale di alto livello.

Improvvisamente: contrordine. Gli stessi che elogiavano gli investimenti per la cultura a Verona comunicano la novità, senza lasciarci il tempo per abituarci. Sia chiaro: ben venga Farinetti. E’ una bella notizia. Ma il punto è un altro.

Come è possibile che, senza discussione, senza segnali premonitori, Cariverona e Comune rovescino una decisione così importante? Come si spiega un cambio di programma così radicale, che cancella un’opera che Verona attende da anni? Possibile che non si sia sentito il bisogno di coinvolgere la cittadinanza e si sia preferito metterla di fronte al fatto compiuto?

L’Auditorium era un sogno di molti decenni. Verona manca di un luogo qualificato, di medio alto livello, in cui fare musica. Ha un ente lirico zoppo nei bilanci e nei programmi; in estate ha il più grande anfiteatro del mondo; ma in inverno? Ha bisogno di un luogo che

– permetta all’orchestra dell’Arena di suonare 12 mesi all’anno, per raggiungere i livelli qualitativi che spesso si traducono in maggiori entrate;

– consenta di sgravare il bilancio dell’Arena dai costi di affitto del Teatro Filarmonico;

– permetta di organizzare un cartellone di manifestazioni oltre i mesi estivi;

– metta a posto i conti, aumentando la qualità e l’offerta anziché ridurle.

Non vorremmo che sotto ci sia una visione di fondo modello Tremonti: “Con la cultura non si mangia”. Dispiacerebbe che il cambio di rotta si collocasse in una serie di avvenimenti recenti: il rallentamento dei progetti Arsenale-Castel San Pietro, l’inserimento di un ristorante nel Museo d’Arte Moderna e l’uso dell’Arena per ogni tipo di spettacolo.

Verona e il Veneto meritano di più. E’ doverosa una maggiore attenzione nel disporre del denaro pubblico (di Cariverona). Per Farinetti si può trovare un posto degno: sarà felice di non frapporre ostacoli allo sviluppo di progetti culturali a Verona. Ogni decisione dovrebbe essere ridiscussa con la cittadinanza. E’ chiedere troppo attendersi che Sindaco e Cariverona mantengano la parola data?

Se i cittadini veronesi preferiscono che il denaro pubblico sia utilizzato per attirare Farinetti anziché per un Auditorium indispensabile alla vocazione della città è giusto che sia così. Se alla dirigenza della Fondazione Arena non interessa disporre di una sala da concerti di livello europeo pazienza; ne riparleremo al momento di vedere i bilanci. Resta il dubbio che, se potessero esprimersi, i nostri concittadini non siano d’accordo sul nuovo progetto. Forse la maggior parte dei veronesi non è rassegnata a pensare in piccolo, a non concepire progetti di vasto respiro, a preferire le botteghe alle sale da concerto. Non crediamo che i Veronesi oggi siano meno europei di quelli che più di 80 anni fa realizzarono la cupola di Beccherle. Molti negli ultimi anni hanno desiderato più intraprendenza e lungimiranza da parte di politici e dirigenti. Non pochi vorrebbero riportare Verona dove merita: lontano dalle piccolezze locali, fuori dagli scandali e dalle miserie di politici con poca cultura. L’Auditorium forse era un passo verso l’Europa.

 

 

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