Archivi categoria: Questione sicurezza

Dati della delinquenza a Verona, nel Veneto, in Italia

Dicembre 2012. Il Procuratore Schinaia presenta i dati della delinquenza a Verona.

Calano

– i delitti contro la pubblica amministrazione: 1.146 contro i 1.702 nel 2011 e i 1.448 nel 2010.

– quelli di peculato: da 24 nel 2011 a 14 nel 2012.

– quelli di concussione: da 25 a 15.

– le rapine: da 470 a 449.

– i reati di usura: da 93 a 47.

– i reati tributari: da 830 a 773.

– i reati di stalking (segnano significativi picchi di pericolosità): da 176 a 170.

– gli omicidi colposi correlati alla violazione del codice della strada:da 57 nel 2011 a 41 nel 2012.

– i delitti contro la libertà sessuale: da 207 a 159.

– gli omicidi volontari:da 15 a 9 (14 quelli tentati).

– gli accessi abusivi a sistemi informatici: da 53 a 45.

– i reati in materia di inquinamento: da 781 a 700;

– i reati in materia di rifiuti: da1.489 a 1.314.

Aumentano

– i reati di corruzione: da 23 nel 2011 a 46 del 2012.

– i furti: da 28.796 a 29.641.

– i furti in abitazione: da 209 a 367. Continua a leggere

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E’ possibile una società sicura?

 Nota di Tito Brunelli

Di fronte ai problemi della convivenza tra le due città (quella dei ‘normali’ e quella degli ‘sbandati’) siamo tutti disarmati: non sappiamo cosa fare né come eliminare il diffuso degrado.

Traballano e si dimostrano impotenti le proposte di cui si parla. Le elenchiamo:

– aumentare i presidi delle Forze dell’ordine; l’intervento dell’esercito; le pattuglie miste (polizia ed esercito), le ronde (ricordiamo?);

– leggi severe che prevedano di cacciare dalla città stranieri e italiani indesiderati;

– una maggiore illuminazione e simili.

Nel 2007 Flavio Tosi ha vinto le elezioni, presentando ai Veronesi varie modalità di repressione, l’abbattimento delle ex Cartiere e dei campi nomadi, in modo che non fossero più rifugio di chi delinque e si nasconde.

Per inciso, faccio presente che, all’inizio della prima Amministrazione Tosi, le ex Cartiere erano libere dalle centinaia di stranieri che prima le abitavano. La città si dovrebbe chiedere perché se ne sono andati spontaneamente e a quali condizioni. Sono disponibile a parlarne, per la mia parte.

Dopo cinque anni e mezzo della “cura Tosi” si può dare un giudizio: come stanno le cose? Continua a leggere

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Per affrontare il problema sicurezza si deve puntare su altro

Ma chi se ne rende conto e compie le scelte conseguenti?

Il fatto è che c’è una seconda città, che vive in parchi, strade secondarie, portici, androni. Chi vive e popola questa città forma una comunità a parte. Si tratta di persone sconfitte dalla vita; di barboni, tossicodipendenti, alcolizzati, nomadi; di delinquenti comuni e organizzati.

Il degrado che rende ‘diversa’ questa seconda città induce molti a evitarla, soprattutto quando scende il buio. “Queste persone, spesso senza tetto, sono nella ‘loro’ città tutti i giorni, in numero variabile. I parchi sono la loro casa. I problemi tra le due città iniziano quando queste persone bevono troppo e diventano irascibili. “Capita di vedermeli entrare in negozio urlanti e arrabbiati. E io li spingo fuori. Non voglio che importunino i miei clienti. Paura? Anche. Però mi infastidisce di più lavorare nel degrado: fanno i loro bisogni dove capita; nei vicoli attorno c’è odore di latrina; ci si ritrova lo sporco a ridosso del negozio. Ci si sente circondati. Il giardino è a settori: a sinistra i nomadi; a destra i tossici; in quell’angolo gli ubriachi. Sopportiamo quotidianamente piccoli furti, senza sporgere denuncia. Ma se si comincia con le rapine, allora non ci stiamo più”. Continua a leggere

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Sicurezza. Si corre ai ripari. E la prevenzione tosiana?

6 dicembre 2012. Il dicembre 2012 segnala molte ruberie: dai borseggi ai furti in appartamento e a danno di commercianti. Crescono la piccola criminalità e le denunce per usura. Si ruba per vivere. Per la prima volta dopo molti anni, il Procuratore generale del Veneto chiama a raccolta prefetti, questori, comandanti dei carabinieri e della finanza per studiare le contromosse a una offensiva della piccola criminalità che non ha precedenti. La lotta ai topi di appartamento non ha portato i risultati sperati. Preoccupano le modalità: ad agire spesso non sono professionisti del crimine, ma delinquenti improvvisati, che possono reagire con aggressività. La soluzione è solo una: aumentare la sorveglianza del territorio con uomini e mezzi adeguati. Continua a leggere

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Non si tratta solo di Pradaval e di altre zone di degrado.

La questione sicurezza investe tutti noi

E’ questione ampia e pericolosa. Ciò che più appare e preoccupa la gente comune è l’aumento di furti e di rapine nelle abitazioni. Si tratta per la maggior parte di sottrazione di beni di scarso valore, come biciclette e generi alimentari, compiute in garage e cantine.

Di fronte ai dati allarmanti, il sindaco Tosi critica duramente la legge italiana del settore: “Colpevoli dei furti sono spesso stranieri. Se arrestati non si possono spedire al loro Paese. E’ inaccettabile che la legge non consenta di allontanare definitivamente chi delinque: non permette al rappresentante delle Forze dell’ordine di allontanare una persona da un luogo, anche se crea disagi ad altri. Occorre cambiarla. Ed è necessario impiegare l’esercito per controllare il territorio; contrastare furti, rapine e violenza; garantire sicurezza”. Il sindaco sposa perciò l’interrogazione al Ministro degli Interni di Alessandro Montagnoli, sindaco leghista di Oppeano, e di altri Sindaci che chiede misure speciali, come l’impiego di militari, per contrastare l’emergenza furti e garantire sicurezza. “Le polemiche di opposizione e sindacati di polizia sono strumentali. E’ nostro compito provvedere alla sicurezza. Pattuglie per il controllo contrastano il fenomeno. Se hanno altre soluzioni le dicano”.

Il Sindaco annuncia un’ordinanza per chiudere al passaggio la galleria, di proprietà privata, dell’ex cinema Ciak, che collega via XX Settembre a via Cantarane “per evitare situazioni problematiche”.

Risposta polemica del P.D.: fallita la propaganda tosiana, riemergono il degrado e la Verona delle aggressioni, delle sparatorie, dei furti. Paghiamo a caro prezzo il risveglio dal fallimento del metodo Tosi: Continua a leggere

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Interventi effettuati a Pradaval, senza successo

Daniela Drudi (lista Tosi), presidente della Circoscrizione “Centro storico”: “Le abbiamo provate tutte, ma la situazione non è cambiata; anzi, negli ultimi mesi, è peggiorata: brutto biglietto da visita per la città e per i turisti:

– abbiamo collocato bacheche e dato vita a esposizioni e iniziative culturali, per presidiare la zona;

– abbiamo sistemato i giardini e creato nuovi arredi.

La soluzione possibile è far vivere la piazza e creare un presidio di controllo per tutto il giorno.

Penso a un progetto pilota a Pradaval (se funziona si potrà esportare): un migliore impianto di illuminazione e un presidio permanente di vigilanza”. Continua a leggere

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Paura a Pradaval. Chi garantisce sicurezza?

Novembre 2012. Nei giardini di Pradaval, a 200 metri da piazza Bra, sostano gli spacciatori. I carabinieri arrestano alcuni fornitori di droga, da vendere presso le scuole Betteloni, all’ex zoo e in zona università. Allarmano anche degrado, scarsa sicurezza e mancato ordine pubblico. Oltre ai drogati ogni giorno bivaccano in piazza, da mattina a sera, senza dimora e alcolizzati che rendono i giardini una delle zone meno sicure della città. Gli stessi chiedono l’elemosina davanti alla chiesa di San Luca. Commercianti e residenti denunciano la situazione insostenibile. Sono tre gruppi: una decina di tossici, una quindicina di rom e alcuni romeni, che bevono, si drogano, defecano in pubblico e litigano tra loro. Meglio non attraversare i giardini di sera: qualche ubriaco aggredisce, ad esempio lanciando lattine. Sono poco produttivi i presidi di poche ore delle forze dell’ordine: occorre allungare il controllo.

“Abbiamo paura, assediati da alcolisti e tossicomani. Quando litigano, speriamo che succeda qualcosa di grave; così per un po’ i controlli aumentano. Chi ci amministra sottovaluta il problema; chi ha il potere di cambiare la situazione deve sbrigarsi o, prima o poi, qualcuno si farà giustizia da solo davanti alle ripetute provocazioni e intimidazioni di questi sbandati. Si può cominciare migliorando l’illuminazione dei giardini”.

* Ai primi di dicembre il titolare del chiosco dei fiori in Pradaval è stato derubato dell’incasso della giornata (circa 300 euro). Ma la sequenza della criminalità è lunga.

Non solo Pradaval. Lamentele sull’ordine pubblico e sul degrado arrivano da

– via Mantovana (Santa Lucia): “Non se ne può più. Sembra una giungla – Se mi fermo in negozio oltre le 20 chiedo ad amici di accompagnarmi – Girano facce strane – Ho paura”. In ottobre c’è stata una sparatoria. Continua a leggere

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Passa il disegno di legge sulla sicurezza (6)

Documentazione. Così va la politica.

Metà marzo. Arriva in Parlamento il disegno di legge sulla sicurezza, con il “sì” alle ronde e l’obbligo per medici e insegnanti di denunciare gli immigrati clandestini. Un ammutinamento (capeggiato da Alessandra Mussolini) di 101 parlamentari del PdL (su un totale di 146 a Palazzo Madama-Senato) crea imbarazzo. Le firme sono per due terzi di A.N. e per un terzo di F.I. . Continua a leggere

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Passa il disegno di legge sulla sicurezza (5)

carabinieri

E) E’ tempo che al centro dell’attenzione – invece di ronde, camionette militari che circolano, scippi, piccola delinquenza – ci sia la criminalità organizzata e imperante, che si diffonde.

E’ tempo che la si finisca di strombazzare la tolleranza zero sugli ubriachi e sugli incidenti, anche gravi, del sabato sera e che contemporaneamente si riducano gli stanziamento per l’acquisto degli etilometri, necessari per verificare se una persona ha bevuto alcol e in quale quantità. Continua a leggere

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Passa il disegno di legge sulla sicurezza (4)

C) A questo punto ci si deve proprio chiedere se la sicurezza sia la reale centralità della maggioranza Berlusconi-Bossi. Oggi più che di sicurezza reale si parla di percezione di sicurezza: vuole dire qualcosa. La politica del governo, in tutti i settori di impegno, privilegia l’apparenza: il vendere. Conta poco la verità. Conta poco il risultato concreto. Cosa conta risolvere i problemi se questo crea inimicizie e allontana alcuni cittadini? Conta che la gente abbia l’impressione che qualcosa si fa e che lo si possa propagandare. Continua a leggere

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