Archivi del mese: settembre 2008

Girondini sovrintendente

Valutazioni della Maggioranza :

– Raffaele Bazzoni (F.I.): “La nomina non segna assolutamente un rilancio per la Fondazione. E’ il tosicentrismo nelle nomine: una politica basata sulla ‘familiarità’: rischia di sprecare numerose potenzialità”;

– Cinzia Bonfrisco (F.I.): “Sono perplessa e sconcertata. E’ un perito agrario, posto in quella posizione per ‘meriti politici’. Il Sindaco si assuma le proprie responsabilità. Sono scelte di piccolo cortile, che nulla hanno a che fare con la professionalità e la qualità e ignorano gli scenari internazionali. Non ci sono le qualifiche e i fondamenti culturali sufficienti per reggere la competizione con i teatri del mondo”;

– Alberto Giorgetti (A.N.) allarga le braccia: “Non ho elementi per affermare che sia scelta azzeccata. Il Sindaco ha deciso in assoluta autonomia”;

– Pier Alfonso Fratta Pasini (F.I.): “Il metodo lascia a desiderare”;

– La scelta non è piaciuta né nel merito né nel metodo. Galan, Pianetta, Brancher, Giorgetti, Bonfrisco sono perplessi: “Non c’è visione corretta su come deve essere gestita la Fondazione”. Continua a leggere

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Proviamo a immaginare Verona senza l’Arena

PROVIAMO A IMMAGINARE VERONA SENZA L’ARENA E SENZA LA STAGIONE LIRICA: IMPOSSIBILE!
NE VA DI MEZZO IL FUTURO DI VERONA
C’E’ UNA PROSPETTIVA PER “FONDAZIONE ARENA”?

Siamo di fronte alla principale risorsa artistica, culturale, turistica ed economica della città: unica impresa veronese che garantisce 700 milioni all’anno per il nostro terziario.

Soci fondatori di “Fondazione Arena” sono lo Stato, la Regione Veneto, il Comune di Verona, l’Accademia Filarmonica, il Banco Popolare, la Camera di Commercio, la Fondazione Cariverona.

MEDIOCRI E INCOMPETENTI AL POTERE

Il sindaco Flavio Tosi ha voluto come Sovrintendente della Fondazione il suo amico Francesco Girondini e ha nominato nel Consiglio di Amministrazione persone a lui fedeli: Luigi Pisa, noto a Verona non certo per le sue competenze, e Paolo Arena: rappresentante di Camera di Commercio. Stabilisce così il governo forte del Sindaco anche in Fondazione Arena. Continua a leggere

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Settembre, ripartiamo

Settembre, ripartiamo.

Trovate una lunga storia che riguarda la cultura veronese e, in particolare, Fondazione Arena.

Leggetela a puntate.

Avrete il quadro di una situazione ingarbugliata, che non ammette ulteriori errori.

Nei mesi scorsi sono state molte le persone entrate nel nostro Blog. Anche in luglio hanno superato le 1300 e settembre supererà le 2000. Questi dati ci spingono a continuare in un impegno che richiede molto tempo, incontri ed energie.
Aspettiamo vostri commenti.

Grazie a tutti.

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Verona Mercato

E’ società che si regge sulla partecipazione e sulle quote del Comune (75,16%), di Camera di Commercio (8,37%), di quattro banche (10,89%), di operatori (5,35%). I dipendenti sono 27. Il CdA è di 9 membri. L’azienda smista soprattutto frutta e verdura provenienti da tutta Italia e dall’estero, dirette al mercato interno e internazionale.

La passata gestione (presidente Gianni Dal Moro) ha affrontato, con discreti risultati, i problemi legati al trasferimento della sede e alla gestione della ripartenza.

Il nuovo presidente è Riccardo Caccia (F.I.). Collaborano Gianni Frasca (A.N.), Annunciato Maccini (lista Tosi), Marco Marrapese (Lega), Gianluca Mirandola (U.D.C.), Alessandro Bandiera (P.D.), Damiano Berzacola (Camera di Commercio) e Roberto Manara (Cooperativa Facchini). Perplessità e timori sulla loro competenza non mancano.

Una cosa il CdA l’ha saputa fare bene e in fretta: nonostante i problemi dell’azienda, in costante passivo, e soprattutto degli Italiani, ha aumentato lo stipendio ai membri del CdA. Continua a leggere

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Rifiuti campani in Veneto? SI–NO: Tira-Molla

La questione infiamma gli animi e dimostra, se ce n’era bisogno, l’aria che tira.

Il 28 giugno, da Roma, Umberto Bossi e Roberto Calderoli danno il via libera a che i rifiuti campani siano diretti anche verso Nord. Il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, convocherà un incontro Stato-Regioni per lo smaltimento della ‘munnezza’ napoletana. Condizioni per procedere: disponibilità di tutte le Regioni; periodo determinato; tipologia e qualità dei rifiuti. Meglio limitare l’invio all’estero. Questa apertura resta però nei palazzi romani.

Il Carroccio veneto non ci sta: sbarra le discariche affermando che la capacità di smaltimento è già satura e che tecnicamente non c’è disponibilità: “Ci metteremo di traverso per non far passare i rifiuti. Se li smaltiscano a casa loro. Siamo saturi, a mala pena autosufficienti. Da noi, mai!”. Continua a leggere

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Piano Rifiuti: I problemi di sempre

Verona come Napoli? Certamente no. Però non c’è da stare allegri. Infatti oggi Verona è lontana dall’essere autosufficiente nello smaltimento delle sue ‘sgauie’: solo una piccola parte viene smaltita sul nostro territorio: a Torretta di Legnago (costo: 90 euro a tonnellata). Il resto gira per l’Italia. Portare i nostri rifiuti in altre città costa molto ai Veronesi: 130 euro a tonnellata. Un passo avanti concreto viene da Legnago: Torretta, con un ampliamento che partirà nel gennaio 2009, potrà accogliere 300 tonnellate al giorno.

Nel Veneto, l’assessore regionale Conta ottimisticamente non prevede altre discariche e punta ad andare a esaurimento di quelle esistenti. “Il futuro – dichiara – sono i termovalorizzatori: ne avremo due di nuovi, oltre alla riapertura di quello di Ca’ del Bue”.

Sta di fatto che il piani provinciale per lo smaltimento dei rifiuti è legato a delle ipotesi: alla riapertura, a gennaio 2010 della discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina e alla disponibilità del termovalorizzatore di Ca’ del Bue per il 2013. All’epoca saranno 30 anni che discutiamo di Ca’ del Bue e, intanto, il nostro CDR (combustibile derivato dai rifiuti) va nei forni di Brindisi, Lecce, Bologna, Genova, Piacenza, Isernia. Occorre sperare che queste città continuino ad accogliere il nostro CDR. Si ipotizza, nel piano, una nuova discarica vicino a Ca’ del Bue; l’augurio è che le discariche di Mantova e di Legnago continuino a funzionare e a darci spazio.

Altrimenti …

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L’ignoto che ti piomba addosso: Il traffico illegale dei rifiuti

Il “Rapporto Economia 2008” di Legambiente ci pone davanti il dato che non ti aspetti: dal sesto posto al secondo: il Veneto è secondo, dopo la Campania, per il traffico illegale di rifiuti, con 462 infrazioni accertate. Nel Veneto poi Verona è seconda a Venezia per numero di reati ambientali. Ancora: per numero di infrazioni accertate nel ciclo illegale dei rifiuti (192 nel 2007) Verona è al primo posto in Regione. Continua a leggere

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Raddoppiare Ca’ del Bue?

Luglio 2008: riemerge l’idea del raddoppio dei volumi di immondizie che Ca’ del Bue potrà trattare.

Il Partito Democratico chiede un Consiglio comunale straordinario su due temi: la quantità dei rifiuti da trattare a Ca’ del Bue e il ruolo della mano pubblica nella gestione del futuro impianto. Teme infatti che l’Amministrazione voglia raddoppiarne o triplicarne la capacità e darlo in gestione a privati e che, dopo il no ai rifiuti campani, si accolgano nel nuovo impianto quelli di altri Comuni. L’opposizione chiede di mantenere la capacità dell’impianto entro le 500 tonnellate al giorno e si oppone a destinarlo a diventare luogo di raccolta per i rifiuti del Veneto, come pare voglia la Regione. Motivi: la qualità dell’aria e le difficoltà viabilistiche. Inoltre il P.D. ritiene che, anche a garanzia della tassa sui rifiuti, la mano pubblica debba partecipare non solo al controllo, ma anche alla gestione di Ca’ del Bue, mentre AGSM tende a liberarsene. Ecco la domanda: AGSM e AMIA resteranno nella compagine societaria oppure il privato che vincerà la gara progetterà, costruirà e gestirà la nuova Ca’ del Bue? Ancora: che l’impianto passi da 500 a 1500 tonnellate giornaliere di rifiuti può procurare guadagno, ma l’ambiente circostante rischia troppo. Il P.D. chiede l’impegno ad arrivare al 65% di raccolta differenziata (ora siamo al 35%). La decisione è della politica. Continua a leggere

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La novità che non aspetti

Il 19 giugno 2008, il presidente di AGSM Gian Paolo Sardos Albertini delega alla vice presidente Anna Leso i poteri di gestione previsti dallo statuto per il Presidente. Causa: l’incompatibilità tra la professione di avvocato e l’esercizio di attività legate al commercio (AGSM commercia energia) o con cariche che prevedono concreta operatività e poteri decisionali e di gestione. Questione non da poco: Sardos Albertini non è l’unico avvocato al vertice di aziende a Verona. Secondo AGSM, tale decisione non pregiudica la propria efficienza e funzionalità. Vuol forse dire che può andare tranquillamente avanti senza il Presidente che ci costa quasi 70.000 euro all’anno? Sta di fatto che Sardos Albertini, seppure auto sospeso, continua la sua attività come se nulla fosse accaduto.

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A.G.S.M. : Grandi speranze e grandi timori

E’ l’azienda (gestisce luce, gas, acqua, servizi innovativi) fiore all’occhiello del Comune di Verona.

Con l’Amministrazione Tosi, a un presidente – manager di riconosciuto valore come Giampietro Leoni, succede un avvocato, fedele del Sindaco: Giampaolo Sardos Albertini (lista Tosi. Stipendio: 66.919 euro), coadiuvato da Anna Leso (vice presidente – F.I. Stipendio: 42.000 euro. Figura precedentemente non presente) e da tre Consiglieri (stipendio: 28.000 euro): Fabio Gamba (A.N.), Bruno Cappon (Lega) e Marco Burato (P.D.). Direttore Generale è Alfonsino Ercole, vicinissimo a Tosi.

Importanti e difficili, tali da far tremare i più competenti, sono le scelte da compiere per garantire un futuro all’altezza del passato, visto che anche Verona, come Napoli, non ha un inceneritore funzionante e non ha una discarica. Il rischio della decadenza è dietro l’angolo. Ecco le principali:

** AGGREGAZIONI, ritenute essenziali per sopravvivere in un regime di concorrenza. AGSM da sola difficilmente ce la farà. Da anni si prospetta l’obiettivo, da sempre nelle intenzioni di Giancarlo Galan, Governatore del Veneto, di un polo delle multi utility (aziende che producono molti servizi per la collettività) del Nord Est. Con l’Amministrazione Tosi pareva che si andasse verso un’asse leghista tra Verona (AGSM) e Treviso (Ascopiave): un colosso da 800 milioni, alleanza propedeutica a ulteriori aggregazioni. “C’è affinità politica con Treviso e Verona non vuole dipendere da Venezia” (assessore Sandri). Continua a leggere

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