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Riflessione conclusiva di Tito Brunelli: Piangiamo insieme. E poi?

 C’erano una volta le Ferrovie dello Stato.

Bene che si muovano anche gruppi privati, come “Italo” di Montezemolo.

Ma è giusto che le ex Ferrovie dello Stato siano gestite oggi a livello regionale? E’ giusto che le Ferrovie del Veneto servano solo il Veneto e che chi deve andare in Lombardia debba scendere a Verona e salire su un treno “lombardo” per recarsi a Milano?

Addirittura si sta decidendo di dividere il territorio veneto in tre lotti e si auspica di avere tre diverse gestioni. Arriveremo alle “Ferrovie veronesi e vicentine” e dovremo cambiare treno al confine con Rovigo? Esagero? Lo capiremo tra qualche anno.

Se questo è il frutto del federalismo, abbiamo impiegato anni per auto danneggiarci. E’ tempo di rivedere insieme il progetto, oppure i pochi addetti ai lavori decideranno che la scelta politica di tutti noi è isolarci nella nostra città, nella nostra Regione (nazione).

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Il parere di Paolo Costa, esperto di trasporti

 

“Se si procede per pezzettini, cercando di risolvere i problemi uno alla volta, non si danno soluzioni e si creano problemi nuovi. Serve il coordinamento: una riflessione generale tra le parti coinvolte per concordare, insieme, la direzione da prendere. I bandi di gara, la gara a lotti, gli sconti vanno bene, ma non risolvono i problemi. E’ doveroso considerare sia i passeggeri sia le merci: entrambi si muovono sugli stessi binari e autostrade. Occorre capire in quali direzioni si muoveranno i pendolari e quali saranno i movimenti dei Veneti nei prossimi 10 anni”.

Rincarano i biglietti?

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Il dibattito sull’offerta tedesca

Luca Zaia: “I Veneti devono avere treni puliti, caldi in inverno e freschi in estate, non sovraffollati, con orari concorrenziali al trasporto su gomma. La gara è per noi; non è contro o a favore di qualcuno. La concorrenza fa bene a tutti, soprattutto a Trenitalia. Il ministro alle Infrastrutture Lupi e io concordiamo sulla necessità di mettere a gara bacini di trasporto ridotti, per avere più concorrenti, con l’obiettivo di dare il miglior servizio, in particolare ai pendolari. L’idea è di dividere il Veneto in tre aree di circa 2 milioni di abitanti ciascuna. Così parteciperanno alla gara società sia grandi sia di medie dimensioni. Questa operazione permetterà a Trenitalia, che ha tutti i treni a disposizione, di fare tre offerte per tre lotti e ad altre società, che hanno bisogno di procurarsi i convogli ex novo, di farne una sola o due. Vorrei che, nei lotti, vincessero gestori diversi, per aumentare la concorrenza e avere treni più efficienti. Chi vince deve comunque fare i conti con Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). E’ importante spezzare il monopolio di Trenitalia, creando mini bacini.

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Il dibattito sulla cordata lombarda

Luca Zaia: “Buona notizia. Tutti quelli che avranno i requisiti potranno partecipare alla gara, che sarà europea: più sono meglio è. La concorrenza permette di scegliere il meglio. Obiettivo: viaggiare in treno come in Giappone: non un minuto di ritardo. La politica non c’entra. Se poi vince una società lombarda; se si crea un’alleanza politica del Nord e fosse quindi il Nord a gestire il Nord, non mi dispiacerebbe”.

Flavio Tosi: “La Regione Lombardia è credibile. Auspico che il progetto Maroni vada in porto”.

Renato Chisso, assessore regionale ai Trasporti (PdL): “Le ferrovie della Lombardia da noi? E’ come se la Circumvesuviana di Napoli gestisse il servizio pendolari del Veneto. No a un’alleanza politica con Maroni; sì a un servizio di alto livello: dobbiamo puntare in alto”. Chisso lamenta che Zaia ha disdetto il contratto con Trenitalia e ha deciso di mettere a gara il servizio senza avvisare l’assessore. Conclude però: “Il Presidente dice gara e gara sia”.

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Non solo Ferrovie dello Stato: Altre società si propongono per gestire il trasporto ferroviario in Veneto

Gennaio 2014. Il governatore Roberto Maroni candida la Lombardia a gestire il trasporto ferroviario in Veneto, a una condizione: la fusione tra Trenord (società creata nel 2011 per i pendolari lombardi, partecipata al 50% e 50% da Regione Lombardia e Trenitalia) e ATM: gigantesca azienda comunale che controlla la mobilità a Milano e serve 650.000 pendolari ogni giorno. “Se si concretizza la fusione, avremo un soggetto in grado di allargarsi oltre la Lombardia e di sfruttare la grande occasione offerta dal Veneto che metterà a gara il servizio. La prospettiva è coerente con l’idea di un sistema macroregionale del trasporto su ferro e su gomma, con l’obiettivo di un unico servizio di trasporto, dal bike sharing agli autobus; dal tram ai treni per le medie percorrenze. Vediamoci per coordinare il sistema del trasporto ferroviario del Nord, per offrire una risposta di sistema”.

La fusione di Trenord e ATM, però, è lontana.  

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Gennaio 2014. Trasporto ferroviario: il dibattito

Diego Bottacin, consigliere regionale: “Dopo anni di ostruzionismo, soprattutto dell’assessore Chisso, si guarda con serietà alla gara, se non altro perché peggio di così è difficile cascare. Tanto vale provarci. La normativa statale difende Trenitalia. Meglio mettere in gara un servizio frazionato, su più lotti separati, perché sia alla portata di più gestori. La Regione operi per l’integrazione ferro-gomma e per il biglietto unico.

Nodo: il protezionismo sindacale tende a confermare i privilegi dei contratti di lavoro blindati dei ferrovieri, producendo costi del lavoro altissimi. Un esempio: ovunque la manutenzione delle reti viene fatta di notte, mentre da noi si fa il mattino, con l’ovvia conseguenza che si fermano i treni. Questo fa risparmiare le società, perché il lavoro di notte costa più caro.

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Che fa il presidente Zaia ?

Inizialmente prende tempo. Dopo una quindicina di giorni però la Regione, consapevole del rischio, disdice il contratto con Trenitalia, mettendone in discussione il monopolio: passo epocale per il Veneto su rotaia. Proteste e disagi hanno fatto traboccare il vaso. Il sevizio andrà a gara, come in Toscana e in Emilia Romagna.

Zaia scrive al “Gruppo Ferrovie dello Stato”: “Con la presente, manifesto la volontà della Regione Veneto di non rinnovare la convenzione con Trenitalia al 31-12-14”, data di scadenza della convenzione. Nel 2014 i treni circoleranno come concordato. Di più: prevedendo tempi lunghi per individuare il nuovo gestore, Zaia chiede a Trenitalia di proseguire il servizio per tutto il 2015, alle medesime condizioni contrattuali: transizione senza scossoni. Ci vogliano 24 mesi per l’avvicendamento tra Trenitalia e il nuovo gestore. Quando tutto sarà pronto ci sarà la gara.

La Regione avverte: “Se vincesse di nuovo Trenitalia, non accetteremo le stesse condizioni di contratto e le stesse offerte”.

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Il gambero: I difetti del nuovo orario dei treni

Col nuovo orario Verona perde 9 corse. Ecco le caratteristiche:

– potenzia alcune tratte e ne penalizza altre;

– penalizza alcune fasce di utenza a vantaggio di altre;

– riduce l’offerta nei giorni prefestivi e festivi; non riduce inquinamento e mobilità privata.

– E’ fallimentare la riduzione dei treni di prima mattina e, nelle stazioni secondarie, in tarda serata: incentiva l’uso dell’auto.

– Se si prende un regionale, a Verona bisogna scendere: si spezza la linea Venezia-Milano.

Quattro sono le cause dei disguidi:

– si vuole una riforma a costo zero, anzi pensando di risparmiare;

– troppi cambi, tutti insieme, aumentano le discordanze tra orari dei treni e turni di lavoro;

– i nuovi treni si impiantano perché soffrono nella captazione dell’energia elettrica;

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15 dicembre 2013: Entra in vigore il nuovo orario cadenzato. Come va?

Primi giorni: caos e incubo:  treni in ritardo crescente, corse soppresse, convogli strapieni, insufficienti a contenere tutti i passeggeri, disservizi, come vagoni sporchi e privi di climatizzazione.

Viaggiatori infuriati. Molti sono rimasti a piedi.

I pendolari veneti spendono ore e ore sui binari.

Chisso: “Male. Battesimo non soddisfacente”.

Fine dicembre. Continuano le polemiche, ma la situazione migliora, soprattutto per la puntualità.

Lavoratori e studenti pendolari evidenziano le falle della nuova programmazione:

– le linee entro i confini della regione, specialmente quelle verso est, in particolare a Venezia, sono state potenziate.

– le linee a scavalco tra Lombardia e Veneto e sulle tratte ovest risultano penalizzate.

– sono sfavorite le piccole stazioni (i convogli si fermano meno) a favore degli scali principali.

– coincidenze sfavorevoli.

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Dibattito politico sul riorganizzato trasporto su ferro

Tosi e Variati, sindaci di Verona e Vicenza, contro Regione e Trenitalia: “I treni tra Venezia e Milano non vanno soppressi, altrimenti obbligano a cambi, attese e disagi, oppure a spendere cifre alte. Dopo le 18 chi lavora fuori regione rischia di non trovare un treno per rientrare”.

Parlamentari scaligeri: la sera, il Veneto è isolato sulla direttrice Sud; chiedono perciò più treni tra Roma e Verona e tra Bologna e Verona. Il servizio per Roma si interrompe alle 18,50; quello tra Bologna e Verona dopo le 22,35. Chiedono di ripristinare i collegamenti ferroviari tra Veneto e Lombardia, in particolare tra Verona e Milano, per non penalizzare Verona, crocevia del Nord Est. La direttrice Est si fa più cara per pendolari, studenti e lavoratori. Il biglietto da e per Milano costa fino a tre volte di più. Con le Frecce crescono le corse veloci tra Roma e Verona, ma anche le tariffe.

Interviene il P.D.:

– l’orario cadenzato è positivo se aumenta il numero di treni e fermate;

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