Se l’immobile fosse di privati ?
Nella città di Verona un’importante sede istituzionale è ai limiti dell’agibilità. Chi passa nei suoi pressi rischia che gli cada in testa materiale vario.
Alcune aule sono chiuse perché non agibili. E’ chiuso un locale di 5000 mq con affreschi di Nicola Giolfino, del 1540. Preoccupano crepe, allagamenti e infiltrazioni d’acqua; muffe e situazioni igieniche al limite; bagni che non funzionano; spogliatoi senza porte; finestre senza vetri. Particolarmente grave è la situazione dello spogliatoio della sezione motorizzata: senza porta e senza vetri alle finestre. Questa stanza viene usata anche come magazzino: chiunque può entrare. Fatiscenti sono la facciata e il tetto di 500 anni. Nel soffitto si notano rigonfiamenti. Tempo fa, per le forti piogge, sono saltate alcune tegole del tetto e si è allagata la cantina che serviva da archivio.
Dicembre 2013. Ingresso principale inagibile. Si entra dal cancello. “Colpa delle piogge e della vetustà della struttura”. Si sono staccati intonaci, tufo, malta e calcinacci. Arrivano i pompieri, che rimuovono le parti pericolanti della facciata. Le impalcature ormai sono uno stabile arredo.
Domanda. Se l’immobile descritto fosse la sede di una azienda privata cosa succederebbe? Continuerebbe a operare? Come si comporterebbe il Comune? Continua a leggere
Valutazione di Tito Brunelli (continua)
Perché è tanto difficile muoversi nel campo dell’urbanistica?
Semplice: ci sono di mezzo tanti soldi: centinaia di milioni di euro. O alla testa della città c’è un gruppo di persone competenti ed eticamente inattaccabili, oppure ne succedono di tutti i colori, come accade ovunque in Italia e a Verona.
Presento, tra i tanti, due esempi di interventi urbanistici deleteri, decisi da amministratori che hanno guardato agli interessi propri e di pochi:
– Valdonega: via Marsala, via Mentana, via Valdonega. Secondo il Piano Regolatore, dovevano essere strade parallele: via Marsala, a senso unico, in andata verso le Torricelle; via Mentana, a senso unico, in discesa verso la città. Andiamo a vedere cosa è successo: via Mentana è stata interrotta in più parti da costruzioni e tutto il traffico si concentra in via Marsala: intasata. Danni irrecuperabili
– Borgo Milano. Secondo il Piano Regolatore le strade in ingresso e in uscita dalla città dovevano essere tre: corso Milano, via Pitagora (doveva proseguire fino a via Gardesane, limitando il traffico in corso Milano. Facciamo un giro per vedere come è stata interrotta) e via Spaziani-Meneghetti. Via Garibba, oggi breve e larghissima, doveva essere la strada di collegamento tra le tre vie, due delle quali sono interrotte da supermercati. E’ rimasto solo corso Milano, naturalmente intasato.
I soldi e chi li maneggia hanno vinto.
Torniamo alle scelte urbanistiche dell’Amministrazione Tosi, come si sono manifestate soprattutto nel Piano degli Interventi, approvato nel dicembre 2011. Continua a leggere →
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