Nelle attuali condizioni, un’Amministrazione di Centro Sinistra non è il meglio che ci aspettavamo e che vorremmo, ma è un passo avanti: piccolo, ma reale. Lo possiamo sperare perché il Partito Democratico, a differenza di tutti gli altri gruppi, vive una sua (piccola) democraticità, con il limite che ogni leader, ogni corrente vive una sua storia: il PD non rinuncia alle correnti. La speranza, finora delusa, è che apra la porta alle persone che accettano di sperimentare la grandezza e le miserie del percorso verso la Verona bella.
Archivi tag: Elezioni comunali 2017 a Verona
Chi votiamo? – 12 -Il Centro Destra e Federico Sboarina
A Verona è il raggruppamento potenzialmente più forte. Vive però contraddizioni e difficoltà: è spaccato in tanti gruppi, distinti: non ha interlocutori riconosciuti da tutto il raggruppamento. Forza Italia è divisa (i Giorgetti appoggiano Flavio Tosi) e appare un insieme di singoli, reduci da glorie passate. Vive con difficoltà sia il rapporto con la Lega, prorompente e orgogliosa, sia quello con “Battiti”, lista civica fatta in gran parte da suoi fuoriusciti, tra cui Stefano Bertacco e Federico Sboarina. Teniamo presente che Bertacco a Roma è deputato di Forza Italia e a Verona è co-fondatore di “Battiti”, lista civica. Componenti significative del Centro Destra poi procedono autonomamente, con un proprio candidato sindaco: Bussinello con Casa Pound; Giorlo con Tutto Cambia; Grigolini con Il Popolo della Famiglia che fa capo, a livello nazionale, all’avvocato Amato. L’altra componente del fronte famiglia, con riferimento Gandolfini, è nel Centro Destra. Personaggio a sé è Stefano Bertacco: persona di valore, coerente e saggia. Rapporti tesi e diffidenze non favoriscono di norma l’impegno in campagna elettorale. Sboarina arriverà al ballottaggio. Le difficoltà emergeranno nel secondo turno. Seguiremo gli eventi.
E’ da evitare alla nostra città che vadano al ballottaggio il Centro Destra e il raggruppamento che fa capo a Tosi-Bisinella. Dopo 10 anni pesanti di governo del centro Destra, c’è bisogno di cambiare aria: di recuperare un po’ di entusiasmo intorno all’Amministrazione e la dedizione di chi lavora in Comune; di valorizzare anche chi, in questi anni, è rimasto ai margini; di avviare una attenzione forte al mondo del malaffare e della criminalità organizzata: se ne parla sempre di più in città. Occorre una verifica che garantisca tutti.
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli, Riflessioni
Chi votiamo? – 11 – Diciamo “No” anche ad Alessandro Gennari
Lo diciamo malvolentieri, perché il “Movimento 5 Stelle”è formato da persone (molti i giovani) preziose. Ma M5S si propone di includere, di attirare a sè i cittadini: non accetta confronti e percorsi comuni con gruppi che non siano il loro: “o diventate grillini (in questo caso siete i benvenuti), altrimenti fate la vostra strada e noi facciamo la nostra, senza possibilità di confronto: non ci contaminiamo”. I non aderenti perciò, per diventare interlocutori, devono prima entrare nel M5S. Chi ci tiene alla democrazia cerca altrove. E’ anche da dire che i tre grillini presenti nel Consiglio comunale appena scaduto, non hanno dato grande prova di sé. Il confronto con Michele Bertucco non è neppure proponibile. Non ha senso perciò la loro aria di superiorità e di essere “gli unici” che possono salvare Verona.
Abbiamo scartato e scartato. Cattivo segno. Restano due candidati: Sboarina e Salemi.
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli, Riflessioni
Chi votiamo? – 10 – Michele Bertucco
La città ha valutato positivamente l’opera di Bertucco come consigliere comunale; merita riconoscenza per quello che ha fatto e che farà. E’ capace e impegnato. La valutazione che facciamo di lui è diversa da quella degli altri candidati sindaco, dei quali si possono dire tante cose e il loro contrario. Nessun veronese può garantire che Sboarina, Salemi, Bisinella, Gennari, Bussinello, Croce, Giorlo, Grigolini saranno un Sindaco all’altezza del compito, in un tempo duro per la politica. Prima dobbiamo vederli alla prova. Guardiamo a loro con speranza, ma anche con apprensione, senza certezze. Il discorso vale anche per chi negli anni ha ricoperto ruoli politici e amministrativi, più o meno rilevanti. Non è lo stesso per Michele Bertucco. Lasciando da parte i ruoli civici ricoperti, quello che tutti sappiamo è che Bertucco, una volta eletto consigliere e riconosciuto come capogruppo del PD nel Consiglio comunale di Verona, si è dato da fare come pochi. Con una presenza costante, attenta, competente, critica, ma anche propositiva, ha conosciuto la macchina comunale; ha studiato ogni delibera; ha seguito quanto si muoveva in città; ha messo il dito nelle piaghe dell’Amministrazione e, in particolare, del sindaco Tosi, del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Vito Giacino e di altri assessori. Se non ci fosse stato lui, i danni dell’Amministrazione si sarebbero concretizzati senza controllo. L’unica critica consistente, dal punto di vista amministrativo, è che non doveva limitarsi a criticare, ad abbattere, a essere contro; doveva essere propositivo e indicare il bene della città. E’ facile far presente che la presenza propositiva è compito del partito e del gruppo consiliare, che non si sono visti. La responsabilità principale va cercata nel partito, in particolare nei suoi responsabili, e nel gruppo consiliare, non nell’unica persona che ha fatto il suo dovere e si è impegnata a tutti i livelli. Bertucco non va beatificato preventivamente, però la verità va detta.
E’ altrettanto vero che non ci sono garanzie che un bravo oppositore sia anche un bravo amministratore, ma l’aver dato prova di saper lavorare e produrre attira le simpatie di chi è libero nel giudizio.
Contro indicazioni: Michele Bertucco si è circondato di candidati che impersonano esperienza politiche superate; Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? – 9 – Le liste civiche
Anche a Verona la politica vive uno stato di confusione e di assenza. Nessuno dei partiti politici o delle aggregazioni in campo in vista delle elezioni comunali è solido. Quadro frammentato significa che il futuro sindaco si troverà a vivere una pericolosa precarietà: “Sono con te, ma prima di tutto sono per me”. Per molti elettori il voto è scelta ideologica (“Seguo una parte politica e voto chi la rappresenta, sia che la persona mi vada bene, sia che non la apprezzi o non la conosca”). Aumentano però coloro che cercano, soprattutto nella scelta del Sindaco, la persona di fiducia. Ce ne rendiamo conto scorrendo l’elenco dei candidati Sindaco sostenuti da una lista civica:
-Roberto Bussinello: “Casa Pound” ;
-Michele Croce: “Verona Pulita” ;
-Marco Giorlo: “Tutto cambia” ;
-Filippo Grigolini: “Il Popolo della Famiglia”.
Un invito: chi pensa di votare uno di loro, si chieda prima da dove arriva e quale storia ha alle spalle. Potrà conoscere notizie utili. Se questi 4, dopo le elezioni, continueranno a battersi, condividendo aspirazioni, idee e progetti con altri cittadini disponibili, allora potremo collaborare e controllare l’Amministrazione, preparandoci con competenza e sfuggendo i sensazionalismi.
Ci rivolgiamo in particolare a Filippo Grigolini, per la comune matrice. La politica non si improvvisa e non si regge su posizioni di principio, per quanto valide, tanto più se ci riferiamo a questioni che sono solo in piccola parte di competenza del Comune. Oggi non ha senso disperdere voti per un gruppo politico nato pochi mesi fa, a tema unico e senza linee programmatiche maturate nel confronto e nella concretezza. Il Popolo della Famiglia deve ritrovare l’accordo con chi, provenendo da strade simili, oggi va in altra direzione. Se deciderà di continuare a battersi per Verona e allargherà lo sguardo a tutta la vita della città e dei Veronesi, dal prossimo luglio potremo decidere di costruire insieme un progetto complessivo di città.
Una lista civica si qualifica per:
– l’idea di città che prospetta: deve essere capace di inorgoglire e di scaldare mente e cuore dei presentatori e di entusiasmare chi ne viene a conoscenza. L’immagine della città deve lasciare i cittadini a bocca aperta, quasi sorpresi di avere in mano una proposta di tale fascino; Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? -8 –
Autunno 2007. E’ proprio vero: appena eletta l’Amministrazione Tosi:
– ritira Verona dal collegamento degli Enti locali per la pace; – non partecipa, con il suo gonfalone, alla marcia della pace Perugia-Assisi ; – lascia morire Municipio dei Popoli; – non concede il patrocinio alla tradizionale “Mostra del cinema africano”; – abolisce il premio “Enzo Melegari” per veronesi distintisi nel campo dei diritti umani e della pace; – non patrocina l’assemblea nazionale dei movimenti per la pace svoltosi a Verona in novembre;
– assegna un contributo economico ai bambini nati solo se sono italiani; – sostituisce gli operatori sociali che gestivano il dormitorio pubblico Camploy e avevano in gran parte risolto i contenziosi con la popolazione del luogo, con vigilantes: guardie armate “per una questione di sicurezza”.
Sindaco Tosi: “Quello che fanno gli operatori sociali sarà svolto a un costo inferiore dalle guardie”.
-I senza dimora sono andati nelle periferie e l’Amministrazione si è vantata per aver risolto il problema: la città è “in ordine e pulita”. Il sindaco Tosi chiude anche uno spazio pensato per le urgenze riferite ai senza dimora: corte Marini. Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? -7-
Amministrazioni Tosi: opere poche – valori in basso
Dal 2007 a oggi, a Verona, è morto ogni segno di partecipazione popolare democratica. Qualcuno ricorda una assemblea con confronto pubblico sulle scelte compiute? Sì. Una: alla Gran Guardia, alcuni anni fa. Era però riservata a tecnici e vietata ai semplici cittadini. Nel primo anno di Amministrazione, il Sindaco ha partecipato ad alcune assemblee; come invitato, non organizzatore. In seguito ha evitato ogni confronto. Per il Sindaco del popolo è grossa! Per la democrazia è mortale.
Il Comune ha trascurato i quartieri e ha azzerato le Circoscrizioni, ignorandone i progetti, privandole di soldi e rendendole inabili a rispondere ai bisogni dei cittadini.
Le mafie a Verona? La Commissiona parlamentare Anti mafia, presieduta da Rosy Bindi, ha sostato per un paio di giorni a Verona. Si è parlato di mafie. L’evento avrebbe dovuto destare scalpore, ma i Veronesi non si smuovono. Di mafie e Verona si parla in documenti ministeriali nazionali e in una indagine condotta in Emilia Romagna: coinvolge 7 persone residenti nel veronese. In città se ne parla sempre più. La penetrazione delle mafie nel Veronese è data come certa, ma si tratta di sussurri. Solo Flavio Tosi ripete che sono fandonie; Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? -6-
Torniamo a domandarci: cosa hanno fatto le Amministrazioni Tosi ?
All’inizio delle riflessioni sulle Amministrazioni Tosi, abbiamo chiesto di elencare cinque opere importanti che esse hanno realizzato in 10 anni. Veniamo incontro a chi non ce l’ha fatta. Eccole: parcheggi (bene o male, ma ci sono), telecamere in città, guerra ai “vu cumpra”, parco San Giacomo, ponte San Francesco, corso Milano, crescita del turismo. Decisamente poco in 10 anni! Flavio Tosi resta nella storia come il Sindaco del tanto chiacchierare e del “nulla fare”. Verona doveva diventare “città chiusa ai poveri e aperta ai ricchi”. La storia dimostra che i poveri “li abbiamo sempre tra noi”, anche se non li vogliamo.
Il sindaco Tosi non lo vuole ammettere, ma è cosciente del suo fallimento. Lo prova il depliant che diffonde nelle nostre case, come campagna elettorale. Pubblica le fotografie del filobus, con la scritta “già partiti i lavori” (tutto fermo); dell’Arsenale, con la scritta: “il cantiere a settembre” (impossibile); di Adigeo, centro commerciale spuntato come un fungo (nessuna scritta); del traforo, con la scritta Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? -5 –
Amministrazioni Tosi: i grandi fallimenti
Progetti faraonici falliti o fermi: Passante Nord con galleria delle Torricelle e ponte sull’Adige, Ca’ del Bue, ex Lux, ex Cartiere (prima al centro dell’attenzione, poi nel dimenticatoio), grandi spazi per la Fiera (area ex Polo Finanziario), ex caserma Passalacqua, recupero della Torre del Gardello, sede dei Vigili urbani. Chi paga i costi per progetti e opere varie?
– Importanti enti in grave difficoltà, gravati da debiti pesanti: Fondazione Arena, aeroporto Catullo.
Enigma Filobus. L’annuncio del filobus risale a più di 9 anni fa. Nel luglio 2016 è stata posta la prima pietra. Nessun seguito. Il Sindaco ha ripetuto decine e decine di volte che i lavori stavano partendo. Ma mancano il piano generale della mobilità cittadine e provinciale e i parcheggi scambiatori (senza i quali i lavori non si possono avviare). Non è deciso poi se, in Borgo Venezia, entrambe le linee del filobus passeranno da via Pisano o una da via Pisano e l’altra da viale Spolverini. Non si sa cosa avverrà in via Rosa Morando (si è parlato di case da abbattere), nella strettoia di via San Paolo, in via Mameli e in via Città di Nimes.
Dicembre 2016: il Sindaco proclama che i lavori del filobus erano avviati. In effetti si è scavato in piazzale Scuro, in altre aree di Borgo Roma e in viale Palladio, tra la stazione ferroviaria e lo Stadio. Nessuna opera in superficie però. Tutto è stato coperto. Oggi resta un piccolo cantiere in zona Stadio, fermo. E’ prevedibile che resterà così per alcuni mesi. Poi tutto sarà smontato. Continua a leggere
Archiviato in Elezioni comunali 2017, Parere di Tito Brunelli
Chi votiamo? – 14 – Riflessione finale di Tito Brunelli
Stiamo vivendo la lontananza dalla politica. Lo vedo in questi giorni, quando avvicino le persone per consegnare la propaganda elettorale: quasi tutte scappano; non vogliono parlare di partiti e candidati. Parecchi dicono che non votano o minacciano di farlo: scelgono, con sofferenza, di non partecipare neppure alle elezioni comunali, le più vicine. Il disgusto è motivato. Basta assistere ai telegiornali. Questo atteggiamento però è pericoloso per il nostro futuro di Veronesi, di Italiani, di Europei, di cittadini del mondo. O impariamo a vedere la città come la nostra casa, che ci sta a cuore e per la quale doniamo il meglio di noi, anche se le cose vanno male, oppure il futuro dei nostri figli è segnato, nella direzione dell’egoismo, della chiusura, dell’ognuno per sé, del declino. La preoccupazione aumenta quando coloro che votano ricorrono al cosiddetto “meno peggio”, al “Voto turandomi il naso” di Montanelli. Un tale atteggiamento si può comprendere per un breve periodo, ma se risulta la norma, da decenni, prima o poi ci si stacca dalla politica, vissuta come malaffare e interesse privato.
Chi votare?
La domanda non entusiasma gli interlocutori. Tutti i candidati presentano limiti pesanti. I nostri lettori noteranno che, nella scelta del candidato sindaco, siamo andati per esclusione, anche noi nella linea del minor male. La nostra politica va rivista. Se non ci sono idee e la città è destinata a rimanere quello che è, non vale la pena muoversi e spendere energie e soldi. E si torna indietro. Mancano la visione della nuova Verona, progetti concreti da realizzare e il dialogo con interlocutori che possano rendere possibile che visioni e progetti si concretizzino. Verona è già città affascinante; ma deve esserlo di più: ce ne accorgiamo quando facciamo quattro passi in molte nostre periferie. E’ positivo che quasi tutti i candidati sindaco abbiano messo al centro delle loro proposte i quartieri e le periferie (sulle orme del Papa). C’è però una differenza sostanziale tra il procedere dei candidati e quello di papa Francesco: il Papa mostra con le parole, ma soprattutto con i fatti, con le scelte che compie, con le persone che incontra cosa significa valorizzare le periferie esistenziali. Per i nostri candidati sindaco non è altrettanto chiaro cosa significa mettere quartieri e periferie al centro. Se non si mostra come si intende rendere concreta l’idea, l’affermazione resta inutile: parole vuote. Dal 26 giugno la parola vuota va nel dimenticatoio e il valorizzare le periferie resta un miraggio morto. Se i nostri lettori vanno a rivedere quanto abbiamo scritto sui quartieri, sulle piazze, sui centri periferici, sul corso dell’Adige, ecco: si apre una strada. Ci auguriamo di sbagliare, ma la nuova Verona non uscirà dalla prossima Amministrazione. Con chi ci sta (fatevi avanti. Comunicateci il vostro nome) possiamo prepararci per la campagna elettorale del 2022. Ognuno deve fare la sua parte per cambiare la rotta. Fare politica, a partire dal proprio Comune, non è un hobby, è un dovere civico al quale non ci si può sottrarre se il nostro obiettivo è il bene comune.
Lascia un commento
Archiviato in Commenti, Parere di Tito Brunelli
Con tag Elezioni 2017 a Verona, Elezioni comunali 2017 a Verona, Parere di Tito Brunelli, Riflessioni, Verona