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Unione Europea: un passato da ricordare e da non ripetere

Mettiamo in moto la memoria: una decina di anni fa come era considerata l’Italia dall’Unione Europea e dal mondo? L’opinione comune era che fosse al tracollo: “Dopo la Grecia (spolpata delle sue ricchezze, dei suoi beni e della sua dignità, anche da organismi economici internazionali) tocca all’Italia: rischio fallimento”. L’Unione Europea (UE) poi riteneva che non ci fossero in Italia interlocutori politici all’altezza del compito di salvarla dalla bancarotta. Si moltiplicarono gli appelli al Presidente della Repubblica Napolitano, ritenuto l’unica autorità italiana affidabile, mente il Presidente del Consiglio Berlusconi non garantiva il buon governo. Berlusconi continua a parlare di quegli eventi come di un Colpo di Stato, illegale. Proviamo a ricordare le immagini televisive dei vertici dei capi di stato dell’UE: Berlusconi girava a vuoto; era isolato, sfuggito, addirittura deriso. Non gli rimaneva che fare le corna ai colleghi. Politica ed economia ritenevano il governo Berlusconi responsabile dell’economia spazzatura che condannava l’Italia alla deriva. Anche importanti alleati di governo hanno abbandonato Berlusconi, invitandolo a liberare il campo. Berlusconi stesso, riconoscendo la gravità della situazione, ha accettato di lasciare a Napolitano la libertà di correre ai ripari, arrivando a dimettersi e a lasciare spazio a Mario Monti. Berlusconi poi, con i capi dei principali partiti, ha convinto i suoi a votare a favore del governo Monti e ha chiesto a Napolitano di rimanere Presidente della Repubblica alla scadenza del suo mandato. E’ questo il Colpo di Stato?

Intanto però l’Italia aveva perduto ogni credibilità in Europa. Continua a leggere

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Archiviato in Elezioni Politiche 2018, Parere di Tito Brunelli, Riflessioni

Sospensione delle pubblicazioni

Annunciamo una sospensione  delle nostre pubblicazioni. Ci risentiamo quando la nuova Amministrazione Sboarina, alla quale auguriamo di saper indirizzare al meglio il nostro futuro di cittadini, farà i primi passi e manifesterà le sue scelte. Nessuno di noi può sentirsi spettatore o occuparsi solo di altro. Deve finire il tempo in cui la nostra partecipazione politica si limita al voto (sempre meno) e a rinfacciarci difetti e vergogne. Deve svilupparsi il dibattito sul presente e sul futuro della nostra città e di chi la abita.

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Linee programmatiche per l’Arsenale

In occasione della scorsa campagna elettorale e del ballottaggio, abbiamo pubblicato linee programmatiche utili per ridare fiato a Verona:

  • città che rinasce dai quartieri, che si qualificano a partire dalle piazze e dall’Adige, che deve diventare il nostro fiume;
  • la città che accompagna i suoi giovani e i disoccupati alla ricerca di un lavoro di qualità;
  • il ruolo sociale della famiglia, che deve diventare protagonista del servizio sociale; una politica degli immigrati capace di renderli partecipi e responsabili del comune cammino cittadino.

Completiamo il quadro con la quinta linea programmatica:

Verona e l’Arsenale

Un’Amministrazione che decide di realizzare molti grandi e costosi interventi rischia di non portarne a termine nessuno. Meglio puntare su uno (massimo due), su cui convogliare i soldi recuperabili in 5 anni. Riavere l’Arsenale, come luogo di riferimento per Veronesi e turisti, è scelta qualificante, magari con un unico progetto che comprende gli spazi tra Arsenale, piazza Vittorio Veneto, Ponte Scaligero e Castelvecchio:

– metà Arsenale sarà sede unica del Museo di Storia Naturale, tra i più prestigiosi d’Italia, con le sezioni di Botanica, Zoologia, Geologia,Paleontologia, Preistoria e la collezione dei fossili di Bolca. Da anni il Museo è collocato in due sedi: palazzo Pompei e palazzina dell’Arsenale. Abbiamo oggi la grande occasione: unificare il Museo nell’Arsenale. Va respinto quanto l’Amministrazione Tosi prevede. Il Museo ancora diviso tra Castel San Pietro e Arsenale. Noi riteniamo dovere della città collocare tutto il Museo all’Arsenale. Puntare su Castel San Pietro significa continuare a chiudere molto materiale da esposizione in scatoloni, in ambienti chiusi e inaccessibili.

– l’altra metà dell’Arsenale sarà affidata all’inventiva dei nostri giovani: per loro saranno le Torricelle, come spazio per la festa e per il divertimento; per loro sarà mezzo Arsenale: con esperti in vari settori, i giovani saranno chiamati a valorizzare questo luogo con inventiva e intelligenza, nella linea della cultura e dell’arte. Potranno promuovere luoghi di relazione, attività teatrali, letterarie, musicali, filmiche, ludiche; scambi culturali, laboratori per artisti, spazi per esposizioni, biblioteca ed emeroteca, librerie scientifiche e per ragazzi; un ristorante e un caffè.

– sul piano economico l’Arsenale dovrà auto sostenersi, come luogo della ricerca scientifica, della cultura naturalistica e delle proposte culturali, con l’utilizzo di nuove tecnologie, in rapporto con la città e il mondo.

Spesa: sui 45 milioni. Occorre cercare contributi, senza ricorrere al project financing, affare per privati.

L’Arsenale di Verona, secondo solo a quello di Vienna, fu edificato tra il 1854 e il 1861 per la costruzione, la manutenzione e la custodia delle armi. Passò all’Italia nel 1866 e al Comune di Verona nel 1995. Da allora il complesso è in progressivo degrado, causa l’insufficiente manutenzione. Urge un intervento complessivo, rispettoso del monumento e del contesto, nella linea di una rigenerazione urbana. L’Arsenale è nel cuore di Verona: a poche centinaia di metri da piazza Bra; vicino a Castelvecchio, al Ponte Scaligero e all’Adige. Ci sono spazi verdi, giochi, un bar e una vasca d’acqua. Monumenti museali (Arsenale e Castelvecchio) e Ponte Scaligero, con un ruolo propositivo del Circolo Ufficiali, possono diventare importante centro turistico, culturale ed economico. Un gruppo specializzato dovrà presentare le ricchezze culturali di Verona in Italia e nel mondo.

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Chi votiamo? – 12 -Il Centro Destra e Federico Sboarina

A Verona è il raggruppamento potenzialmente più forte. Vive però contraddizioni e difficoltà: è spaccato in tanti gruppi, distinti: non ha interlocutori riconosciuti da tutto il raggruppamento. Forza  Italia è divisa (i Giorgetti appoggiano Flavio Tosi) e appare un insieme di singoli, reduci da glorie passate. Vive con difficoltà sia il rapporto con la Lega, prorompente e orgogliosa, sia quello con “Battiti”, lista civica fatta in gran parte da suoi fuoriusciti, tra cui Stefano Bertacco e Federico Sboarina. Teniamo presente che Bertacco a Roma è deputato di Forza Italia e a Verona è co-fondatore di “Battiti”, lista civica. Componenti significative del Centro Destra poi procedono autonomamente, con un proprio candidato sindaco: Bussinello con Casa Pound; Giorlo con Tutto Cambia; Grigolini con Il Popolo della Famiglia che fa capo, a livello nazionale, all’avvocato Amato. L’altra componente del fronte famiglia, con riferimento Gandolfini, è nel Centro Destra. Personaggio a sé è Stefano Bertacco: persona di valore, coerente e saggia. Rapporti tesi e diffidenze non favoriscono di norma l’impegno in campagna elettorale. Sboarina arriverà al ballottaggio. Le difficoltà emergeranno nel secondo turno. Seguiremo gli eventi.

E’ da evitare alla nostra città che vadano al ballottaggio il Centro Destra e il raggruppamento che fa capo a Tosi-Bisinella. Dopo 10 anni pesanti di governo del centro Destra, c’è bisogno di cambiare aria: di recuperare un po’ di entusiasmo intorno all’Amministrazione e la dedizione di chi lavora in Comune; di valorizzare anche chi, in questi anni, è rimasto ai margini; di avviare una attenzione forte al mondo del malaffare e della criminalità organizzata: se ne parla sempre di più in città. Occorre una verifica che garantisca tutti.

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Chi votiamo? – 11 – Diciamo “No” anche ad Alessandro Gennari

Lo diciamo malvolentieri,  perché il “Movimento 5 Stelle”è formato da persone (molti i giovani) preziose. Ma M5S si propone di includere, di attirare a sè i cittadini: non accetta confronti e percorsi comuni con gruppi che non siano il loro: “o diventate grillini (in questo caso siete i benvenuti), altrimenti fate la vostra strada e noi facciamo la nostra, senza possibilità di confronto: non ci contaminiamo”. I non aderenti perciò, per diventare interlocutori, devono prima entrare nel M5S. Chi ci tiene alla democrazia cerca altrove. E’ anche da dire che i tre grillini presenti nel Consiglio comunale appena scaduto, non hanno dato grande prova di sé. Il confronto con Michele Bertucco non è neppure proponibile. Non ha senso perciò la loro aria di superiorità e di essere “gli unici” che possono salvare Verona.

Abbiamo scartato e scartato. Cattivo segno. Restano due candidati: Sboarina e Salemi.

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Chi votiamo? -1-

Non votiamo Flavio Tosi. Non votiamo Patrizia Bisinella

Il bene di Verona esige che il Sindaco  uscente perda ogni ruolo decisivo nella nostra città e che il suo gruppo venga sconfitto alle elezioni comunali

Perché? Prima di tutto perché il Sindaco uscente non ha saputo governare la città, non ha prodotto risultati e lascia in eredità danni pesanti, che segneranno negativamente Verona per decenni.

La prova?  Provi ogni lettore a elencare 5 opere importanti portate a termine dalle due Amministrazioni Tosi.

Rileggiamo le promesse elettorali del sindaco Tosi:

– per gli anni 2007, 2008, 2009, 2010 sono le stesse: Passante Nord con traforo delle Torricelle e ponte sull’Adige – mettere a disposizione della Fiera gli spazi in cui doveva sorgere il Polo Finanziario – filobus – recupero dell’Arsenale, delle ex Cartiere, dell’ex caserma Passalacqua. – per l’anno 2011 c’è una sola novità: il nuovo rapporto con Fondazione Cariverona. – per gli anni 2012 – 2017 le promesse restano le stesse; se ne aggiungono altre: solo parole.

Promesse realizzate: nessuna. Continua a leggere

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Costruire il servizio sociale con la famiglia

I servizi sociali a Verona sono di qualità. Però è possibile, e perciò doveroso, un passo in avanti: riorganizzare i servizi ponendo al centro la famiglia, quale energia potente del nostro convivere, aiutandola a diventare protagonista e realizzatrice al massimo livello delle scelte che la coinvolgono. Si tratta di riconoscere il ruolo sociale che la famiglia ha per il solo fatto che esiste, in collaborazione con le istituzioni: protagonista delle scelte. La famiglia vive la vicinanza tra persone e deve contribuire a riorganizzare i servizi sul fondamento del ruolo che le è proprio come  ’luogo’ dell’incontro profondo uomo – donna, genitori – figli, esperienza dell’amore e della vita.

A Verona il coinvolgimento va promosso a partire da 5 ambiti prioritari:

-il tempo, prezioso, della gravidanza, fino ai due anni di vita del bambino;

-la famiglia con un figlio adolescente, in collaborazione con la scuola;

-la famiglia che cura in casa l’anziano;

-la famiglia con un disabile in casa ;

-la famiglia disastrata, che vive dolorosi traumi.

Molte famiglie costituiscono associazioni per sostenere il proprio percorso di vita, Continua a leggere

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La famiglia non ha alternative

C’è chi vuole individuare i pilastri che aiutano le persone a dare il meglio di sé; c’è chi studia le forze che sostengono il percorso della nostra città; c’è chi vuol capire la storia di Verona. Tutti arrivano a riconosce il ruolo, unico e irripetibile, di vicinanza e di cura, della famiglia, capace, come nessun altro, di mettere in moto energie potenti a favore delle persone e della convivenza. La famiglia vive lo straordinario compito di accompagnare i suoi membri, soprattutto i più deboli, sulle strade della vita. Il ruolo da protagoniste della famiglia le è proprio per il solo fatto che esiste. Alla famiglia chiede molto il mondo della scuola; sa che l’assenza della famiglia rende difficile il suo compito culturale ed educativo. Cose simili avvengono nella sanità e nella cura di chi sta male o ha bisogno. Altrettanto si può dire sull’inserimento dei giovani nel mondo dell’Università e del lavoro e su tutti i bisogni che man mano emergono.

E’ vero che la famiglia mostra crepe e disumanità ed è colpevole di cattivi e vergognosi comportamenti. Ma questo non toglie nulla al riconoscimento della sua insostituibilità e positività. Chi accusa la famiglia come tale perde il contatto con l’essenziale: Continua a leggere

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Console

Possiamo paragonarlo a  un ministro degli esteri: è motore di scambi culturali, artistici ed economici tra Verona e altre città, in particolare europee e africane (dei territori da dove provengono immigrati presenti in città), cercando la collaborazione delle comunità veronesi residenti all’estero, allo scopo di aprire canali di conoscenza reciproca, di collegamento e di collaborazione tra città, per scambi culturali (per quanto ci riguarda favorire le presenze alla stagione lirica, a quella del Teatro Romano e del Filarmonico, la diffusione del mito di Giulietta e le mostre d’arte, tipo quelle di Mantegna e dei Maya), economici (come è avvenuto con i banchetti di Norimberga) e della ricerca. Obiettivo: far circolare ciò che può interessare della nostra città ad altre città e viceversa, in uno scambio continuo e arricchente per tutti.

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Verona a fianco dei suoi giovani che cercano lavoro

La nostra città deve creare le condizioni perché i suoi giovani lavorino e contribuiscano alla crescita propria e dei concittadini. E tempo di fare scelte precise in questa direzione:

Primo. La città metterà a disposizione dei giovani sotto i 35 anni che cercano lavoro e dei disoccupati tre milioni all’anno. Il Comune mobiliterà la città per raccogliere questi soldi. Verona ha nel suo territorio tre fondazioni: Cariverona (ogni anno destina finanziamenti a sostegno del lavoro), San Zeno (finanziata da Sandro Veronesi – Calzedonia, ha tra i principali obiettivi incentivare e sostenere il lavoro), Cattolica (premia iniziative di lavoro). Camera di Commercio poi sostiene il lavoro e le aziende, … In una domenica, preferibilmente in ottobre, le parrocchie del territorio potranno mettere a disposizione le offerte dei fedeli. L’occasione sarà propizia per stringere in un abbraccio fraterno giovani e comunità dei credenti . Possono essere disponibili al finanziamento associazioni di imprenditori e di dirigenti d’azienda, come i Rotari e i Layons. Se bene motivate,daranno il loro apporto associazioni e gruppi di ogni provenienza, famiglie e singoli cittadini. Avranno un ruolo informativo fondamentale i mass media. Dare un apporto per una esigenza come il lavoro per i nostri giovani può muovere molte coscienze. Se i tre milioni non arriveranno, provvederà il Comune. La sensibilità umana dei Veronesi non lo permetterà.

Secondo. I 3 milioni raccolti saranno dati preferibilmente a gruppi di disoccupati o di almeno tre giovani sotto i 35 anni che presenteranno un progetto di lavoro che una commissione dichiarerà in grado di procurare una entrata economica che garantisca ai lavoratori una vita dignitosa. I progetti potranno essere i più vari: alcune baby sitter ne hanno preannunciato uno. Il contributo massimo previsto è di 100.000 euro per ogni progetto. Se l’impresa avrà successo, il gruppo dovrà restituire il 30% dei soldi ricevuti, a partire dal secondo anno in cui l’azienda sarà in attivo. Se l’impresa andrà male, non si restituirà nulla: si ricomincia da capo. Saranno graditi progetti nel settore manifatturiero.

Terzo. Due attività lavorative potranno dare lustro alla nostra città: Continua a leggere

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