Archivi del mese: gennaio 2016

Articoli pubblicati nel nostro blog nel giugno – luglio 2012. Numero 3

La mala erba in Veneto?

Ci illudiamo e facciamo finta di nulla, ma la verità salta fuori. Meglio prima se vogliamo salvarci.
Anno 2008 in Veneto:
– sesta regione per quantità di droga sequestrata;
– nona regione per beni confiscati al crimine organizzato: 78 immobili;
– numerose operazioni finanziarie sospette;
– Commissione parlamentare antimafia: in Veneto opera la cosca dei Grandi Aracri di Cutro.
Anno 2010:
– Sono 689 le operazioni finanziarie sospette documentate dalla Dia nei primi sei mesi.
– Autunno. Un imprenditore calabrese, in passato denunciato per associazione mafiosa, tenta di investire 12 milioni nella ricostruzione post alluvione. Scoperto dai carabinieri di Verona.
Anno 2011.
– primo semestre: rispetto ai sei mesi precedenti le denunce per usura sono diminuite del 63% (caso unico in Italia), mentre la segnalazione di operazioni bancarie sospette è aumentata del 23%. C’è il sentore che la presenza mafiosa in Veneto sia più pronunciata di quanto emerso e che parecchi non denuncino ciò che sanno e che hanno subito.
– Aprile. Indagine “Serpe”: ha coinvolto una cinquantina di imprenditori nostrani, finiti nel giro usuraio gestito da una compagine criminale collegata al clan camorristico dei Casalesi. Tirano le fila personaggi collegati alle ‘ndrine calabresi. Continua a leggere

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Articoli pubblicati nel nostro blog nel giugno – luglio 2012 – numero 2

Le mafie riguardano solo il Sud?

– Pierpaolo Romani di Avviso Pubblico, associazione anti mafie: “La mafia è diffusa e presente, con grande disponibilità di denaro, ovunque c’è un tessuto economico forte. Minaccia tutto il mondo economico e finanziario. Il ricco Nord Est è terra di reinvestimento, di riciclaggio di enormi profitti. La vera emergenza sicurezza in Italia sono le mafie e la corruzione”. – Procuratore Caselli: “L’impresa criminale diventa impresa economica. La mafia prospera in imprese legali di copertura; compra i migliori cervelli; sta nelle maggiori città italiane; lì reinveste, costruisce, presta danaro, accumula capitale: è un progressivo avvelenamento dell’economia pulita e della concorrenza. L’economia sana non può competere. Oggi il mafioso è in doppiopetto, laureato, con attività professionali. La questione morale è impallidita, se non eclissata: se non uccide, la mafia non presenta problemi. L’assuefazione è il danno peggiore che possiamo farci”. – Procuratore Schinaia: “Quando non uccide, la mafia sta facendo grandi affari. C’è chi vede nelle disgrazie altrui un’occasione di illegalità. Si deve capire se le grandi opere, concesse con mega appalti dai Comuni, servono ai cittadini o sono per far fare soldi e investimenti alle imprese. Mafia è il connubio inscindibile tra politica e criminalità. Di mafia parliamo tanto e facciamo poco. Le istituzioni devono combattere i centri di potere politico ed economico”. – Procuratore Papalia: “La corruzione cresce. Si tratta di piccoli organismi (P2 – P4) che si intrufolano nella Pubblica Amministrazione per trarne profitto. La mafia nel Nord c’è da sempre; ha operato con il riciclaggio, il traffico di rifiuti, la manodopera in nero. Oggi modifica le sue attività. Continua a leggere

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Articoli pubblicati nel nostro blog nel giugno – luglio 2012 – numero 1

La ‘Ndrangheta ha una cupola anche in Lombardia

E’ articolo di “Il Corriere della Sera” del 5-6-12. La ‘Ndrangheta lombarda è organizzazione unitaria con una certa indipendenza dalla casa madre calabrese. Le indagini e le 110 condanne la descrivono organizzata autonomamente, con gruppi a Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Erba, Mariano Comense, Desio, Seregno. Sono stretti i rapporti con la casa madre calabrese, ma è ribadita la sovranità delle “locali” nella sovraordinata struttura lombarda. Dal 2009 il referente è unico.

Tutto è avvenuto in fretta. Fino a un paio di anni fa di mafia in Lombardia neppure si accennava. Quando, qualche mese fa, Roberto Saviano ha parlato di ‘Ndrangheta in Lombardia, sembrò una notizia bomba e l’allora Ministro degli Interni Maroni volle uno spazio televisivo per smentire le dichiarazioni “non esatte” di Saviano, in particolare per le implicanze della Lega Nord. Continua a leggere

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1- Strano popolo in nostro: più della corruzione preoccupa Equitalia

In Italia è illegalità di massa :
– ogni anno l’evasione fiscale è di 270 miliardi (tra le più alte del mondo): il 19,2% del Pil;
– la corruzione costa 60 miliardi;
– il valore complessivo dell’economia sommersa è di 400 miliardi: il 27% del Pil;
– le mafie hanno un giro di affari annuo di 170 miliardi: il 12% del Pil; tra il 15 e il 20% del Pil di
Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. Alle mafie paghiamo una tassa occulta di mille euro all’anno
a testa: 50 – 60 miliardi.
– il riciclaggio di denaro sporco incide sul 10% del Pil nazionale;
– l’economia sommersa, senza eccezioni geografiche, è di circa 270 miliardi.
Lo scudo fiscale favorisce la cultura dell’evasione e della corruzione, terreni culturalmente fondamentali per il crescere della mafia imprenditrice. Continua a leggere

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Non è finita

Alcuni anni fa, annunciati da una telefonata, sono arrivati a casa mia due ‘ricercatori’ universitari sulla mafia nel Nord Italia. Perché da me? Perché il nostro blog “Progetto Verona” aveva pubblicato una serie di articoli sulla mafia in città e provincia. Pochi veronesi li hanno letti. Li hanno scovati questi ‘ricercatori’. Mi hanno detto che avevano raccolto informazioni abbondanti sulla penetrazione delle mafie in Lombardia; un po’meno, ma più che sufficienti, riferite a Piemonte e Liguria; meno, ma sufficienti sull’Emilia Romagna; poche (insufficienti) sulle Tre Venezie.  E sono giunti da Tito Brunelli.  Fortunatamente oggi la situazione è cambiata.

(Articoli pubblicati nel nostro blog nel giugno – luglio 2012)

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Valutazioni finali di Tito Brunelli

I veri amici di tutte le mafie sono coloro che negano che esistano o si comportano come se non esistessero. Chi è saggio combatte queste persone. Occorre tener presente che le mafie raccolgono al Nord i maggiori frutti delle loro iniziative.
L’indagine “Aemilia”, conclusa nel gennaio 2015, è uno spartiacque circa la consapevolezza dell’esistenza delle mafie nel Nord Italia. Bisogna leggerla però e, perché si possa leggere, occorre che si sappia che esiste.
Per chi la conosce non sono più ammissibili, né possibili ‘figuracce’ come quella dell’allora Ministro dell’Interno Maroni che negava la presenza delle mafie in Lombardia. Di fronte alle accuse di Saviano, il Ministro ha chiesto e ottenuto un adeguato tempo televisivo per mostrare la falsità delle accuse di Saviano: “Non c’è mafia in Lombardia”. A distanza di pochi anni chi farebbe una tale figura? E si tratta di Ministro dell’Interno, il responsabile primo dell’anti mafia. E oggi è Governatore della Lombardia!
Anche in Veneto non dovrebbe essere più possibile quanto accaduto anche a me: chiamato da Tele Arena per il commento dei quotidiani del giorno, ho colto alcune notizie per richiamare al dovere di tenere gli occhi aperti per evitare la diffusione delle mafie nel Veneto e a Verona. Sono stato rimproverato: “Siete i soliti allarmisti!”. Continua a leggere

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Domande di Tito Brunelli al sindaco Tosi.

In attesa di risposta

 A Verona le mafie ci sono e operano o no? Verona pare non curarsi dell’argomento: “Non è possibile. Non è pensabile”. Eppure Carabinieri, Guardia di Finanza, organismi antimafia, .… martellano: “Dati e indagini dicono: Sì”.
Il Sindaco deve chiarire, senza ripetere parole inutili. Sì o no?
– Amministratori veronesi hanno avuto contatti con la criminalità organizzata. Vero o falso?
– Cutro, paese della Calabria, a Verona non è conosciuto. Lo conoscono cittadini veronesi di origine calabrese, come paese centrale della ‘ndrangheta. Questi, quando sentono che veronesi (anche politici e imprenditori) sono in contatto con gente di Cutro, quasi inorridiscono. Dicono: “Da dove vengono le migliaia di voti che hanno eletto alcuni consiglieri e assessori comunali?”. Sono voci diffuse. Si possono ignorare? Occorre una risposta: vero o falso?
Anche gruppi religiosi, presenti a Verona e in Calabria, mettono in guardia. Possiamo far finta di non sentire?
– Ci sono stati summit di ‘ndrangheta in aziende del veronese. Vero o falso?
– Le mafie a Verona sono interessate a gestire impianti sportivi. Vero o falso?
– Un collaboratore di giustizia: per le mafie “Verona è punto di riferimento … C’è un gruppo al quale ci appoggiamo. Ci sono i cutresi”. Vero o falso?
– Un esponente delle cosche ha incontrato, almeno in due occasioni, il sindaco Tosi e il suo vice Giacino. Vero o falso? Con quali obiettivi? Continua a leggere

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Valutazioni di Tito Brunelli. Perché vive la mafia?

Non possiamo non sapere.

I mafiosi si impongono se hanno molti soldi a disposizione e danno aiuti concreti a chi ne ha bisogno urgente per stare nel mercato e primeggiare nei grandi affari. Si presentano come fautori privilegiati di sviluppo economico e sanno instaurare rapporti profondi con gli imprenditori, trovandosi al posto giusto nel momento giusto.
Non è sufficiente. La forza delle organizzazioni criminali mafiose sta nell’occuparsi degli interessi spiccioli e delle attese delle comunità e delle singole famiglie e persone; nelle offerte di lavoro e di sostegno economico in caso di bisogno; nella capacità di realizzare velocemente interventi a favore della gente semplice, che vede chi deve ringraziare per un’offerta di lavoro a chi, disperato, lo cerca da tempo; nel dare un sostegno economico a chi ne ha grande bisogno. Questa ‘capacità’ crea credibilità nei confronti del contesto sociale, rendimento di grazie, legami interpersonali duraturi, che diventano disponibilità a collaborare e ad appoggiare il ‘benefattore’ dal punto di vista politico, imprenditoriale, bancario, informatico. I mafiosi si impongono se e perché sanno stare in mezzo al popolo, offrendogli speranze. Se c’è ancora domanda di mafia è perché i servizi illegali sembrano offrire soluzioni rapide ai problemi, mentre quelli legali sono lenti e faticano ad arrivare.
La criminalità si organizza come un’impresa che produce e scambia beni e servizi.
Il discorso vale nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Le mafie controllano il territorio se sono concretamente ed economicamente vicine al Sindaco e all’amministratore che ha l’urgenza di realizzare opere, per garantirsi il successo, anche elettorale. Continua a leggere

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Interventi autorevoli: 3

Settembre 2015. Esce il volume “Mafia a Nord-Est”. Edito da Rizzoli.
Il Nord Est è motore economico e imprenditoriale dell’Italia e ultimo baluardo contro l’avanzata delle principali organizzazioni criminali da decenni alla conquista del Paese. Il libro si colloca nell’inquietante scenario delle infiltrazioni di ‘ndrangheta nel Triveneto e squarcia il velo di “silenzio interessato che lascia da tempo campo libero ai clan e ai loro alleati”. La mappa viene delineata attraverso atti giudiziari, testimonianze e intercettazioni che fanno emergere “la rete della ‘ndrangheta che, riproducendo un modello ormai collaudato anche lontano dalla Calabria, assedia con discrezione imprese e pubbliche amministrazioni, conquistando cantieri e appoggi politici tra Verona e Padova. I fedelissimi dei boss gelesi hanno deciso di spostarsi sulla piazza incontaminata di Pordenone, per fare man bassa di appalti. Insomma nel Nord Est non c’è la mafia: ci sono tutte le mafie”, che portano corruzione, riciclaggio di denaro, traffico di droga e di armi, disastri ambientali, infiltrazioni nelle ditte appaltatrici di Fincantieri per finire con il “business del tarocco”. Continua a leggere

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Interventi autorevoli: 2

Agosto 2015. Don Luigi Ciotti: “Verona fa gola alla criminalità: dopo Venezia, che ne ha 37, è la seconda città del Veneto per numero di beni immobili confiscati a mafia, camorra e ‘ndrangheta: sono 25: a Sanguinetto: 6; a Bussolengo: 5: a Cerea: 4; a San Giovanni Lupatoto: 3; a Verona città: 2; a Erbé: 2; a Castel d’Azzano, Oppeano e Isola della Scala: 1.

La penetrazione delle mafie al Nord nasce da un vuoto etico, da una povertà non materiale ma morale. Troppo a lungo si è pensato alle mafie come a realtà di certe regioni e a fenomeni strettamente criminali, senza vedere che la loro forza è soprattutto al di fuori di esse: nelle connivenze e complicità, nell’indifferenza, nella presunzione che quello del crimine organizzato sia problema di altri. Le mafie hanno sempre mirato a infiltrarsi nell’economia e a condizionare la politica. Lo hanno fatto in passato e continuano a farlo, con nuovi strumenti e maggiore capacità di penetrazione, approfittando di un tessuto sociale oggi molto fragile e disgregato. Hanno trovato terreno fertile nell’individualismo irresponsabile, nella povertà delle relazioni e dei legami sociali, nella riduzione del lavoro a merce, nella perdita di coscienza civica e di senso del bene comune, nelle leggi fatte non a tutela di tutti, ma per garantire il privilegio di pochi”. Continua a leggere

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