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Piano degli Interventi – Variante 23

Anno 2007. La neo Amministrazione Tosi modifica il PAT (piano di assetto del territorio) votato dall’Amministrazione Zanotto: sulle Torricelle cancella la linea rossa che vietava ogni costruzione. La questione riguarda Verona città bella e la tenuta del territorio. Per capire guardiamo Genova: anni fa, oltre le costruzioni, sullo sfondo, c’erano montagne verdi. Da anni non ci sono più. Il Comune ha consentito di edificare: abitazioni, alberghi e strutture ricettive. Conseguenze: il territorio è brutto, quasi completamente edificato e non più in grado di difendersi: è diventato franoso e viene devastato dagli agenti atmosferici. Ultimamente è accaduto più volte. Guai dimenticare!

Cosa succede a Verona?

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Considerazioni di Tito Brunelli.

Concentrazione insensata di centri commerciali: scelte incomprensibili o logiche?

Riascoltiamo il segretario della CISL Castellani: “Per costruire rotonde e centri commerciali i soldi ci sono sempre. Per mettere in moto la ripresa non ci sono. Non è vero che l’Amministrazione e la politica non hanno strategie di sviluppo. Le hanno e le scelte sono precise: rinunciare al manifatturiero e investire su terziario e servizi, con la partecipazione dei privati. E’ via semplice: porta consenso immediato, ma non ha visione di prospettiva. O siamo così miopi da pensare che con commercio e servizi si possa superare la devastante crisi occupazionale? Per alcuni anni daremo lavoro alle imprese edili. Ma dopo? Solo il manifatturiero è via di uscita per creare sviluppo vero”.

Sono migliaia le case vuote, ma si continua a costruire. Perché?    Dove si sono verificate scelte simili? Per opera di chi?

Il Polo finanziario appare morto, ma resta una grande sfida di trasformazione e innovazione per Verona, in un’area voluta produttiva, nel dopo guerra, da amministratori capaci. Oggi può mettere alla prova i nostri enti economici, divenuti grandi su obiettivi ardui, parecchie volte raggiunti. Perciò il Polo finanziario rimane una formidabile occasione, alla nostra portata, per la Verona di domani: una speranza in più per i nostri giovani.

La Fiera deve essere dinamica, attenta alle tendenze del mercato, altamente tecnologica, se vuole essere competitiva.

Polo finanziario e Fiera possono vivere vicini; anzi è un bene per entrambi: la loro prossimità può diventare un aiuto reciproco.

La crisi miete le sue vittime soprattutto nel centro cittadino, Continua a leggere

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Non solo a Verona Sud: Centro commerciale anche a Verona Est.

A poche centinaia di metri da due centri commerciali (Corti Venete e Verona Est), al confine tra San Michele e San Martino B.A., a sud della grande rotonda, si annuncia il terzo centro commerciale dell’area, di 24.550 mq (come il Galassia), su un terreno di 53.000 mq, finora area verde agricola. Costruisce la “Immobiliaria srl” di Luciano Dindo. Sono previsti anche 20.000 mq di residenziale e 7.850 mq per il terziario.

Ottobre 2013. Proteste. Il Consiglio della VII^ Circoscrizione, comprese Lega e lista Tosi, su Ordine del Giorno del P.D., vota ‘no’ all’unanimità al centro commerciale di San Michele. Motivi: nell’area ce ne sono già due; è penalizzante per le piccole botteghe del quartiere; aumenterebbe il traffico già caotico; il sensibile consumo di suolo sarà di 200.000 mq: le superfici edificate ammonterebbero a 52.000 mq. Non basta: in lista di attesa del P.I. c’è il progetto di un quarto centro commerciale in località Campagnetta, a due passi dal precedente. In controtendenza con la nuova legge regionale che chiede di smettere di consumare nuovo suolo insediando eventuali centri commerciali solo in aree degradate, da riqualificare e non su superfici non edificate.

Il dibattito

– Comitato: “Una pianificazione così irrazionale produce disagi imperdonabili per il quartiere”.

– Stefano Villani (PD): “Pianificazione scriteriata: la programmazione della città va fatta prima con le idee; dopo con i soldi. L’Amministrazione Tosi è acquiescente alle scelte dei privati. I cittadini se ne accorgono quando l’Amministrazione (che dice di essere dalla loro parte) ha già deciso. Dicono che l’opera va fatta perché in cambio il privato costruirà il parcheggio scambiatore, senza il quale non si può realizzare il filobus. Il rischio è che il parcheggio, a pagamento, diventi luogo di sosta per chi fa la spesa. Il carico di traffico sarà insostenibile”. Povera città!

– Confcommercio: “C’è il rischio di sovraffollamento di strutture commerciali e ricettive, in una fase di scarsi consumi, tali da scardinare il rapporto domanda – offerta su cui si regge il sistema commerciale, con grave danno per i piccoli commercianti”. Si criticano in particolare il colosso Ikea e la vasta area commerciale di Verona Sud. Il presidente Paolo Arena: “Ikea crea posti di lavoro, Continua a leggere

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Dibattito sul futuro di Verona Sud.

In particolare intorno al centro commerciale di Palazzina,  forse perché lì ci sono abitanti, poco presenti nell’ex ZAI, dove sorgerà la maggior parte dei centri commerciali. 

– Il comitato: “Si deve porre rimedio all’esubero di aree commerciali. Il quartiere non può sopportare altro cemento. Rotonda e centro commerciale-residenziale non servono all’interesse pubblico; sono funzionali solo al privato e al Comune che incamera soldi. L’aumento del traffico peggiorerà la viabilità. La nuova legge regionale punta al risparmio di suolo agricolo. Quanto è in contrasto con la normativa è a danno della collettività. Ma perché si continua a fare ciò che si afferma di voler eliminare? Sconvolge la pervicacia con cui l’Amministrazione Tosi-Giacino porta avanti il provvedimento, nel disinteresse delle conseguenze sulla salute e sulla vita dei cittadini, con i quali manca il confronto”.

Roberto Pellegrini, difensore civico regionale, chiede una “radicale revisione del progetto: grave esempio di inutile e dannosa erosione del terreno agricolo in una zona di alto pregio ambientale”.

Franco Bonfante (PD): “Se il Comune vuole, Palazzina sarà risparmiata da nuovo cemento in base all’art 2 del regolamento regionale sul commercio approvato in giugno: impegna al “risparmio di suolo, al recupero e qualificazione urbanistica di aree e strutture dismesse e degradate”.

Assessore Giacino: “Daremo risposte puntuali. Continua a leggere

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Invasione di centri commerciali e di grandi strutture di vendita.

In gran parte a Verona Sud.  Nella provincia di Verona le aree commerciali occupano 144.000 mq. Il Piano degli Interventi del Comune di Verona prevede nella sola V^ Circoscrizione (Verona Sud) interventi a favore del grande commercio per 432.233 mq: aree vendute per fare cassa.

Il sindaco Tosi ha sempre raccontato che i parcheggi erano la priorità assoluta per la Fiera e che nell’area dell’ex Mercato ortofrutticolo si possono realizzare solo quelli.

–  Novembre 2013. L’Amministrazione che difende a spada tratta i ‘bisogni’ della Fiera le colloca sull’uscio di casa un centro commerciale, eliminando centinaia di parcheggi. Giustificazione: con il ricavato si finanzieranno altri parcheggi.  Nodo del contendere: centri commerciali e supermercati a Verona Sud sono troppi o no?

– Italia Nostra: “Un’esagerazione. L’87% delle aree del P.I. in V^ Circoscrizione sono commerciali, per un totale di 435.000 mq”.

– Bertucco: “Il P.I. prevede oltre 500.000 mq di centri commerciali”.

– Giacino: “Bertucco dà i mq totali degli spazi in cui sorgono centri commerciali, non le superfici di vendita, che arriveranno poco oltre i 90.000 mq contro i 199.000 potenziali, concessi dal PAT di Zanotto; il resto sono celle frigorifere, magazzini e altro”.

– Bertucco: “Se Giacino pensa che 300.000 mq saranno di celle frigorifere vive su un altro pianeta. L’area occupata da centri commerciali a Verona Sud sarà pari all’intero centro storico di Verona. Continua a leggere

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Undici Centri commerciali a Verona Sud? – NO! – SI’!.

Proseguiamo l’illustrazione delle varie posizioni.

– Partito Democratico. “Verona Sud, nei prossimi anni, sarà intasata da traffico e cantieri: la maggior parte faranno sorgere aree commerciali. Di fronte alla Fiera se ne aggiunge una ai 432.000 mq di commerciale previsti a Verona Sud dal Piano degli Interventi. L’Amministrazione Tosi per anni ha raccontato che i parcheggi sono la priorità assoluta per la Fiera e che, di fronte a essa, non si può realizzare altro. Adesso si spazza via proprio l’area di sosta più vicina ai padiglioni e comoda per collegarsi al centro città. Golosine, Borgo Roma e Cadidavid non hanno ricevuto un solo metro di verde fruibile”.  Si polemizza anche sul valore economico dell’area: i prezzi di mercato sono altri.

Il P.D. è contrario a un grande parcheggio all’ex Scalo merci: porta il traffico all’interno dei quartieri anziché fermarlo all’uscita dell’autostrada. Chiede in quella vastissima area (da viale Piave a Santa Lucia) un grande parco urbano. Segattini: “Il sindaco Tosi ha chiesto alle FS un’area nello scalo per 5.000 posti auto per la Fiera, ma quell’area è strategica per lo sviluppo della città: deve saldare il debito di verde e vivibilità che il Comune ha nei confronti di Verona Sud e Golosine”.

Pesante e logico è quanto afferma Bertucco (P.D.):L’urbanistica è sotto dettatura di privati”.

PD e PdL minacciano ricorso al TAR. In un contratto trentennale, a firma Riello (Fiera) e Paolo Paternoster (Polo fieristico), le parti garantiscono sull’area, per 30 anni, almeno 2.160 posti auto, che, con il nuovo centro commerciale, calerebbero della metà.

Il PD diffonde uno studio di Confesercenti-Lombardia: Ikea, a fronte di 841 posti di lavoro promessi, ne manda in fumo 1.085, con saldo negativo di 284. In Lombardia, negli ultimi 4 anni, a seguito del sorpasso delle grandi e medie superfici commerciali rispetto al piccolo commercio di vicinato, sono stati persi 20.000 posti di lavoro”.

Vito Giacino: “Di fronte alla Fiera sorgerà un supermercato alimentare, non un centro commerciale. Continua a leggere

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Prosegue il dibattito: Verona Sud viene venduta per fare cassa.

Che senso ha un nuovo centro commerciale di fronte alla Fiera? 

– Luigi Castelletti: “La necessità di posti auto per la Fiera è assoluta. Comune, Fiera, Polo fieristico e Ferrovie devono definire il Piano parcheggi nell’area, a vantaggio della Fiera”.

– Commercianti locali: “Continuando a fare centri commerciali non si migliora la qualità della vita. Si creano nuovi attrattori di traffico che danneggiano il territorio dal punto di vista della viabilità e dello smog per finanziare il parcheggio scambiatore del filobus. Capiamo che il Comune ha bisogno di soldi, ma non può ottenerli facendo morire le attività economiche locali. Assisteremo alle esequie delle ormai poche attività commerciali che, con coraggio, resistono sul territorio e che, nostro malgrado, spariranno. Ci saranno ripercussioni sulle strade del circondario, già intasate. Servono invece parchi, biblioteche, parcheggi”.

– Giancarlo Montagnoli : “Spostare altrove il Polo finanziario sarebbe stato un errore: la vicinanza con gli istituti finanziari avrebbe giovato alla Fiera, creando maggiore sinergia tra i due comparti”.

– Mariangela Fogliardi (Scelta civica): “Quel piazzale davanti alla Fiera diventa paradigma del declino: potevamo puntare sull’eccellenza, sul creare la nostra City; invece ci troviamo con un parcheggio e con l’ennesimo centro commerciale”.

– Ettore Riello, presidente della Fiera: “L’area di fronte alla Fiera è indispensabile Continua a leggere

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A Verona centri commerciali a gogò: Verona Sud diventerà la Capitale mondiale dei centri commerciali.

Il sindaco Tosi smentisce scelte amministrative per cui si è battuto per anni. Per far soldi va tutto bene: Pecunia non olet!

Partiamo dall’ultimo, un centro commerciale di fronte alla Fiera. Sarà l’undicesimo nella zona.  L’area dell’ex Mercato ortofrutticolo, di fronte alla Fiera, è di circa 60.000 mq. L’Amministrazione Zanotto l’aveva destinata sede del Polo finanziario. L’Amministrazione Tosi ha cancellato il Polo finanziario da quel luogo. Comune e Fiera hanno riacquistato l’area per 39 milioni, diventandone proprietari dell’85 e del 15% e adibendola a parcheggio per circa 2.100 posti auto. Nel novembre 2013 il Consiglio comunale di Verona decide di vendere la parte dell’area verso viale dell’Industria per insediarvi una grande struttura commerciale che occuperà 6.500 mq. Il parcheggio viene ridotto di 8.5000 mq. Si perdono 800 posti auto. L’area sarà messa all’asta. Il Comune conta di ricavare 25 milioni.

I soldi saranno spesi per il raddoppio del multipiano, parcheggi nel quartiere fieristico, alla Genovesa, all’ex Scalo merci, all’ex centrale del latte, all’ex Macello e opere per la viabilità.

–  Assessore Giacino: “E’ occasione di sviluppo e di riqualificazione”.

–  Il sindaco Tosi: “Ci occorrono soldi. Negli ultimi anni, le uniche compravendite di terreni sono quelle finalizzate a strutture commerciali”.

Così ragiona un sindaco! Su queste basi pensa al futuro della città. Questo centro commerciale è l’undicesimo previsto in Verona Sud, come preciseremo in seguito.

Il dibattito

– Paolo Arena, presidente di Confcommercio: “Come Confcommercio non siamo pregiudizialmente contrari ai centri commerciali; ne possono sorgere anche nei centri storici. Riteniamo però che si debba programmare la loro localizzazione con le categorie economiche. La crisi dei consumi picchia duro. Le grandi strutture di vendita oggi non sono piene di clienti. Sono in difficoltà sia i piccoli negozi sia molte grandi strutture. Serve una pausa per ripensare una strategia complessiva di sviluppo, per non sbagliare le scelte. Occorre evitare concentrazioni commerciali in alcune zone della città. Incrementare l’offerta e i protagonisti del comparto avrebbe conseguenze negative nel settore: non è lungimirante.

Veniamo all’oggi: un centro commerciale davanti alla Fiera? Questo sarebbe lo sviluppo di Verona Sud? Le attività commerciali devono nascere per esigenze di mercato. L’apertura di un nuovo grande supermercato davanti alla Fiera non risponde a tali logiche: creerebbe problemi senza assicurare valore aggiunto al sistema Verona. Continuando a costruire grandi complessi, si rischia di creare nuove cattedrali nel deserto e di danneggiare i piccoli negozi di quartiere”.

– Daniele Polato (capogruppo PdL in Comune): “Si procede a spot. Manca la programmazione urbanistica. Continua a leggere

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Dove stiamo andando? Richiamiamo alla mente il film di Rosi: “Le mani sulla città”

Ci aiuta ad approfondire un articolo di Massimo Malvestio, su “Il Corriere di Verona” del 6-12-13. “Il danno vero è venuto quando i Comuni, di fronte ai tagli dei trasferimenti statali, hanno cominciato a commerciare la pianificazione urbanistica e hanno finanziato la spesa dei Comuni con un uso sempre più improprio degli oneri di urbanizzazione che venivano raccolti sospingendo le nuove e sovrabbondanti edificazioni. Le polemiche di oggi sul Piano casa segnano l’inizio della nuova stagione con un triste ritorno alle origini: il territorio, nuovamente e questa volta dichiaratamente, svenduto per il lavoro che non c’è più. Le polemiche di questi giorni non dividono chi ama il bello da chi non lo ama. La vera polemica è sulla modalità della svendita. Questa volta però, e per la prima volta, non c’è chi compra: in un mercato paralizzato da anni e con uno stock immenso di invenduto, è difficile pensare a una corsa ai benefici del Piano casa. La differenza rispetto al passato è che il pubblico allora sceglieva di svendere e il privato comperava per dare alimento alle speranze nel futuro. Oggi invece il pubblico svende, ma il privato non compra: con il debito pubblico non si è svenduto solo il paesaggio, ma anche la fede nel futuro”.

E’ questa la grave colpa che, a Verona, rimproveriamo al sindaco Tosi e al suo ex vice Giacino: l’aver messo al primo posto il recupero di soldi a ogni costo. Conseguenza: si è venduto terreno cittadino a piccoli pezzi, soprattutto a Verona Sud. Da questi i nuovi proprietari cercheranno di ricavare il massimo beneficio per se stessi, costruendo e costruendo. Permettere, anzi favorire questo processo è colpa grave per gli amministratori: torniamo alla deturpazione del territorio del dopoguerra. Al centro delle scelte del buon amministratore deve essere la città bella. Quella che ci consegna oggi l’Amministrazione Tosi non è una città almeno un poco più bella di quella che ha ricevuto. E cosa diremo se (speriamo di no) spunteranno come i funghi decine e decine di edificazioni e di centri commerciali come prevede il Piano degli Interventi?

Andrea Ferrazzi, delegato nazionale Anci Urbanistica: “Oggi c’è bisogno di pianificazione, che non è la sommatoria di interventi parziali e settoriali Continua a leggere

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Nota di Tito Brunelli: come interagiscono i piani territoriali di Comune, Provincia e Regione?

Negli ultimi quattro anni, le Amministrazioni locali (Comuni, Provincia, Regione) hanno preso decisioni a favore di nuove costruzioni, dichiarando di volerle limitare al massimo possibile. In Provincia, la maggioranza dichiara apertamente il via libera alle costruzioni.

Il sindaco Tosi e l’allora suo vice Giacino, seppure driblando i problemi, sono altrettanto chiari e non ammettono intrusioni nelle loro decisioni. La Regione cerca di motivare le scelte del Piano casa e si difende strenuamente, ma alla fine è lo stesso Presidente Zaia ha riconoscere che l’ampliamento possibile delle abitazioni è dell’80%, senza controlli da parte dei Comuni.

Dato ‘curioso’:.Il Piano degli interventi del Comune di Verona è criticabile e criticato soprattutto perché concede ai privati la massima possibilità di costruire, quando di nuove costruzioni non c’è bisogno. Per le attuali necessità si potrebbe favorire la vendita degli appartamenti sfitti e utilizzare gli spazi degradati, molto numerosi in città.

Interviene poi la Provincia, con un obiettivo: cancellare definitivamente il Piano predisposto dall’ex presidente Elio Mosele perché poneva limiti alle nuove costruzioni. Ora “si raccomanda” di salvaguardare il territorio e contemporaneamente si concede a Sindaci e costruttori ampia libertà di manovra. No a blocchi. No vincoli, ma opportunità. Rilancio economico a partire dall’edilizia.

Arriva la Regione Veneto. Di positivo c’è che si punta a modernizzare le costruzioni: rendendole antisismiche, energetiche, rispettose delle normative idrogeologiche, senza amianto. Però gli interventi di ampliamento delle abitazioni e la possibilità di edificazione diventano enormi e quasi senza controllo reale.

Altro dato sconcertante: I Sindaci criticano la Provincia se pone limiti ai propri progetti per salvaguardare il territorio. Gli stessi Sindaci si scagliano contro la Regione per l’accentramento regionale degli interventi edilizi fatti senza criterio. La Regione critica i Sindaci perché stravolgono il territorio a danno della programmazione regionale.

Ogni ente chiede agli altri di lasciarlo decidere in pace. Appare sempre più chiaro che il primo obiettivo, soprattutto di Regione e Comuni è di gestire gli interventi edilizi dei privati per recuperare soldi. “La città bella può aspettare. Ora servono soldi”. La stessa cosa è accaduta nel dopoguerra con l’espansione edilizia senza criterio che ha abbruttito soprattutto le periferie urbane e ha devastato le nostre campagne e gli spazi verdi cittadini.

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