Negli ultimi quattro anni, le Amministrazioni locali (Comuni, Provincia, Regione) hanno preso decisioni a favore di nuove costruzioni, dichiarando di volerle limitare al massimo possibile. In Provincia, la maggioranza dichiara apertamente il via libera alle costruzioni.
Il sindaco Tosi e l’allora suo vice Giacino, seppure driblando i problemi, sono altrettanto chiari e non ammettono intrusioni nelle loro decisioni. La Regione cerca di motivare le scelte del Piano casa e si difende strenuamente, ma alla fine è lo stesso Presidente Zaia ha riconoscere che l’ampliamento possibile delle abitazioni è dell’80%, senza controlli da parte dei Comuni.
Dato ‘curioso’:.Il Piano degli interventi del Comune di Verona è criticabile e criticato soprattutto perché concede ai privati la massima possibilità di costruire, quando di nuove costruzioni non c’è bisogno. Per le attuali necessità si potrebbe favorire la vendita degli appartamenti sfitti e utilizzare gli spazi degradati, molto numerosi in città.
Interviene poi la Provincia, con un obiettivo: cancellare definitivamente il Piano predisposto dall’ex presidente Elio Mosele perché poneva limiti alle nuove costruzioni. Ora “si raccomanda” di salvaguardare il territorio e contemporaneamente si concede a Sindaci e costruttori ampia libertà di manovra. No a blocchi. No vincoli, ma opportunità. Rilancio economico a partire dall’edilizia.
Arriva la Regione Veneto. Di positivo c’è che si punta a modernizzare le costruzioni: rendendole antisismiche, energetiche, rispettose delle normative idrogeologiche, senza amianto. Però gli interventi di ampliamento delle abitazioni e la possibilità di edificazione diventano enormi e quasi senza controllo reale.
Altro dato sconcertante: I Sindaci criticano la Provincia se pone limiti ai propri progetti per salvaguardare il territorio. Gli stessi Sindaci si scagliano contro la Regione per l’accentramento regionale degli interventi edilizi fatti senza criterio. La Regione critica i Sindaci perché stravolgono il territorio a danno della programmazione regionale.
Ogni ente chiede agli altri di lasciarlo decidere in pace. Appare sempre più chiaro che il primo obiettivo, soprattutto di Regione e Comuni è di gestire gli interventi edilizi dei privati per recuperare soldi. “La città bella può aspettare. Ora servono soldi”. La stessa cosa è accaduta nel dopoguerra con l’espansione edilizia senza criterio che ha abbruttito soprattutto le periferie urbane e ha devastato le nostre campagne e gli spazi verdi cittadini.
Considerazioni di Tito Brunelli.
Concentrazione insensata di centri commerciali: scelte incomprensibili o logiche?
Riascoltiamo il segretario della CISL Castellani: “Per costruire rotonde e centri commerciali i soldi ci sono sempre. Per mettere in moto la ripresa non ci sono. Non è vero che l’Amministrazione e la politica non hanno strategie di sviluppo. Le hanno e le scelte sono precise: rinunciare al manifatturiero e investire su terziario e servizi, con la partecipazione dei privati. E’ via semplice: porta consenso immediato, ma non ha visione di prospettiva. O siamo così miopi da pensare che con commercio e servizi si possa superare la devastante crisi occupazionale? Per alcuni anni daremo lavoro alle imprese edili. Ma dopo? Solo il manifatturiero è via di uscita per creare sviluppo vero”.
Sono migliaia le case vuote, ma si continua a costruire. Perché? Dove si sono verificate scelte simili? Per opera di chi?
Il Polo finanziario appare morto, ma resta una grande sfida di trasformazione e innovazione per Verona, in un’area voluta produttiva, nel dopo guerra, da amministratori capaci. Oggi può mettere alla prova i nostri enti economici, divenuti grandi su obiettivi ardui, parecchie volte raggiunti. Perciò il Polo finanziario rimane una formidabile occasione, alla nostra portata, per la Verona di domani: una speranza in più per i nostri giovani.
La Fiera deve essere dinamica, attenta alle tendenze del mercato, altamente tecnologica, se vuole essere competitiva.
Polo finanziario e Fiera possono vivere vicini; anzi è un bene per entrambi: la loro prossimità può diventare un aiuto reciproco.
La crisi miete le sue vittime soprattutto nel centro cittadino, Continua a leggere →
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