Archivi tag: Cariverona e Comune di Verona

Altre due note di Tito Brunelli, riferite a Verona e al Veneto

Prima. Quanto è accaduto negli ultimi mesi in Cariverona, in Property, in Torre è il segno locale di un potere per molti aspetti benefico, ma che non risponde a nessuno; che è chiuso in se stesso, nella volontà di gestire i soldi di molti da parte di tecnici che ritengono di avere l’esclusiva di decisioni che dovrebbero coinvolgere tutti.

Il nuovo presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco, ha portato però un atteggiamento nuovo: parla, informa, esprime opinioni, giustifica le scelte. E’ una novità vera, da riconoscere e da valorizzare, nella comune volontà di far fruttare i nostri risparmi per un bene maggiore che coinvolga molti. Se si apre il dialogo della conoscenza e della progettualità, si va verso la crescita complessiva della città. Il nostro blog si mette a disposizione come parte della nostra comune storia.

Seconda. Chi sostiene (lo abbiamo riportato nei nostri articoli) che Verona deve badare a se stessa; che i nostri soldi sono solo nostri; che le banche non veronesi in difficoltà devono arrangiarsi; … in pratica che ogni ente economico faccia la sua strada a favore dei concittadini, veda di non trovarsi nelle stesse condizioni. Una veronesità chiusa, che pretende tutto per sé prima di dare una mano ad altri in difficoltà, può diventare una nemica dei Veronesi. L’obiettivo è il grande progetto, il nuovo ordine economico e finanziario, dal livello locale a quello internazionale, capace di garantire a tutti la dignità della vita, del risparmio, della crescita economica e culturale. Ogni precauzione è doverosa: non si può spendere ora senza creare le condizioni di un futuro di garanzie. Ma l’egoismo, il pensare solo a sè, come oggi facciamo con i profughi che arrivano in Grecia e in Europa, è destinato a chiuderci nelle piccole certezze quotidiane, perdendo di vista un bene più grande, in grado di coinvolgere tutti e, perciò, capace di produrre una vita dignitosa per tutti.

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Note conclusive di Tito Brunelli

“Tutto per il popolo – Nulla con il popolo”

Prima. Nella nostra storia sono vissute e vivono persone sagge e lungimiranti, anche nel mondo dell’economia e della finanza. Non possiamo dimenticare chi, più di un secolo fa, a partire dalle nostre parrocchie, ha dato vita a Banche Popolari, Casse di Risparmio, Casse Rurali, Assicurazioni, che hanno significato il concreto aiuto a gruppi, famiglie e persone, soprattutto giovani capaci e meritevoli, che, con il loro lavoro produttivo, hanno reso possibile una vita migliore per molti. Alcune di queste persone lungimiranti hanno deciso che gli utili delle banche avviate non vengano distribuiti tra i soci azionisti, ma tornino alle comunità locali, in modo da garantire loro un benessere complessivo, sociale, culturale e produttivo.

Lo sappiamo bene noi Veronesi: Cariverona ha investito somme enormi nel nostro territorio; è stata e deve continuare ad essere una “musina” inestinguibile, permettendo alla nostra e ad altre città una crescita armoniosa, per la quale ringraziamo.

Seconda. Soprattutto negli ultimi decenni, con responsabilità che vanno indietro nel tempo, quello della finanza è un mondo a sè, con regole e riti incomprensibili a moltissimi, gestito da un numero molto ristretto di persone (e di famiglie) che agiscono in modo tale da escludere non solo il popolo, Continua a leggere

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Si arriva alle decisioni

Marzo. Cariverona, molto corteggiata, è orientata a restare fuori dagli aumenti di capitale in atto a Vicenza e Montebelluna (1 e 1,5 miliardi).

Alessandro Mazzucco: “Oggi non sottoscriviamo l’aumento di capitale”.

I segnali di attenzione verso le Popolari fanno i conti con la realtà. Da un lato, con la riduzione dei valori in Borsa, è impossibile vendere parte della quota di Unicredit: sarebbe una perdita voluta. Con l’ingresso in Borsa delle due, si va verso una fase di volatilità: i prezzi delle azioni rischiano forti oscillazioni e dividendi da verificare. I rischi sono eccessivi per una fondazione bancaria che deve muoversi da investitore prudente. Non è esclusa la possibilità di interventi successivi, quando la situazione delle due banche e delle quotazioni di Borsa si stabilizzerà.

Un segnale importante e indicativo: il presidente Mazzucco dichiara che il CdA di Cariverona è attento nei confronti di Fondazione Arena. Pare sicuro un contributo di mezzo milione. Improbabile invece l’erogazione di contributi a Banco Popolare e Cattolica.

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Aprire il confronto?

Lo chiede il PD a Mazzucco: “Decida se vuole isolare la Fondazione o riflettere insieme, avendo cura solo dell’interesse del territorio. Cominci a confrontarsi sul suo programma nel Consiglio generale anziché comunicare solo dai giornali. I fronti aperti sono molti, compresi i nuovi assetti tra il passato e il futuro. Se i protagonisti di ieri continueranno a incidere, il Presidente dovrà dire qualcosa sul nuovo equilibrio. Su tutti i temi dibattuti occorrono chiarezza e trasparenza”.

Interviene Enrico Zanetti, viceministro all’Economia: “Da parte del Governo c’è attenzione al tema delle fondazioni bancarie: alcuni interventi possono essere fatti, ma in modo intelligente: se si impongono alle fondazioni vincoli eccessivi, poi bisogna chiedersi chi investe nelle nostre banche. Più la politica resta fuori dalle banche e dalle Fondazioni meglio è. Il discorso vale anche per la fusione Banco – Bpm. Possiamo e dobbiamo tracciare direzioni auspicabili nell’interesse generale, come nel caso di processi di fusione. Da veneto mi sarebbe piaciuto vedere il polo veronese guardare più verso Est che verso Ovest. Punti di partenza: il business e la tutela degli azionisti”.

E’ da decidere l’investimento prevalente. Continua a leggere

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Consensi per Dal Moro

Diego Zardini (deputato PD): “Condivido. Il metodo seguito consente l’autoconservazione e la perpetuazione della classe dirigente e crea rigidità nel sistema Gli incarichi pubblici devono avere un termine: 10 anni. La politica veronese si è mostrata debole. Il Governo nazionale ha avviato una riflessione; spingeremo verso il rinnovamento”.

Cinzia Bonfrisco (Centro Destra): “L’autonomia delle Fondazioni bancarie introdotta l’anno scorso è fallita. Biasi non poteva trovare modo peggiore per far finta di uscire di scena. Mazzucco e il suo vice possono segnare una positività per Verona e per la sua vita economica: la cultura che incontra la cultura dell’impresa può fare cose positive”.

Michele Bertucco (PD): “C’è un nuovo presidente, ma a tirare le fila e a decidere rimane Biasi. E’ l’epilogo di una nomina discussa solo sui giornali e mai nell’ambito dell’organismo deputato: il Consiglio generale della Fondazione. Il Sindaco parla di straregie e di fusioni; vuole impegnare Cariverona in tutto il Veneto: temi che è meglio lasciasse a persone competenti”.

Vincenzo D’Arienzo (deputato PD): “In Cariverona esistono tre gruppi: quello legato a Basi, quello che segue Tosi e quello che non gradisce né Biasi né Tosi (per le sue “indebite interferenze) né il nuovo Presidente. C’è chi prevede una spaccatura in tre tronconi del Consiglio generale e chi teme una opposizione interna. Rispetto agli ultimi 22 anni, è una rivoluzione totale. Le fibrillazioni potranno essere forti perché gli insoddisfatti si stanno rafforzando e organizzando.  Vedremo se Mazzucco sarà in grado di trovare nuovi equilibri. Non sarà facile”.

D’Arienzo e Bertucco indicano i temi su cui lo scontro potrebbe esplodere: Continua a leggere

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Il coraggio di Dal Moro, deputato PD

18 febbraio 2016. In una intervista a “Il Corriere di Verona, Dal Moro critica il modo operare di Biasi: “Ha deciso tutto lui”.

Domanda (D): “A Verona cambia il quadro del sistema economico finanziario. La politica dove è?”

Dal Moro (DM): “Da 25 anni i partiti sono fuori dalle banche. Scelta giusta visti gli errori del passato. Ma da quando le banche sono in mano al solo mondo dell’economia e dell’impresa, le cose non sempre sono andate bene. Anzi …”

D: “E’ stato eletto il nuovo CdA di Cariverona. Qual è il suo giudizio?”.

DM: “Mantengo perplessità. Avrei preferito che per le nomine si fosse dato tempo per la presentazione delle candidature e poi, sulla base delle candidature pervenute, il nuovo Consiglio generale avesse fatto in completa autonomia le scelte. Invece è prevalsa la solita logica della fedeltà, senza investire sul cambiamento”.

D: “Per la prima volta non c’è unanimità. Wilmo Ferrari si è astenuto”.

DM: “Lo ha fatto in piena autonomia, con motivazioni che abbiamo apprezzato. La sua astensione non è passata inosservata né a Verona né a Roma. Penso che in futuro peserà”. Continua a leggere

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Il realismo delle scelte

Cariverona valuta un investimento, anche se il fronte delle Popolari venete in trasformazione in spa è molto ampio.

Si devono fare i conti, però, se vendere o meno parte della quota Unicredit.

Occorre confermare il ruolo primario di Verona nella fusione Banco Popolare-Bpm.

Ecco il punto: se non entrano nuovi soldi, perché non si vendono le azioni Unicredit, c’è liquidità sufficiente per coprire tutte le partite aperte? O si dovrebbero svincolare titoli e fondi, per investire nelle banche, a valori che tra qualche mese potrebbero rivelarsi inferiori? Cariverona è disponibile a valutare l’aumento della propria partecipazione nel capitale del Banco Popolare “se l’investimento sarà utile per tutti”.

Paolo Biasi, sul terreno delle scelte finanziarie, ha sempre dimostrato di tener conto dei mercati e poco della politica. Sarà cosi anche Mazzucco? Continua a leggere

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Ascoltiamo Lamberto Lambertini

Intervento pubblicato su “Il Corriere di Verona”

“Fondazione Cariverona con il suo 3,46% di Unicredit potrebbe realizzare oltre un miliardo di euro, stando all’attuale capitalizzazione di Borsa. Anche mantenendo una quota nella banca di provenienza, i risultati attesi sono finanziariamente molto rilevanti; tanto da consentire di pensare a un ruolo da protagonista nella ristrutturazione del sistema bancario veneto.  In questo territorio, toccato dalla crisi e piegato dalle vicende delle banche locali non quotate, Banca Popolare di Vicenza ha lanciato un aumento di capitale di almeno un miliardo e settecentocinquanta milioni.     Veneto Banca ha necessità di interventi sul capitale per 800 milioni al mese.

Nel Veneto solo Cariverona può muovere i capitali necessari per acquisire partecipazioni di rilievo. Il pericolo è che si ripetano gli errori del passato. Un investimento nel sistema bancario deve garantire parametri adeguati di redditività, Continua a leggere

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Quale fronte privilegiare?

Il sindaco Tosi punta a dare spazio alle richieste del territorio:

“Cariverona guardi prima a Vicenza e al Veneto: le banche venete sono in difficoltà”. Condivide però l’alleanza lombardo-veneta: la fusione Banco-Bpm e auspica che “l’alleanza si allarghi agli istituti veneti”.

Domanda inevitabile: l’eventuale impegno di Cariverona per creare un Polo di credito veneto quali rischi comporta per l’aggregazione tra Banco Popolare e Bpm?

Il presidente Mazzucco: “La Fondazione esiste per supportare finanza e imprenditoria venete.  Le difficoltà dei mercati influiscono sulle scelte della Fondazione, anche in termini di erogazioni. Però il bilancio dell’ente è molto solido. Vendere in questo momento significa perderci: eventuali operazioni non devono compromettere il patrimonio. E’ da decidere l’investimento prevalente. Prevedo che ci saremo; mi riferisco alle Popolari venete”.

Mazzucco dialoga con Carlo Fratta Pasini, presidente di Banco Popolare; Continua a leggere

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I due fronti di Cariverona:il possibile Polo veneto delle Banche Popolari

Quale sarà il ruolo di Cariverona nell’attuale crisi delle Banche Popolari venete: Banco Popolare (Cariverona ne è azionista), Veneto Banca e Popolare di Vicenza? Cariverona è pressata dalle loro richieste; ogni investimento però deve essere remunerativo per garantire il ritorno sui territori di cui Fondazione è espressione, a partire da Verona. Mazzucco si muove con Maccagnani, Pedrollo e Biasi. Negli ultimi mesi si è detto che la parziale uscita di Cariverona da Unicredit avrebbe fornito i mezzi finanziari per investire nelle Popolari venete. Ma la crisi finanziaria ha ridotto il patrimonio.

I soci di Popolare di Vicenza decidono l’aumento di capitale, la trasformazione in spa e la quotazione in Borsa. Chiedono a Cariverona di investire nella loro banca, in modo che i due enti, insieme, siano un’ancora nel territorio “La volontà dei vicentini di non perdere la territorialità del loro istituto costituisce una spinta per Cariverona”, che ha come missione l’intervento territoriale. Ma può Cariverona impegnarsi con Vicenza e lasciar perdere Veneto Banca?

L’aggregazione tra Banco Popolare e Banco Popolare di Milano (Bpm) Continua a leggere

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