Non solo scricchiolii. Fatti nuovi e gravi per Verona
Novembre 2012. La bomba.
La Fiera di Verona, nell’assemblea del 30 novembre,
– chiede ai soci (Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona, Fondazione Cariverona, Banco Popolare di Vicenza e di Verona, Cattolica Assicurazioni, Veneto Agricoltura, Regione Veneto) una quindicina di milioni;
– fa presente che il crac di Buonitalia (agenzia del Ministero dell’Agricoltura in dissesto: persi 3,7 milioni) e i ritardi nei pagamenti (per 12 milioni, in parte recuperabili) delle Regioni Lazio, Sicilia e Campania, per spazi acquisiti in Vinitaly, pur non mettendo a rischio bilancio e obiettivi, diminuiscono le entrate;
– dichiara di essere sana. Pre-consuntivo 2012: 80 milioni di fatturato e 12% di margine operativo lordo. Come dire: VeronaFiere non ha problemi di bilancio. “Il male è di sistema e di una crisi economica che si riflette su tutti”.
I vertici della Fiera mandano messaggi rassicuranti. Il direttore generale Mantovani: “Chiediamo soldi per la crescita dell’attività fieristica: per rafforzare prodotti e investimenti”.
– Stefano Valdegamberi: “I fornitori-creditori si vedono recapitare una nota con la quale la Fiera propone una riduzione del 10% dei crediti maturati nel 2012. Come dire: ti spetta un credito di 100? Bene. Dimmi che ti accontenti di 90. Cosa succede in Verona Fiere? I conti non tornano? O è un tassello del ‘modello Verona’ che cade a pezzi colpendo le tasche dei Veronesi? Dopo il disastro aeroporto; i buchi nei bilanci di Autostrada Serenissima; la scellerata scelta di vendere il Quadrante Europa, spero che non si debba aggiungere anche un problema Fiera”. Continua a leggere