– “La scelta del traforo è irreversibile”. Occorre incentivare il trasporto pubblico e un sistema di grande viabilità. Ma se il Passante Nord non libera la città dal traffico, come si possono velocizzare il filobus e i mezzi del trasporto pubblico?
– “I lavori stanno per partire”. Lo garantisce il sindaco Tosi, nel 2007, nel 2008 e poi anno dopo anno, in decine e decine di annunci, ormai ridicoli. Chi si può fidare? Recentemente il Sindaco ha dichiarato che, pur non essendo candidato Sindaco, si impegnerà con energia nella campagna elettorale per la prossima Amministrazione, alla quale toccherà la realizzazione del traforo. Ci ha così comunicato che non sarà lui ad avviare e seguire i lavori. Contraddizioni continue.
– “Le risorse ci sono. L’opera non costerà un euro al Comune e ai cittadini”. Queste parole, ripetute dal sindaco Tosi in tutte le salse, impressionano più di ogni altra. Chi può credere che il Sindaco ritenga vero ciò che dice? Se cittadini e Comune non spenderanno un euro, da dove pioverà il denaro? Qualcuno di sicuro paga. Chi paga? Chi investe centinaia di milioni? Sono arrivati a Verona gli angeli benefattori? Chi si cela dietro le fiduciarie imprenditrici?
E’ evidente a tutti che il Passante Nord sarà pagato dai cittadini e dagli automobilisti di passaggio.
– “Il piano del Passante Nord, presentato da privati, si regge anche senza contributi pubblici”. Anche queste sono parole del sindaco Tosi, ripetute e ripetute. Si resta senza parole. Con chi abbiamo a che fare? Naturalmente Tosi non disprezza contributi pubblici; dice però che, se arrivano, saranno spesi in opere accessorie: potenziamento del nodo di via Fincato, all’imbocco del traforo; sistemazione di via Valpantena; pista ciclabile per Boscomantico; raddoppio entro il 2021 della bretella per la Valpolicella. Se il contributo non arriverà, si ricalibrerà il piano finanziario.
– “Le aziende costruttrici sono solide e affidabili”. E infatti due hanno già fallito e le altre sono in difficoltà finanziarie quasi invincibili.
Sconcertante.
Valutazioni di Tito Brunelli: Il futuro può sorridere
“Non tutto il male viene per nuocere” Le scelte compiute dal tandem Paolo Arena – Carmine Bassetti e dai soci, dopo il fallimento della gestione Bortolazzi – Soppani vanno o no nella giusta direzione?
Difficile rispondere perché non possiamo verificare dove avrebbe portato il progetto “Aeroporti del Garda”, con la centralità di Verona, la collaborazione (mai esistita) di Brescia e la partecipazione insostituibile di Trento, Bolzano, Mantova, Vicenza. Potenzialità notevoli, ma la diffidenza mortale tra Verona e Brescia ha fatto cadere il progetto. Colpa nostra. Nessun rimpianto perciò.
Non abbiamo potuto verificare il possibile dialogo con Monaco di Baviera e con aeroporti tedeschi, sulla base del legame profondo tra la Germania a l’area del Garda. Non si è neanche provato. Decisione nostra. Nessun rimpianto perciò.
Il dialogo con la Lombardia non è neppure cominciato. Ci siamo limitati a sgambetti e lotte giudiziarie. Colpa nostra e del nostro timore di Veneti nei confronti della potente Lombardia. Non è chiuso però questo percorso. Marchi lo vuole riprendere, per arrivare alla gestione unitaria del D’Annunzio da parte di Sacbo (Bergamo – Orio al Serio) e di Venezia-Verona, con l’obiettivo (chiaro, da parte di Marchi), di puntare al Polo aeroportuale del Nord Italia, con una presenza forte di Marchi stesso.
Un punto è chiaro: la rottura degli schemi precedenti e il progressivo formarsi del Polo aeroportuale del Nord Est (Venezia, Treviso, Verona, Montichiari e, in previsione, Lubiana), è una novità in Europa: una novità forte, con una guida forte. Può nascere una presenza grande, di cui fa parte anche il Catullo: un tassello di un grande mosaico: una parte, non una guida (come sarebbe potuto essere in “Aeroporti del Garda”). Se tutto va bene e si è capaci di valorizzare tutti, il futuro sarà positivo, forse radioso. Dipende da noi.
Il primo passo è che Verona si metta in gioco tutta intera, superando le attuali divisioni, altrimenti i rischi di diventare marginali sono forti.
Viva il sistema Verona!
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