Spesso, quando presentano decisioni che molti cittadini non condividono, i politici si giustificano dicendo: “Lo chiede l’Europa”. “L’Europa ha deciso così. Non possiamo farci nulla”. Negli ultimi 30 anni, le classi dirigenti italiane hanno pensato di risolvere in questo modo i problemi del Paese, restio a cambiare abitudini e pregiudizi, legato ai suoi vizi, a mille interessi contrapposti, a tenaci corporativismi. Sappiamo che l’Italia è diffidente verso le direttive dall’alto e le norme; abituata a usare lo Stato e a piegarlo al proprio utile; quasi mai a piegarsi all’utile dello Stato.
Perché, nonostante le difficoltà, le classi dirigenti hanno preso questa strada, prendendo atto che l’Italia è politicamente indomabile e lo hanno fatto specialmente a partire dalla fine degli anni 80, quando fu chiaro che la spesa pubblica facile, iniziata 15 anni prima, aveva creato una situazione finanziariamente insostenibile? Avevano preso atto che era impossibile togliere al Paese rendite, privilegi, abusi o ridimensionare benefici a cui si era abituato: Continua a leggere