da l’Arena di lunedì 31 dicembre 2007 (cronaca pag. 15)
Si apre il dibattito in città nel settore dell’assistenza ai senzatetto dopo la decisione della giunta comunale di sostituire gli operatori sociali operanti al dormitorio del Camploy, a Veronetta, con guardie giurate armate. Ma anche con la morte di Yanusch, (vedi a sinistra) il polacco vittima dello scoppio di una bombola nella roulotte. Tito Brunelli, ex assessore comunale ai servizi sociali e fondatore di Progetto Verona, interviene attaccando l’amministrazione comunale: «È ormai chiaro che il sindaco Tosi e chi lo segue hanno un obiettivo: allontanare il più possibile “i diversi”, i poveracci, quelli che danno fastidio, quelli che dormono sulle panchine, quelli che non vorremmo vedere, gli zingari, gli stranieri», spiega Brunelli, che raccoglie l’invito del vescovo Giuseppe Zenti ad affrontare alla radice il problema dei senza fissa dimora.
Brunelli precisa: «L’assessore ai servizi sociali Bertacco dice che chi gravita attorno al dormitorio “non sono certo ingegneri e avvocati”. Il sindaco Tosi dice che “quello che fanno gli operatori sociali sarà svolto a un costo inferiore dalle guardie”. Questo non me l’aspettavo. La nostra umanità dovrebbe farci sobbalzare. Gli operatori sociali hanno il compito anche dell’ordine pubblico, ma soprattutto dell’accoglienza, dell’instaurare un rapporto di fiducia, del reinserimento, ogni volta che è possibile, nel tessuto sociale».
L’ex assessore sottolinea poi che «la gestione dei senza dimora ha risvolti economici minimi per il Comune: ci sono i contributi regionali, riservati ai Comuni capoluogo e, a Verona, c’è la copertura quasi totale delle spese da parte di Fondazione Cariverona. Perciò la motivazione del risparmio economico non si pone: se un’amministrazione taglia o cambia i servizi lo fa non per risparmiare, ma perché non vuole dare una mano a questi poveri». Continua a leggere →