Archivi del mese: luglio 2016

Il tira e molla

Gennaio 2016. Una mozione di maggioranza (Lista Zaia e Lega Nord) del Consiglio regionale impegna la Giunta a non attivare inceneritori, neppure quello di Ca’ del Bue. Bastano Schio e Padova. E’ già in atto la diminuzione dei rifiuti urbani inceneriti”.

Perché la decisione diventi operativa e definitiva, c’è bisogno di un nuovo Piano regionale rifiuti. Zaia: “Cancelleremo Ca’ del Bue dal Piano veneto dei rifiuti. Il Veneto è autosufficiente con i due impianti che ha. Prevediamo la differenziata al 76% entro il 2020, soglia già superata nel 2014 da 163 Comuni. Nel 2015 la quantità dei rifiuti urbani inceneriti è diminuita”.

Sindaco Tosi: “Ca’ del Bue non si fa. Ci fu imposto dalla Regione che adesso lo affossa. Meglio per noi. Il tema è serio. Voglio studiare a fondo cifre, numeri e dati. Addirittura il Veneto fa capire che sarà lui a portare fuori regione i rifiuti per smaltirli”.

Bertucco (PD): “Non è sufficiente cancellare Ca’ del Bue dal Piano regionale rifiuti. Vanno costruiti gli strumenti affinché proceda l’obiettivo del 76% di raccolta differenziata entro il 2020”.

Salemi e Albertini: “La Giunta Zaia colmi l’imbarazzante vuoto normativo che ha generato”.

Chiusura senza penale, spera AGSM. Urbaser punta a ottenere il 2,5% di 130 milioni: 3 milioni.

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Chi vuole Ca’ del Bue – 2

Fabio Venturi, presidente AGSM: “Il sindaco Tosi ha sempre confermato che, anche se cresce la raccolta differenziata, Ca’ del Bue resta necessario. Con la crescita della raccolta differenziata, calano i rifiuti che arrivano nell’inceneritore; ma resta una quota da smaltire, che non può essere riciclata. Se non andrà a Ca’ del Bue, la Regione si prenda la responsabilità di dire cosa se ne farà. Si deve decidere. La Regione, se ritiene che l’impianto serva, avvii il cantiere per rinnovarlo. Se decide che non serve, ha il diritto di eliminarlo, ma deve rifare il Piano regionale rifiuti e spiegare dove metterà le 170.000 tonnellate di rifiuti all’anno non trattate con gli impianti attuali. Se i rifiuti andranno altrove, il Veneto perderà l’autosufficienza in materia e smentirà quanto più volte dichiarato. Chi poi risarcirà i costi sostenuti?”.

Sindaco Tosi: “Il Comune esegue il programma regionale. L’ambiguità è che la Regione prevede Ca’ del Bue nel suo Piano rifiuti e incrementa la raccolta differenziata, che rende inutile l’impianto. Se lo elimina, deve far fronte a due conseguenze. Prima, giuridica: ci ha detto lei di farlo, con le caratteristiche messe a gara; quindi Urbaser, che si è aggiudicato la gara, potrà rivalersi sulla Regione. Continua a leggere

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Chi non vuole Ca’ del Bue?

Dicembre 2015. Il Partito Democratico dichiara Ca’ del Bue tramontato e chiede che la Regione lo tolga dal Piano rifiuti. “Verificheremo se Tosi e la sua maggioranza voteranno o no a favore della mozione che presenteremo per la sua chiusura, conseguenza dell’impegno congiunto di varie forze politiche ed è un fallimento dell’Amministrazione Tosi: andava abbandonato nel 2008. Sindaco Tosi, ammetti l’errore; non dare la colpa alla Regione; metti una pietra sopra il termovalorizzatore, che non ha mercato: i rifiuti calano; la raccolta differenziata aumenta: l’obiettivo del 76% entro il 2020 regge”.

Il Governo italiano cancella l’ipotesi Ca’ del Bue dall’elenco degli impianti strategici nazionali. “Se il Veneto si ritiene autosufficiente con gli impianti di Padova e Schio, non è obbligato a realizzarlo; se resterà qualche tonnellata di rifiuti da smaltire potrà portarli in Lombardia”.

Bottacin, assessore regionale all’Ambiente: “Basta inceneritori. I rifiuti saranno trattati a Padova e a Schio, ampiamente in grado di rispondere alle esigenze. In alcune aree del Veneto il 76% di raccolta differenziata (entro il 2020) è stato superato. A Treviso siamo oltre l’80%. Abbiamo un surplus di capacità inceneritoria”.

Lega Nord compatta: addio inceneritore.

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Ca’ del Bue di interesse nazionale?

Agosto 2015. Il decreto “Sblocca Italia” prevede, per lo smaltimento rifiuti, 12 “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”. Uno è in Veneto, perché “l’elevato fabbisogno di incenerimento residuo e l’elevata produzione di rifiuti determinano l’esigenza di un impianto di incenerimento di 150.000 tonnellate all’anno”. Si tratta di Ca’ del Bue?

Fabio Venturi è soddisfatto della scelta del Governo: “Essere tra i siti strategici dimostra la bontà del progetto e dell’idea che ne è alla base. Lavoriamo per capire se esso è sostenibile: se sta in piedi si fa; se non ci sono garanzie non lo faremo e guarderemo altrove”.

La Regione ribadisce: si attiene al nuovo Piano regionale rifiuti ed esclude rifiuti da altri territori.

Ottobre 2015. Il Governo fa i conti con 40 milioni di sanzioni comminategli dall’Europa perché non autosufficiente nello smaltire i rifiuti. Sottosegretario Degani: “Ca’ del Bue riparte se lo decide il Veneto. Regione, facci sapere se sei autosufficiente nello smaltire i rifiuti con i termovalorizzatori che hai e con la raccolta differenziata. Se non lo sei, ti serve un termovalorizzatore. Potenziare gli impianti esistenti può bastare? Se trovi soluzioni diverse dall’incenerimento, bene. Decidi però”. Continua a leggere

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Nomine, con stipendio, nelle aziende pubbliche

Estate 2015. La novità nelle nomine negli enti pubblici sono le quote rosa.

– AGSM Energia. Presidente è Gabriele Stoppato. Consiglieri confermati: Portacci e Andrea e Gilberto Vesentini. Nuova consigliere è la marocchina Samira Chabib, mediatrice culturale.

– AGSM Distribuzione. Presidente confermato è Enrico Carifi; vice è Mauro Bonomi. Consiglieri: Gianluca Gesuita, Alice Rizzi e Emma Stepan.

– AGSM Lighting (illuminazione pubblica). Amministratore unico: Paolo Paternoster, non retribuito.

– AMIA. Presidente confermato è Andrea Miglioranzi; suo vice è Stefano Legramandi. Consiglieri: Claudio Castagna, Benedetta Bonomo e Emilia Veselinovska.

Tutti sono di nomina politica (cioè del sindaco Tosi), e retribuiti. Eccetto Paternoster.

Ci possiamo chiedere quali competenze e meriti rendono queste persone utili per la città? Continua a leggere

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Continua il caos su Ca’ del Bue

Maggio 2015. La legge spinge verso la raccolta differenziata. In Veneto dovrà arrivare al 76% entro il 2020. Ca’ del Bue curerà i rifiuti restanti: il suo ruolo sarà minimo.

Cigolini: “Le 9 discariche attuali saranno chiuse e non se ne apriranno altre. I rifiuti restanti andranno nell’inceneritore. La raccolta differenziata al 76% significa mettere fuori gioco i termovalorizzatori. Dubito però che l’obiettivo sia raggiungibile. AGSM ricalcola la sostenibilità economica del progetto sulla base delle 150.000 tonnellate di rifiuti”.

Bertucco: “La decisione regionale rende inutile Ca’ del Bue. Se non ha rifiuti da bruciare il termovalorizzatore va bloccato. A meno che l’intenzione sia di bruciarvi anche i rifiuti industriali. Ma come reagirà l’opinione pubblica?”

Toffali: “L’obiettivo del 76% è irraggiungibile. La chiusura delle discariche rende necessario avere un impianto moderno e sicuro per lo smaltimento dei rifiuti”.

Dirigenti: “Con la differenziata al 76% è difficile la sostenibilità economica di Ca’ del Bue, ma si può tentare: rischio di impresa. Continua a leggere

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Il Piano regionale rifiuti

Aprile 2014. La Giunta regionale approva il Piano veneto dei rifiuti, ma il Consiglio regionale non lo ratifica. Senza il Piano non è possibile completare Ca’ del Bue. Urbaser, azienda vincitrice della gara con un investimento di 118 milioni per realizzare l’impianto, minaccia la richiesta danni (3 milioni). AGSM chiede al TAR una Commissione ad acta per fare il Piano. E’ guerra.

Novembre 2014. La Regione discute il Piano rifiuti. Finalmente. Il testo prevede un aumento del riciclo, lo stop a nuove discariche e a nuovi termovalorizzatori oltre a quelli di Padova e Schio e a quello programmato a Ca’ del Bue, il quale però, secondo gli studi degli uffici, non è necessario per il fabbisogno veneto. Paternoster: “Ca’ del Bue è nel Piano. La Regione confermi la potenzialità dell’impianto nei termini previsti dalle delibere del 2006 e del 2007. Insistiamo perché Urbaser intima a AGSM di “avviare tutti gli adempimenti ai fini di giungere all’approvazione definitiva del progetto preliminare e alla sottoscrizione della convenzione”, pena una richiesta di risarcimento”.

Bonfante: “L’inceneritore di Fusina (VE) è stato chiuso. Quelli di Schio e Padova sono più che sufficienti per fronteggiare le esigenze del Veneto di qui al 2020. Ca’ del Bue è fallito e inutile. Eppure la Regione lo inserisce nel Piano rifiuti. Per togliere dagli impacci Tosi e Paternoster?” Continua a leggere

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Commissione parlamentare

Ottobre 2014. La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esso correlati, presieduta da Alessandro Bratti, è a Verona per due giorni e mezzo. Visiona la discarica di Ca’ Filissine e l’inceneritore di Ca’ del Bue. Ascolta tecnici inquirenti, investigatori e associazioni; analizza la situazione di Verona, Vicenza e Belluno, in particolare Rotamfer e Stabila, a Ronco. Le criticità sono molte, qualcuna inquietante, con una rete illegale intessuta sul rapporto tra enti privati e pubblici: una ‘malavita’ senza l’apice, al momento, dell’infiltrazione mafiosa. Bratti: “Il quadro merita attenzione; il panorama preoccupa; il territorio è ricco e i rifiuti sono un affare”, spesso illegale. Rilievi gravi su Ca’ del Bue: “Impianto datato, con tecnologia di fine anni ’80, mai partito; segno di qualcosa che non ha funzionato. Approfondiremo illeciti di carattere amministrativo e penale. Una recente indagine ha coinvolto alcuni funzionari della Regione: avrebbero avuto rapporti con aziende interessate alla gestione del ciclo dei rifiuti”.

Legambiente: “In Veneto il fatturato nel mercato illegale dei rifiuti speciali è di 149 milioni: primo posto in Italia. E’ da verificare la responsabilità di professionisti, imprenditori, funzionari, tecnici: quell’area grigia in cui prendono forma accordi collusivi e comportamenti opportunistici. Continua a leggere

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Inutile e irrealizzabile. Da chiudere

Estate 2014. Bonfante (PD Regione): “Ca’ del Bue è inutile e irrealizzabile. La sua storia come smaltimento dei rifiuti urbani è finita. Il rischio è che la Regione lo utilizzi per smaltire i rifiuti industriali, tossico nocivi, di tutta Italia. Cosa fare di Ca’ del Bue? Ricicli la raccolta differenziata, che deve puntare al 76% entro il 2020. Alcuni Comuni veneti superano già l’85%. Il Veneto è già autosufficiente senza nuove discariche e senza impianti di incenerimento”.

Il fatto inaccettabile è che la chiusura dell’impianto è decisa; ma nessuno si prende la responsabilità della scelta. Cigolini e Paternoster non vogliono che si scarichino le colpe su di loro; chiedono che sia la Regione a stoppare i forni.

Bertucco: “Chi governa assuma le responsabilità. Tosi e Paternoster sono maestri nello scaricarle ma, dopo 8 anni di governo della città, non possono raccontare ai Veronesi che non c’erano e, se c’erano, dormivano. L’unica alternativa concreta per smaltire i rifiuti è la differenziata”.

Assessore Toffali: “Da quando il termovalorizzatore è stato progettato è cambiato il mondo: la situazione economica, i contributi non erogati, la tecnologia per smaltire e trattare i rifiuti, che calano per cui l’incenerimento diventa economicamente insostenibile. Ma Ca’ del Bue non può essere buttato via. Continua a leggere

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Il progetto Ca’ del Bue va avanti ?

Primavera 2014. Risponde ‘sì’ il sindaco Tosi: “Responsabile degli intoppi è la Regione”.

Bonfante, consigliere regionale PD: “Falso. Venezia ha chiesto conto della sostenibilità di Ca’ del Bue e del volume di rifiuti in relazione alla prescrizione di raggiungere il 65% di differenziata. AGSM non ha mai risposto. Eppure già nel 2012 sapeva che l’opera non si poteva realizzare. Si è tirato per le lunghe. Il fatto grave è che l’impianto è fermo da tanti anni”.

Penali a Urbaser? Stefano Vallani, consigliere comunale PD: “Tosi dice che si tratta di 9 milioni; AGSM dice che nulla è certo”. Si aprirà un contenzioso?

Nel 2014 aumenta il fatturato di AGSM. Giro d’affari: 899 milioni (+ 38%). AGSM Energia e AGSM Distribuzione sono a + 175 milioni. Paternoster: “Gruppo consolidato. Il Comune dovrebbe attingere 4 milioni sui 5,5 di utile”, in calo sugli 8 del 2012. I vertici però sorridono. La garanzia è la trasformazione di AGSM in holding, con l’acquisizione di servizi a partire da AGEC. I tempi però si allungano e le certezze sono poche. Continua a leggere

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