Agosto 2013. Le Torricelle, colline a nord di Verona, sono preda di diversi tipi di degrado:
– forti austriaci in rovina;
– scritte sulle mura antiche;
– discariche abusive;
– staccionate, cartellonistica, panchine e attrezzi ginnici distrutti;
– boschi, sentieri, strutture private in abbandono;
– frasche, capanni, tende;
– i segni della notte: preservativi, indumenti, fazzoletti;
– guardoni che spiano le coppie ed esibizionisti che si espongono.
Le Torricelle sono recensite entusiasticamente nei blog e in canali web per voyeuristi ed esibizionisti: giro in crescita.
Come risollevare le Torricelle, rendendole significative per la città e per i turisti?
Con il controllo costante del territorio contro chi devasta beni pubblici e per ricostruire quanto distrutto da vandali? Certamente, ma non sufficiente.
L’Amministrazione: “Mancano i fondi. Unica possibilità: l’appello ai privati”. Continua a leggere
I colli che il mondo dovrebbe invidiarci
Valutazioni e proposte di Tito Brunelli
Un dato dovrebbe essere certo: Verona non può abbandonare le Torricelle a se stesse, come succede da decenni. Le nostre colline devono essere luogo ameno e prezioso per chi cerca ristoro e vicinanza tra persone e natura.
La questione: a chi tocca valorizzare le Torricelle? Tocca all’Amministrazione comunale. Fin qui si trova l’accordo. Ma ecco il ritornello: “Oggi i Comuni sono poveri. Non possono spendere”. E’ vero solo in parte: ogni Comune spende. Il come e in quali direzioni dipende dalle priorità dell’Amministrazione. Il Comune di Verona di soldi ne spende molti: quanti per le Torricelle? Zero o poco più. Affermare che valorizzare le Torricelle spetta al Comune non significa che deve essere solo il Comune a progettare il futuro dell’area e a spendere i soldi che occorrono. Possono entrare in campo soldi di privati o di enti. Ciò che conta è che il Comune abbia in mano il timone del progetto di valorizzazione e tenga ben ferma la rotta: il bene della collettività cittadina (le Torricelle sono un bene di tutti i Veronesi). Continua a leggere →
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