– Bertucco (P.D.) presenta una interrogazione su incarichi affidati dalle aziende comunali ad avvocati dello studio legale che fa capo all’assessore Enrico Toffali. Colleghi di studio di Toffali hanno incarichi nelle aziende comunali partecipate: “Nessuna illegalità, ma un evidente problema di opportunità politica, con un chiaro conflitto di interessi”. Chiede l’elenco degli incarichi affidati a membri dello studio legale, perché “è vero che l’associazione si occupa di questioni amministrative, ma dovrebbe restare separata dall’attività politica di uno dei suoi componenti”.
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Due interventi. Una sensazione diffusa
(Da L’Arena del 30 gennaio 2014)
Rivelazioni pesantissime su alcuni politici veronesi e professionisti operanti nel modo imprenditoriale e non solo, con riferimenti anche ad organizzazioni criminali, sono contenute in un plico anonimo inviato al capogruppo P.D. in Consiglio comunale.
Esposto-denuncia in Procura. E’ presentato dai responsabili nazionali e locali di Legambiente, curato dall’avvocato Luca Tirapelle, firmato da Lorenzo Albi, Luigi Lazzaro e Gianni Belloni:
“Gli scriventi chiedono che l’autorità giudiziaria svolga le opportune indagini al fine di verificare eventuali reati”. Soveco, impresa edile impegnata in lavori pubblici importanti nel veronese (ponte San Francesco, traforo, filobus, Aquardens, clinica Pederzoli) “ad oggi non è riuscita a presentare la certificazione anti mafia nell’appalto riferibile alla realizzazione del filobus. … La società sembrerebbe riferibile ad Antonino Papalia, la cui attività imprenditoriale non è riconducibile solo a lavori nella nostra provincia: risulterebbe che Papalia stia concludendo operazioni immobiliari per 700 milioni con una serie di società”, tra cui “Soveco Romania”. Papalia ha presentato una dichiarazione dei redditi per 22.374 euro nel 2010.
Il passo successivo è riconducibile a Vito Giacino, ex vicesindaco di Verona, in rapporti con Soveco per l’acquisto e il recupero del noto appartamento in Borgo Trento.
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Arredi d’oro: non solo Croce
Caso esploso nel giugno 2009. Giovanni Frigo, appena nominato presidente di AGSM Energia, ha speso circa 21.000 euro per arredare il suo ufficio con poltrone e scrivanie griffate.
La Corte dei Conti ha chiesto informazioni e ha aperto un fascicolo sulle spese sostenute.
Ottobre 2013. La vicenda torna in primo piano dopo che, su richiesta della Corte dei Conti, il Comune ha predisposto sulla vicenda un dossier, che ha trasmesso alla stessa Corte.
Bertucco (PD): “Lo scorso 31 luglio la Corte dei Conti ha scritto a Comune e AGSM che “la vertenza “arredi d’oro” non è soggetta alla sua giurisdizione. Ma Corte ritiene che sussistano tutti gli elementi per un’azione di responsabilità davanti al giudice ordinario per i danni prodotti ad AGSM Energia, per cui chiede di valutare la decisione di intraprendere un’azione di responsabilità e di comunicare a questa Procura l’inizio e gli sviluppi dell’azione medesima”.
Bertucco chiede perciò alla Giunta comunale se questa “azione di responsabilità” nei confronti dell’ex presidente di AGSM Energia sia stata avviata.
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Indagini anche in “Fondazione Arena”
Ottobre 2013. Umberto Fanni, ex direttore artistico di “Fondazione Arena”, in passato ha denunciato il sovrintendente Francesco Girondini per diffamazione. Ora il sostituto procuratore Paolo Sachar chiede il rinvio a giudizio del sovrintendente per falso ideologico e tentata truffa per un contratto sospetto, che riguarda la buonuscita di Fanni e la provenienza del denaro.
Ipotesi di accusa: il sovrintendente sottoscrisse un contratto che prevedeva la collaborazione di Fanni per un progetto televisivo di 6 mesi (da luglio a dicembre 2011) da proporre a RAI e Mediaset per un compenso di 25.000 euro. Il direttore artistico rifiutò di sottoscrivere quella che per il Pm era una truffa, perché la data del contratto era antecedente a quella in cui fu inviato e riguardava un periodo in cui Fanni era ancora direttore artistico in Fondazione Arena.
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Assunzioni in Fiera? Si indaga
Il fatto che si indaghi in Fiera è particolarmente grave per l’importanza di questo ente, determinante per il presente e per il futuro della città. Sappiamo che l’Expo 2015 a Milano è molto importante anche per Verona e vede in prima fila la nostra Fiera.
Settembre 2013. La Procura, su disposizione del sostituto procuratore Valeria Ardito, indaga per verificare alcuni contratti professionali stipulati dalla Fiera, ente autonomo, di diritto privato. L’inchiesta è sulla correttezza delle assunzioni negli enti pubblici. La Procura ha chiesto la documentazione relativa ad alcuni contratti di lavoro e ad alcune consulenze. Si tratterebbe di contratti a progetto, a tempo determinato: prestazioni professionali. Probabilmente sono le modalità di assegnazione a interessare la Procura scaligera. Si tratta di accertamenti simili a quelli effettuati anche in ATV, dove si tradussero in un provvedimento cautelare per il direttore generale e per il responsabile del personale, che furono sospesi per due mesi dal servizio.
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Meno male che c’è Giorgio Massignan
Le scelte relative a volumetrie e destinazioni d’uso delle aree definite dal PAT e dal P.I. sono state decise durante l’assessorato di Giacino, così come l’adozione del project financing per ristrutturare le caserme Santa Marta e Passalacqua, per il traforo delle Torricelle e per l’Arsenale. E’ da spiegare la fretta dell’ex assessore nel voler approvare, prima delle dimissioni, la variante urbanistica per la realizzazione di un centro commerciale di fronte alla Fiera.
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Dibattito politico e polemiche
Il sindaco Tosi: Vito Giacino era e resta un amico e gli amici non si abbandonano mai. Spero che riesca a dimostrare la sua innocenza. Rispetto ai cinque anni dell’Amministrazione Zanotto, in cui nulla è stato fatto, abbiamo ottenuto nuovi investimenti; abbiamo votato il Piano di Assetto del Territorio (PAT) e varato il Piano degli Interventi (P.I.), unici tra le città del Veneto. Quanto agli investimenti urbanistici, immobiliari e commerciali, al centro di tante polemiche, siamo stati e restiamo convinti che, ove siano compatibili con il tessuto della città, essi vanno favoriti, specialmente in un momento economico difficile. Rivendichiamo di aver sbloccato partite ferme da decenni: filobus, ex Cartiere, ex Officine Adige e tante altre.
Cerco di fare il sindaco nel modo migliore. Sarebbe bello che si parlasse di quello che è stato fatto e si sta facendo per la città. I Veronesi vedono la mia azione amministrativa e i risultati”. Tosi punta a tornare alla quotidianità dell’impegno.
Gli amici di Tosi: Tosi attraversa un momento difficile?
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Commissione consiliare di inchiesta: Sì o no?
Bertucco: “La Commissione dovrà esprimersi su parentopoli, caso AGEC, vicenda Giacino. Bisogna dare nuove linee di indirizzo al Comune e alle Partecipate per evitare il ripetersi di situazioni simili. In questo la Commissione si differenzia dalle inchieste giudiziarie (si limitano a sradicare l’eventuale male senza riabilitare il paziente) e dal pool di professionisti proposto dal Sindaco (avrebbe scarse possibilità di manovra dato che tutti gli atti dell’inchiesta sono secretati)”.
Massimo Piubello (Lista Tosi): “Una commissione sarebbe senza confini e senza metodo. Vogliamo chiarezza; ma mettere insieme vicende come quella di AGEC o delle assunzioni nelle aziende con il riesame di atti urbanistici creerebbe confusione. La proposta della minoranza è solo politica”.
Barbara Tosi: “Meglio affidare il compito a tecnici esterni. La commissione è un di più; rischierebbe di interferire col lavoro della magistratura e ingesserebbe l’attività amministrativa”.
Polato (Forza Italia): “Se non serve la commissione non servono neppure i saggi di Tosi, che prima parla di atti legittimi e poi chiede di affidare la questione a dei saggi: se gli atti sono legittimi a che servono i tecnici? Se lui ha dubbi, è doveroso sospendere tutte le decisioni prese finora”.
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Indagini su Alessandra Lodi
Scorrendo le entrate della dichiarazione dei redditi, gli inquirenti notano la forte lievitazione:
– anno 2006: 10.000 euro;
– anno 2008: 13.000;
– anno 2009: 112.000;
– anno 2010: 223.000;
– anno 2011: 258.000;
– anno 2012: 325.000. Nello stesso anno Giacino denuncia 82.000 euro.
In base ai 15 faldoni di documenti sequestrati, oltre a quelle pagate da Leardini, la Lodi denuncia le seguenti entrate:
– Comune di Lavagno: 11.000 euro;
– acquisto di quote Malastrana Parking di Praga: 18.000 euro;
– Peep mai fatto nel territorio di Lazise: 65.000 euro. Lei e Vito erano i legali della venditrice;
– transazione Winsemann a Lavagno: 21.222 euro. Emise fattura la Lodi;
– assistenza stragiudiziale per un’operazione a San Martino B.A.: 17.685 euro (fattura Lodi in qualità di legale privata).
– “Serenissima Partecipazioni spa” paga parcelle per un totale di 283.000, “in linea con il mercato”.
Il legale rappresentante dichiara di aver scelto la Lodi come consulente perché moglie di un professionista diventato vicesindaco e assessore all’Urbanistica di Verona. Significava “un occhio di comprensione della pubblica amministrazione, cosa risultata vera”.
I comuni di Lavagno e di San Martino B.A., oltre a quello di Lazise (di cui tratteremo in seguito), sono citati nell’inchiesta: le consulenze della Lodi sarebbero arrivate nell’Est veronese grazie all’interessamento del marito. La Lodi agisce in questi due territori come legale di privati, non dei Comuni. Lo precisano i due sindaci: Albi e Avesani, che non hanno avuto a che fare con lei.
Altri amici di Giacino, titolari di società, hanno liquidato alla Lodi 12.000 euro all’anno, per tre anni: dal 2010 al 2012. Un’altra spa sottoscrisse una consulenza alla Lodi per il 2009 e il 2010 (totale: 25.000 euro): il legale rappresentante era amico di Giacino. Gip: “L’incarico veniva sollecitato in virtù dell’amicizia che legava uno dei soci a Giacino, il quale in prima persona chiedeva all’amico di trovare qualche azienda che permettesse alla moglie di fare esperienza nel settore: controllo contratti, recupero crediti, piccoli incarichi di diritto civile”.
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La parola a magistrati e addetti ai lavori
(da una serie di articoli recentemente pubblicati sulla stampa locale)
Recenti inchieste giudiziarie coinvolgono il Comune e scuotono Verona.
Nuova tangentopoli? Un ritorno al clima del 1992? L’impressione diventa più concreta se allarghiamo lo sguardo al Veneto: sono state arrestate figure di primo piano come Piergiorgio Baita, ex dominus della “Mantovani Costruzioni” e Giovanni Mazzacurati, presidente del consorzio “Venezia Nuova”, che costruisce il Mose. Scalpore ha destato l’inchiesta padovana sugli appalti truccati nei lavori pubblici. A sentire gli addetti ai lavori, il paragone con tangentopoli non regge: oggi è peggio.
Alfredo Robledo, pm che guida il pool anti corruzione della Procura di Milano: “Il sistema si è deformato. La corruzione è diffusa, minuscola, meschina. Le denunce sono quasi nulle. Lavoriamo solo con le indagini, con sempre meno strumenti. Non credo alla Giustizia. Per niente”. Robledo non crede più alla politica. Si immagina come Sisifo: spinge continuamente sul monte il macigno che poi rotola a valle e si ricomincia da capo. Solo lo sforzo ci rende liberi.
Guido Papalia: “Venti anni fa era diverso. Il sistema di tangenti era istituzionalizzato: un comitato d’affari, costituito da rappresentanti di partiti politici, imponeva alle imprese le somme per lavorare. I proventi venivano distribuiti tra le correnti dei partiti a livello nazionale, secondo proporzioni precise. Il sistema lasciava fuori burocrati e faccendieri. Oggi a fianco dei politici sono loro i nuovi protagonisti della corruzione: un mostro sfuggente, difficile da perseguire o non perseguibile”. Rimpiangere tangentopoli? “Non si può riabilitare in nessun modo quel periodo, ma è pur vero che perdere un occhio è meglio che perderli tutti due”.
Ivan Cecconi, ricercatore: “Oggi la corruzione prende forma nel contenitore della spesa pubblica”, in parte privatizzata con i project financing: il privato realizza opere pubbliche e gode dei proventi della gestione che, in certi casi come per gli ospedali costruiti in Veneto, prendono la forma di un canone che la Regione paga ogni anno; alla fine della concessione, sarà due o tre volte superiore della cifra investita.
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