Archivi del mese: gennaio 2014

Parentopoli si allarga a molte aziende pubbliche: AMIA, AMT, ATV, AGSM, Serit, Transeco

Maggio 2011. Il gruppo regionale del Partito Democratico, in una interrogazione, chiede chiarimenti sulle assunzioni nelle aziende partecipate del Comune di Verona. Nota “anomali e inopportuni rapporti di amicizia e di parentela tra persone assunte ed esponenti politici della Lega Nord, ai vertici dell’Amministrazione veronese”.

Il Procuratore Mario Giulio Schinaia coordina due anni di indagini sulle modalità, ritenute pilotate, per convertire contratti a progetto in assunzioni a tempo indeterminato; acquisisce documenti; nomina consulenti per far luce sulla natura degli enti.

Le Fiamme Gialle visitano, in rapida successione, AMIA, AMT, ATV, AGSM, Serit, Transeco. L’indagine si basa sulla natura pubblica delle partecipate: “enti pubblici” nei quali ci sarebbero state “assunzioni di favore”, in assenza dei requisiti previsti dalla normativa e senza rispettare le regole che impongono alle aziende a capitale pubblico di “adottare sistemi che garantiscano massima pubblicità, imparzialità e trasparenza per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi”.

Esempio. Il bando per un’assunzione fu pubblicato su un quotidiano, per un solo giorno, in periodo festivo. I difensori escludono l’abuso d’ufficio: l’aver pubblicato l’annuncio, seppure un solo giorno (8 aprile 2012 – Pasqua) ha soddisfatto i criteri della più amplia pubblicità: “Nei giorno festivi il quotidiano esce nel maggior numero di copie”.

Parentopoli? Sono 11 gli iscritti nel Registro degli Indagati per assunzioni sospette nelle aziende del Comune di Verona. Si ipotizza il reato di truffa.

Altre indagini sono in corso su assunzioni sospette in enti economici a forte partecipazione pubblica, come Aeroporto e Fiera.

Schinaia sollecita per 9 amministratori e dirigenti, per assunzioni irregolari, Continua a leggere

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Archiviato in AGSM, AMIA, ATV

Ancora ATV – Parentopoli in Azienda Trasporti Verona

Gennaio 2013. Perquisizione, sequestro di materiale e notifica di avviso di garanzia al direttore generale di ATV, per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.

Aprile 2013. In base agli accertamenti su due assunzioni in ATV, il sostituto procuratore Valeria Ardito chiede che il direttore generale Zaninelli e il direttore del personale vengano sospesi dalle loro funzioni per due mesi.

La richiesta viene accolta dal giudice e confermata dal Tribunale del Riesame di Venezia: Zaninelli e il direttore del personale sono stati sospesi dal loro incarico. Sono tornati alle loro funzioni il 22 giugno 2013.

Restano in attesa di giudizio.

– Luglio 2013. Inchiesta conclusa. Cambia l’ipotesi di reato per il direttore generale e per il direttore del personale: la Procura contesta loro non l’abuso d’ufficio, ma la “turbata libertà del procedimento”. Dice il Codice penale: “Chiunque con violenza, minaccia, doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione, è punito con reclusione da 6 mesi a 5 anni e con multa da euro 103 a euro 1.032”.Si attendono processo e giudizio.

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Archiviato in ATV, Eredità Tosi

Vengono alla mente parole del sindaco Tosi riferite a Venezia.

Ma a Verona la situazione non è diversa.   Luglio 2013. Parole pesanti del sindaco Tosi: insinuano malsane connivenze tra politica e sistema degli appalti a Venezia : “La classe politica in laguna si è adagiata su finanziamenti enormi: sprechi e clientele: Venezia come il Sud. Consuma la metà dei fondi veneti penalizzando le altre città. Dove ci sono troppi soldi c’è clientela e dove c’è clientela c’è malaffare: soldi dati a pioggia hanno dato origine a mille sprechi. I soldi che Venezia ha ricevuto negli ultimi 40 anni hanno alimentato un meccanismo di clientele. Se ci sono risorse eccessive senza vincoli di gestione, si crea un centro di potere che mantiene il controllo della città. Chi è in carica e gestisce quei soldi vince le elezioni. Quando ci sono tanti soldi (Venezia, Trentino, Sicilia, Calabria) a disposizione e nessun vincolo, alla fine i soldi li prendi non per tuoi progetti e idee, ma perché distribuisci favori. Venezia è un po’ come la Sicilia: ha ricevuto un sacco di soldi a scapito di altri territori e non ha saputo metterli a frutto”.

Adesso che emerge che il marciume ce l’ha in casa il Sindaco che fa? Che dice?

Situazioni diverse? Anche il sindaco Tosi, vendendo o svendendo beni comunali, prelevando soldi a palate dalle aziende comunali, vendendo azioni della Fiera, concedendo di costruire case su case, ha avuto a disposizione tanti soldi (centinaia di milioni). Anche a Verona si sono formate clientele ed emerge una situazione diffusa di malaffare; basta vedere chi e come gestisce enti e fondazioni. Circa il meccanismo delle clientele, chi, tra i gestori del potere a Verona, può chiamarsi fuori? C’è o no a Verona un centro di potere che controlla la città? A Verona chi è in carica e gestisce i soldi vince o no le elezioni? A Verona succede, sì o no, che si prendono i soldi non per le idee e i progetti, ma perché i ‘potenti’ distribuiscono favori?

Novembre 2013. Soardi, ex presidente di ATV, condannato in secondo appello, per peculato, a 2 anni e 10 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici, dopo l’eventuale conferma della condanna in Cassazione, si dimette da sindaco di Sommacampagna, abbandonato da tutti, a partire dalla Lega Nord e dall’ex amico sindaco Tosi. Continua a leggere

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Archiviato in ATV, Eredità Tosi

Azienda Trasporti Verona (ATV): Presidente e direttore generale sono indagati

– Luglio 2013. Valeria Ardito (Pubblico ministero – Pm) chiede l’arresto del direttore generale Zaninelli.

– Il gip non accoglie la richiesta: ammette il coinvolgimento del direttore per turbativa d’asta, ma ritiene che non ci siano gli elementi per un provvedimento cautelare. Occorre aspettare il processo.

– Zaninelli e Soardi restano indagati. Dall’ordinanza emerge che i due avrebbero sottoscritto l’invito alla gara d’appalto a favore di Nicolini, ottenendo in cambio lavori di ristrutturazione della casa a Sommacampagna il primo e sospette regalie il secondo.

Il procuratore Schinaia: “A nostro avviso esistono sufficienti prove per giustificare misure restrittive della libertà personale. In ogni caso, seppure in stato di libertà, i due soggetti restano indagati per reati di corruzione e turbativa d’asta. Le condizioni richieste da ATV per partecipare alla gara potevano essere soddisfatte dal solo imprenditore veronese ora in cella: Nicolini”.

Partito Democratico: “Le motivazioni della condanna dell’imprenditore Nicolini (bandi truccati, assunzioni fittizie, tangenti) chiamano in causa i vertici di ATV e confermano che tra Verona e Vicenza esisteva un sistema finalizzato a pilotare appalti in favore di imprenditori amici e a scapito della collettività. Zaninelli chiarisca la sua posizione e dica cosa succede in azienda. Il sindaco Tosi assuma le sue responsabilità politiche; valuti l’operato degli uomini di fiducia che lui ha nominato, dimostratisi non all’altezza del compito loro affidato. I fatti sono gravi. Non comprendiamo come i vertici di ATV stiano al loro posto e il Sindaco non prenda provvedimenti. Chi è coinvolto nelle indagini su ATV si faccia da parte o venga messo da parte: le responsabilità politiche sono evidenti. La selezione del personale va fatta in base alle capacità, non alla fedeltà personale al leader”.

In particolare è bene capire come mai, dal 2007 al 2010, i costi per gli appalti delle pulizie dei bus siano schizzati da 514.000 euro all’anno a 874.000 e poi, con l’appalto dell’agosto 2012, aggiudicato ad altra azienda, sono tornati a 578.000 euro.

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Archiviato in ATV, Eredità Tosi

Aziende pubbliche trasporti: cattivi affari a Vicenza. Ma Verona è dentro fino al collo.

– Luglio 2013. Arriva a processo il filone vicentino. Il giudice accoglie le tesi della Procura scaligera e conferma i reati: la gara d’appalto per le pulizie sugli autobus di FTV (ferrotranvie vicentine) è stata accomodata per far vincere “Gestione Nicolini srl”. In merito al bando di gara FTV e ATV, il giudice parla di “rappresentazione fotografica di caratteristiche possedute dalla sola impresa Nicolini. Il comportamento di Diego Nicolini è indicativo di totale mancanza di senso civico. Ha agito in spregio di ogni regola di correttezza e ha offerto subdolamente varie utilità (soldi e beni) a un incaricato di pubblico servizio, allo scopo di ottenere vantaggi dal medesimo, invece di partecipare lealmente alle gare d’appalto, vincendole per le proprie capacità e non per la tangente versata”.

Con Nicolini e la sua segretaria, vengono arrestati Valter Baruchello e Antonio Donà, responsabili dell’azienda trasporti di Vivenza. Secondo la Procura, Nicolini ha fatto “regali” a Baruchello per 147.000 e a Donà per 64.000 euro. La segretaria della Nicolini patteggia per 2 anni e 2 mesi e Donà per 1 anno e 8 mesi. Diego Nicolini è condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione.

Il giudice ha ordinato la confisca:

– delle somme di danaro sequestrate a Baruchello e di altri beni e valori fino a 147.000 euro;

– di beni e valori a Nicolini fino a 205.000 euro;

– ha dichiarato Nicolini e Baruchello incapaci di contrarre accordi con la pubblica amministrazione per 2 anni;

– Nicolini è interdetto dai pubblici uffici per 5 anni.

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Indagini in Azienda Trasporti Verona (ATV)

Autunno 2012. Le Fiamme Gialle sono in ATV per verificare presunti appalti pilotati e truccati con l’obiettivo che la ditta “Gestione Nicolini srl” di via Gioia (VR) si aggiudichi i contratti d’appalto per le pulizie dei mezzi pubblici di trasporto a Vicenza e a Verona.

Secondo la Procura scaligera, la ditta Nicolini, per garantirsi l’appoggio di Ferrotranvie Vicenza (FTV), pagava all’allora presidente e ad altri dirigenti di FTV lavori di ristrutturazione di abitazioni di residenza e di villeggiatura (a Folgaria: 108.000 euro), vini di eccellenza (per 17.000 euro), costosi champagne, viaggi a Cuba e a Londra; colf per i figli; libri, abbigliamento, lampade e mobili (per 15.000 euro); cancello e caminetto (per 5.000 euro); attrezzature da palestra e materasso dei sogni.

I dirigenti dell’azienda vicentina si difendono: erano regali dovuti a rapporti di amicizia.

Secondo il Pm, il Presidente di FTV faceva vincere gli appalti alla Nicolini e la presentava ad aziende di trasporti con appalti per le pulizie in scadenza.

L’indagine è partita in maniera casuale nell’estate 2011: in un container fermo nel cortile della ditta Nicolini, vennero trovate (perché puzzavano) sei salme destinate alla cremazione. Da anni AGEC affidava alla Nicolini gli appalti per la gestione dei servizi cimiteriali, per importi tra i 120.000 e i 160.000 euro. Nel corso delle perquisizioni, venne trovata una busta con la bozza dell’appalto per le pulizie dei bus ATV nel 2008. Questo ritrovamento ha scoperchiato gli appalti truccati. L’appalto trovato era uguale a quello pubblicato sul sito di FTV per l’assegnazione del servizio di pulizia in scadenza a Vicenza. A tre anni di distanza le caratteristiche che rendevano la ditta Nicolini l’unica in grado di vincere la gara, a Verona e a Vicenza, erano immutate.

Il gip (giudice per le indagini preliminari) Taramelli definisce Nicolini “imprenditore di particolare scaltrezza, Continua a leggere

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Intermezzo

Abbandoniamo per il momento le problematiche decisionali dell’Amministrazione Tosi e diamo spazio a fatti attuali, che è importante conoscere bene. Riguardano i rapporti tra l’Amministrazione Tosi e le numerose indagini giudiziarie che la coinvolgono, indicative della concezione e della visione della politica portate dalla Lega Nord e dai suoi alleati, che è urgente sconfiggere, perché Verona possa avere il futuro che dobbiamo meritare.

L’Amministrazione Tosi è coinvolta in numerose indagini giudiziarie. Le più gravi riguardano il malaffare AMT-Diego Nicolini, parentopoli, AGEC e l’ex vicesindaco Giacino.

Ce ne sono purtroppo tante altre. Scorrendo quanto scriveremo, ci potremo rendere conto di una situazione inaccettabile, di una gravità inaudita.

Si può fare il confronto con tangentopoli? Probabilmente sì, anche se il riscontro sui mass media è molto limitato. Anche di questo possiamo chiederci il perché.

Colpisce soprattutto la vastità del fenomeno che intacca tutta la struttura del potere pubblico a Verona.

E Flavio Tosi? Fa finta di niente e va avanti per la sua strada, anche se ormai fatica a darla da intendere.

C’è da mettersi le mani nei capelli, anche se fosse provato solo un decimo delle accuse. Andiamo con ordine.

Nota Bene: le notizie e i nomi scritti negli articoli che seguono sono stati pubblicati sulla stampa locale (“L’Arena di Verona” e “Il Corriere di Verona”).

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Costruire il più possibile. Perché ? Nota conclusiva di Tito Brunelli.

Perché abbiamo dedicato tanto spazio agli interventi di Comune di Verona, Provincia di Verona e Regione Veneto volti a facilitare l’edificazione e la cementificazione nei nostri territori?

Favorire in ogni modo il costruire sembrerebbe illogico, dal momento che di nuove abitazioni non c’è bisogno e che se ne possono recuperare tante invendute, sfitte, abbandonate o in stato di degrado. Invece, ovunque si ragioni di politica, si fa presente che il dovere delle Pubbliche Amministrazioni è quello di salvaguardare il territorio, che non va sprecato ma va valorizzato per il bene di tutti.

Se poi questa gara all’edificare si riscontra in tutta Italia, vien da chiedersi quali potenti forze puntino in questa direzione. Giusto e doveroso mantenere posti di lavoro, ma, se vogliamo vivere nella città bella, prima di occupare nuovo territorio, è doveroso recuperare aree ed edifici abbandonati.

“Report” e altre trasmissione televisive, da qualche tempo, aiutano a capire la realtà. Ci mostrano lo sviluppo apparentemente sconsiderato dell’edilizia, in particolare in Lombardia, in Liguria e in molte aree dell’Italia centro meridionale: non conta che si deturpi l’ambiente; che ci siano abitazioni, appartamenti e manufatti industriali vuoti. Conta è che i soldi girino e che quelli “sporchi”, legati alle mafie, siano riciclati ed entrino puliti nel circuito finanziario.

Guardando a Verona, un dato è certo: Regione, Provincia e Comune hanno bisogno di soldi e, cosa non nuova, vedono nei rapporti buoni e costanti con il mondo dell’edilizia una fonte privilegiata per portarne nelle casse pubbliche vuote: “Io, ente pubblico, ti permetto di costruire dove e come meglio credi e tu, associazione dei costruttori, mi dai i soldi che mi permettono, nelle attuali ristrettezze economiche, di realizzare opere pubbliche gradite ai cittadini e, di conseguenza all’Amministrazione”. E’ un convergere di interessi, in alcuni casi comprensibili. Ma quando questa diventa la normalità, ne soffrono la città e il territorio. Ecco perché quanto succede, in questi anni, a Verona e nel Veneto (ne abbiamo trattato negli articoli precedenti) è preoccupante: si torna alla edificazione selvaggia del dopoguerra: costruire per guadagnare. Al vivere bene, nel rispetto della dignità delle persone e delle famiglie, si penserà in seguito. Il rischio è l’edificare ad ogni costo, senza tener presente il dovere di curare la città e il bene dei suoi abitanti. Lo va ripetendo con chiarezza il sindaco Tosi, vantandosi addirittura delle sue scelte: scarseggiano i soldi; ne abbiamo bisogno ora; se per averli è inevitabile vendere uno spazio prezioso, sapendo che questa vendita blocca lo sviluppo armonico di un territorio, pazienza: “Ho bisogno di soldi”. Caso evidente è la vendita di uno spazio preziosissimo di fronte alla Fiera per fare l’ennesimo centro commerciale, sapendo che, con questa scelta, i grandi progetti sulla nuova città che ci si augurava crescesse a Verona Sud vanno in soffitta. Continua a leggere

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Archiviato in Cementificazione, Commenti, Eredità Tosi, Riflessioni, Situazione economica 2013, Urbanistica

Ci sarà spazio per i centri commerciali?

Previsioni sui consumi. 

Novembre 2013. Consumi in calo anche nel 2014: un meno 0,2%, che segue il meno 2,4% del 2013 e il meno 4,2% nel 2012. In Veneto a soffrire maggiormente sono i 64.572 negozi al dettaglio, con un meno 2,2% che, come per tutto il Nord Est, è il dato peggiore in Italia (media meno 1,4% – il Sud: meno 1,3%. Novità: soffrono ipermercati (meno 0,4%), ingrosso (meno 375 unità), auto (meno 44 punti vendita), aziende di viaggio (meno 5%), ristorazione (meno 1%), editoria (meno 1,5%). Bene telecomunicazioni (+ 9%), trasporti (picco del 5% quelli aerei), grandi magazzini (+ 1,7%), supermercati (+ 1%), commercio ambulante (160 imprese in più dal 2000 al 2012. Totale: 10.608).

Riccardo Capitanio, presidente regionale giovani Confcommercio: “Per sopravvivere occorre il coraggio di cambiare, di rinnovarsi, di trasformarsi. Le politiche degli sconti e delle aperture domenicali non pagano. Per incentivare le vendite dobbiamo andare incontro alle esigenze dei consumatori, come: orario continuato, aiuto individualizzato, prenotare prodotti on line, spesa a domicilio, acquisto su appuntamento. Le nostre proiezioni prevedono un ritorno alla tradizione, al negozio di quartiere: il primo a sparire ma che tornerà specializzando l’esercizio, di alta qualità. Bisogna anche saper vendere, saper proporre, essere accattivanti. Oggi si preferisce pensare comodamente all’acquisto stando in poltrona”.

I televenditori in Veneto vanno alla grande: nonostante i costi, spuntano come funghi. Hanno successo soprattutto con le signore oltre i 50 anni, che acquistano di tutto.

Nota di Tito Brunelli.

Una sola riflessione. Prevedere un grande centro commerciale a Verona Est, vicinissimo a due già esistenti, altrettanto grandi, e 11 centri commerciali a Verona Sud, di cui tre enormi, è di per sé, per chi ragiona a base di buon senso, del tutto inconcepibile. Un’Amministrazione comunale che prevede tali interventi è colpevole di fronte alla città e ai cittadini, anche se, ma non è così, in altri settori avesse compiuto opere positive. Non lo possiamo permettere!

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Segnali di crisi. Estate 2013: arriva la bomba Ipermercati.

I sussurri si sentivano da tempo. Luglio 2013: La grande distribuzione veneta scricchiola e ‘cede’ ai contratti di solidarietà (più di un migliaio negli ultimi 6 mesi): si rinuncia a parte dello stipendio per non lasciare a casa nessuno.

– Auchan di Mestre: quasi 300 su 350 lavoratori accettano contratti di solidarietà dall’1 agosto;

– Carrefour di Marcon: 200 su 235 contratti di solidarietà sono partiti l’1 giugno, dopo la cassa integrazione. Carrefour di Portogruaro: 199 dipendenti su 220 sono in contratto di solidarietà dall’1-1-2013. Il vicino Carrefour di Thiene regge bene.

– Feltrinelli del Veneto: 105 contratti di solidarietà in questo luglio.

Da anni si parla delle difficoltà dei piccoli negozi cittadini di fronte ai grandi centri commerciali. Ora anche Golia non sta bene.

Massimo Zanon, presidente regionale Confcommercio: “La difficoltà varia da luogo a luogo; ma la crisi è generale. Il problema per i grandi centri commerciali è che sono troppi. Non sono state fatte valutazioni territoriali per bilanciare domanda e offerta. In questi ultimi anni si è continuato a procedere come se nulla fosse e intanto il mercato è fortemente cambiato.

A Verona 172 dipendenti su 210 dell’Auchan sono in contratto di solidarietà dal primo gennaio 2013, per 12 mesi. A Vicenza invece Auchan non è stato toccato.

– Mercatone Uno chiude a fine agosto i punti di vendita di Badia Polesine, Mogliano Veneto e Valli di Chioggia; altri 8, veneti, rimangono aperti.

Non è detto che dove va bene si possa inneggiare allo scampato pericolo. Continua a leggere

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