Archivi del mese: novembre 2013

Piano degli Interventi: Tutto bene purché arrivino soldi in cassa.

L’assessore Giacino risponde alle critiche : 

“La Giunta Zanotto – Uboldi ha previsto i 25.000 veronesi in più e 5 milioni di mc edificabili. Noi li riduciamo di più della metà: il 50% sarà a verde. Costruiremo in verticale.

Il PAT dell’Amministrazione Zanotto trasforma in edificabili 4,1 milioni di mq di aree agricole. Noi ne riporteremo una parte ad agricole e costruiremo meno della metà rispetto alle potenzialità. L’80% degli interventi è su aree da riconvertire, già edificate. Solo il 20% sono insediamenti nuovi. Nessuna colata di cemento, perciò nell’attuale crisi il settore edilizio va aiutato, incentivando la qualità. Per di più abbiamo ottenuto opere di compensazione per 140 milioni.

–  Case sfitte: i privati che cercano credito firmano accordi per realizzare progetti versando il 10% e sottoscrivendo un atto pubblico. Le banche non finanziano se non vedono i contratti di vendita degli immobili che si costruiranno.

–  Il P.I. prevede la valorizzazione delle ville venete e delle corti rurali e protegge le parti realmente storiche e significative. Le parti di minore pregio (fienili o simili), fino ad oggi inutilmente bloccate, vengono trasformate in appartamenti.

–  Sovradimensionamento delle nuove abitazioni: il problema è consentire alle imprese di lavorare per rilanciare l’economia. Chi si oppone ha una visione quanto meno limitata di quanto accade anche nella nostra città.

–  Troppo cemento per realizzare i 280 interventi previsti, in particolare in collina e a Santa Maria in Stelle, Avesa, Quinzano, Parona? Allarme ingiustificato: le aree urbanizzate nel P.I. lo erano già nel PAT. A opere di privati corrisponde un’opera pubblica, pagata dai privati stessi.

 Nota di Tito Brunelli.  Alle critiche sulla eccessiva edificazione del P.I., Giacino risponde che la sua Amministrazione è virtuosa rispetto alla precedente che, con il PAT, ha ampliato la possibilità di trasformare l’uso del territorio e di edificare in tanti spazi verdi, piccoli e grandi. Continua a leggere

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Piano degli Interventi: Incisive osservazioni di Giorgio Massignan.

A chi spetta decidere il futuro urbanistico della città?

“Dato positivo: finalmente con il P.I. la zona Sud di Verona ha un piano urbanistico. Però c’è un vizio di partenza: una corretta pianificazione territoriale vorrebbe che la Pubblica Amministrazione indicasse cosa è necessario fare nelle aree dismesse individuate dal PAT. Ai privati toccherebbe, in un secondo tempo, decidere, sulla base di questo quadro, se e quanto investire. Poi la Pubblica Amministrazione torna sull’area per progettare viabilità e trasporto pubblico. Si sta facendo l’esatto contrario: prima i privati hanno comprato le aree dismesse; hanno redatto i progetti con l’unico criterio (corretto, dal loro punto di vista) di ricavare la più alta redditività possibile: azione speculativa. La Pubblica Amministrazione, assente, non ha dettato nessun criterio: il suo intervento è stato successivo. Uno dei risultati: troviamo un centro commerciale alle ex Cartiere, che non possono sopportarlo. Chi si occupa di urbanistica, quando vede il progetto, si mette le mani nei capelli. Con un afflusso di 1.500 persone al giorno solo per contare gli addetti che ci lavoreranno, gli intasamenti non si potranno evitare. Partiranno molti altri interventi. Tra 10 anni i nodi verranno al pettine e il Comune dovrà intervenire con soldi pubblici per cercare di risolvere questi danni. E la Pubblica Amministrazione oggi non li mette in preventivo. L’Amministrazione Tosi affida a privati e al loro potere economico la pianificazione del territorio, espropriando se stessa del diritto-dovere di programmarlo e di gestirne l’uso.

A Verona Sud, gli Amministratori pubblici, invece di analizzarne il potenziale e coniugarlo con la vocazione e le potenzialità di Verona all’interno di un piano territoriale unitario e organico, e invece di predisporre un piano unitario di recupero delle aree dismesse, preferisce cucire le proposte di gruppi di imprenditori privati, realizzando una sorta di abito di Arlecchino. Secondo Giacino, l’80% delle costruzioni è su aree da riconvertire e la metà di queste resterà a verde. Ma il verde previsto a Verona Sud è pubblico solo sulla carta: non sarà fruibile a uso collettivo, ma funzionale ai centri commerciali e direzionali. Semplice calcolo: solo a Verona Sud si realizzeranno circa 4 milioni di mc: un milione di edifici residenziali e tre milioni tra direzionale, commerciale e alberghiero, senza contare i 300.000 mc alle ex Cartiere. Da nessuna analisi si evince che Verona ha bisogno di centri direzionali e commerciali e neppure di nuove abitazioni. La trasformazione delle aree è stata suggerita dagli operatori immobiliari privati. E la Pubblica Amministrazione ha permesso di realizzare tipologie edilizie ritenute commercialmente allettanti. Il suolo viene concesso alle trasformazioni immobiliari.

Si trascura la questione decisiva: la mobilità. La riqualificazione dell’area meridionale presuppone un notevole flusso di traffico. Continua a leggere

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Piano degli Interventi: Altri oppositori: E’ questa la città che vogliamo?

Se lo chiede anche il consigliere Cristiano Maccagnani: originale e momentaneo oppositore. Consigliere comunale leghista, per disciplina di partito ha votato il piano, ma dice: “Siamo il passato!! Discutiamo di case e palazzi che inonderanno Verona senza alcun criterio. Bisognerebbe ristrutturare il centro, pensare a case con giardini per migliorare il nostro stile di vita; invece assecondiamo i palazzinari. Sono mortificato!”. Lo riascoltiamo qualche ora dopo: “Il P.I. è strumento sofisticato e all’avanguardia. Però, in certe zone, come lo Stadio, c’è una bella spinta al cemento. Torno dalla Germania, dove anche le periferie sono giardini. Da noi si continua a puntare sul mattone e sulla cubatura. Un tempo chi aveva un terreno agricolo e lo trasformava in edificabile diventava ricco; oggi, con la crisi, si può pensare in questo modo? I privati che hanno proposto gli interventi dovranno sborsare contributi consistenti in cambio dei cambi di destinazione d’uso e degli aumenti di cubatura”.

Sinistra, ecologia e libertà”

Non si può demandare a privati la trasformazione del territorio, che va tutelato evitando consumo del suolo e cementificazione. Il patrimonio edilizio deve risparmiare energia. I dati demografici contrastano con le previsioni di PAT e P.I., secondo i quali Verona dovrebbe arrivare nel 2016 a 287.000 abitanti. Va ridimensionata la previsione di nuove costruzioni. Il P.I. prevede residenziale per 4,3 milioni di mc; più 700.000 non attuati del vecchio PRG; più 750.000 di riserva. Il P.I. consumerà in pochi anni metà della potenzialità edificatoria complessiva. Proposte: ricalcolare la volumetria; stralciare le aree di espansione; verificare consumo del suolo e inquinamento; utilizzare il patrimonio edilizio esistente e coordinare il P.I. con i Piani aria, energia, mobilità e trasporto pubblico locale. Si possono imporre sui fabbricati interventi per il risparmio energetico, creando lavoro”.

Legambiente: “Non si fa cassa con l’urbanistica”

–  “Giacino racconta il lato positivo del P.I. I cittadini devono sapere cosa accadrà nei loro quartieri. L’errore più grave è delegare a privati la gestione urbanistica della città. Il P.I. è fatto su misura per soddisfare appetiti privati. Continua a leggere

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Piano degli Interventi: Autunno 2011: finalmente l’Opposizione si fa sentire.

Per battersi con frutto, bisognava partire quattro anni prima.                   Partito Democratico:

 –  La filosofia di fondo del piano è condivisibile. Bene le compensazioni. Se passiamo all’attuazione pratica, mancano uno studio urbanistico approfondito e un organico piano dei servizi. Vediamo una serie di francobolli, senza un disegno complessivo: un contentino a molti, a scapito della qualità della vita, del verde e della programmazione del territorio. Occorre potenziare il trasporto pubblico.

–   Il P.I. è una cementificazione. Si consumano campagna e aree di servizio; si aggrediscono zone delicate, come Poiano e Montorio.

–   Si consuma quasi tutta la potenzialità edificatoria del PAT, creando quartieri fantasma.

–   E’ spropositato il numero di metri quadrati di commerciale a Verona Sud, costellata di torri: la zona sarà quartiere dormitorio o by night.

–   Il Piano dà per scontato che la popolazione cresca di 25.000 abitanti, mentre è in calo o stazionaria (grazie agli immigrati): è la scusa per costruire, anche se non ce n’è bisogno.

–   Grave indice di un modo di concepire la politica: i Consiglieri di Circoscrizione non hanno avuto il tempo di esaminare il P.I.

Una nota di conferma, da parte di Tito Brunelli.

Ero presente quando, in III^ Circoscrizione, si è riunita la Commissione che doveva valutare il P.I. nel suo territorio. Nonostante la difesa dell’Amministrazione comunale da parte del Presidente (gli altri Consiglieri di maggioranza assistevano muti e scocciati), è stato evidente che solo il Presidente era parzialmente informato sulle conseguenze del piano nel territorio circoscrizionale.

Alla prova dei fatti, l’Amministrazione leghista, ritenuta vicina alla gente, si è mostrata chiusa al confronto, con unico interlocutore i proprietari e gli imprenditori interessati. Continua a leggere

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Piano degli Interventi: Chi capisce bene quanto succede è l’allora Presidente dei Costruttori Andrea Marani.

“La crisi si combatte rilanciando le costruzioni. Il P.I. è un primo passo. Vogliamo una Verona bella. Nel passato si è cementificato troppo e male. Oggi occorre demolire e ricostruire bene, pensando alle persone e al sociale. Non è pensabile oggi un condominio o una palazzina uffici senza palestra, senza spazi per conferenze e zone a misura di bambino. A Verona, come solo a Milano e Roma, abbiamo due importanti istituti di credito, una Fondazione e una grande assicurazione: devono dare il denaro perché l’economia parta. Le Istituzioni facciano opere pubbliche e infrastrutture ed eliminino la burocrazia”.

–   A chi dice che l’offerta di case supera la domanda, Marani risponde: “L’offerta non è eccessiva se abbiamo una strategia. Prima o poi in città mancheranno circa 2.000 alloggi. Giusto ristrutturare edifici vecchi, soprattutto in centro storico. C’è bisogno di case per immigrati, per forze dell’ordine, per impiegati che lavoreranno qui. E’ importante che si costruisca rapidamente. Verona, città storica, deve darsi una nuova immagine nei quartieri che non sono centro storico, a partire da Verona Sud. Continua a leggere

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Piano degli Interventi del Comune di Verona: Ma quanti cantieri sorgeranno in una città con molte case vuote?

L’assessore all’Urbanistica Giacino dice un’altra parte della verità:

“Nei prossimi 10 – 20 anni, daremo un nuovo assetto al territorio. L’80% degli interventi sarà su aree da riconvertire. Le opere di compensazione pubblica, per 140 milioni, consentono di progettare lo sviluppo di Verona e di risolvere molti problemi, sanando quartieri e correggendo errori. I privati dovranno vincolare la metà dell’area assegnata a verde e servizi, alla piantumazione di alberi e all’utilizzo di sistemi di bioedilizia.

Sarà contestuale l’approvazione del Piano dell’Ambiente, a difesa delle zone sensibili della collina e dell’Adige e a tutela dei siti di interesse comunitario (SIC). Sarà approvato anche il nuovo Piano delle piste ciclabili. Sarà tutelato in particolare il patrimonio faunistico con una rete ecologica a difesa del territorio. Ci saranno nuovi alberi.

Il P.I. sarà un incentivo importante all’edilizia, in un momento delicato e difficile.

Abbiamo catalogato 4.500 unità abitative nel centro storico maggiore; 2.000 nei centri storici minori; 180 corti rurali; 1.200 edifici storici e liberty, definendo il grado di intervento consentito. Continua a leggere

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Filosofia del Piano degli Interventi: Va tutto bene. Tutto è ammesso. Basta racimolare un po’ di soldi.

Giugno 2011. La Giunta approva il P.I. Dice di puntare alla riqualificazione di siti abbandonati costruendo case, alberghi, uffici, negozi. Nei fatti circa 700 privati ‘manifestano interesse’ per interventi edilizi. La Giunta ne approva 300, di cui 280 vengono firmati da proprietari e Comune, con l’impegno di attuarli.

Il sindaco Tosi spiega le novità del Piano: dice parte della verità. Non parla dell’enorme edificabilità che cambierà il volto della città, sulla base di scelte compiute da privati:

“Un tempo, con il Piano Regolatore, il Comune arricchiva qualcuno regalandogli una destinazione urbanistica nuova delle sue aree. Il P.I. non sarà strumento per regali; ridisegnerà il volto di Verona secondo criteri di sviluppo urbanistico. Non eroderà aree agricole; trasformerà zone abbandonate. Continua a leggere

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Il Piano degli Interventi del Comune di Verona: la regina di tutte le battaglie.

Conoscerlo aiuta a capire l’idea della ‘nuova’ Verona secondo il sindaco Tosi e l’assessore Giacino : alcune centinaia di privati decidono il volto futuro della città, cogliendo l’occasione della debolezza della politica e del bisogno di soldi del Comune.

Dicembre 2011. Approvato dal Consiglio comunale, il “Piano degli Interventi” (d’ora in poi: P.I.) disegna la Verona del futuro. L’Amministrazione (sindaco Tosi e assessore all’Urbanistica Giacino) lo presenta come un affare per la città: porterà nelle casse comunali circa 140 milioni, versati da costruttori privati, che consentiranno all’Amministrazione di realizzare circa 400 opere pubbliche nei quartieri. Quasi un miracolo, viste le ristrettezze economiche del Comune.

Benefattori’ privati che cercano il bene della città?

Per rispondere occorre conoscere il P.I.  Nelle intenzioni dell’Amministrazione, dei costruttori e dei detentori del potere economico, nel prossimo periodo sorgeranno in città circa 300 cantieri: grattacieli, palazzi, hotel, alberghi, negozi, abitazioni, uffici e soprattutto centri commerciali.

La lettura degli articoli che seguiranno (circa una trentina) sarà impegnativa, ma ci aiuterà a capire in che mani siamo.

Tito Brunelli

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I fallimenti dell’Amministrazione Tosi: Decadenza della cura del territorio in città.

Impariamo a controllare l’Adige: dopo i grandi acquazzoni spesso fa paura.

– Andiamo al Boschetto: gli scantinati si allagano dopo ogni forte pioggia.

– A Porto San Pancrazio: la fossa Morandina si gonfia.

– Al Nassar (Parona), in varie occasioni, sono mancati pochi centimetri per l’esondazione.

– Preoccupano strada Castellana (sulle Torricelle); via del Fante; via Turbina a Chievo; Breccia San Giorgio.

– Interventi causati dalla pioggia a Navigatori (via Magellano) e Valdonega (via Zenari).

– Maggio 2013: notte da incubo in via Sasse, a Castiglione.

– Situazione pesante ad Avesa ogni volta che piove. Violenti fontanazzi in via Indentro. Il Lorì, piccolo fiume che scorre sotto e sopra il paese, tracima: Continua a leggere

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I fallimenti dell’Amministrazione Tosi: Cemento e asfalto dominano.

Verso la decadenza del territorio comunale.

Dal Piano degli Interventi risulta evidente che la Verona di Tosi continua sulla strada del cemento e dell’asfalto, del rompere e scavare la terra. Conseguenze: una pioggia intensa può creare alluvioni, esondazioni di torrenti, frane, smottamenti.

Approfondiamo il tema per la sua importanza decisiva della quale troppo spesso non teniamo conto:

Inverno 2010-11. Ricordiamo i disastri a Soave e Monteforte. Pochi sanno cosa è successo in città:

– Parco delle Colombare: crollo di un muro;

– Castel San Felice, poco più a nord: crollo;

– Montorio: frana a Olivé e in via Monte Novegno; voragine in via Olmo;

– Poiano: frana e buco nel sottopasso;

– Quinzano: caduta massi. Chiusa per settimane la strada per Montecchio: pericolo crolli;

– Avesa, vicino al fiume Lorì: cantine e scantinati allagati;

– via Mameli: smottamento; via Doria: buco; via Marsala: condominio evacuato per sicurezza.

Inverno 2011-12

– Grezzana: grande smottamento;

– Sezano e Santa Maria in Stelle: allagamenti.

Maggio 2013.

-A Montorio e nei paesi della vallata si contano i danni. Il torrente Squaranto, saturo di acqua e di detriti (tronchi, copertoni, taniche, ghiaia, …), esonda. Uno strato limaccioso ha coperto il centro di Montorio: buche e tombini intasati; cantine e garage allagati; negozi chiusi; strade trasformate in fiumi; crateri nell’asfalto, sollevato e frantumato; Continua a leggere

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