Piserà ha precedenti per associazione di stampo mafioso. Roba vecchia, di quando abitava in Calabria. Fu arrestato e condannato in primo grado per un’inchiesta sui clan, con accuse dalle quali venne assolto. Anche per lui, convinto di essere al di sopra di ogni sospetto al punto di proporre una delle sue strutture per ospitare profughi, sono state fatali le ‘amicizie’ calabresi che continua ad avere. Un dipendente di una delle sue strutture, assunto dalla precedente proprietà, era condannato per associazione mafiosa. Piserà non faceva mistero di essere vicino ai Mancuso, una ‘ndrina di Limbardi e Nicotera, considerata dagli investigatori la cosca più potente della Calabria. Insieme controllavano la zona di Tropea. Il suo clan era operante in provincia di Vibo Valentia, con influenze nel reggino grazie all’alleanza con i Piromalli di Gioia Tauro e i Pesce di Rosarno. Nel lametino aveva contatti con il gruppo Torcasio-Giampà; nel crotonese con il clan Arena di Isola Capo Rizzuto. Altri contatti: con famiglie di Cosa Nostra, con la Farc colombiana e con le Autodensasb Unidas de Colombiae. Nel Nord Italia sono presenti in Piemonte, Emilia, nell’hinterland nord di Milano, a Monza e Novara e nei comuni di Gissano, Seregno,Virano Brianza e Marano Comense.
Archivi del mese: dicembre 2015
Prefetto: altre due interdittive
Novembre 2015. Salvatore Mulas, Prefetto di Verona, firma altre due interdittive antimafia, con lo scopo di “ tutelare il territorio veronese da tentativi di infiltrazioni e per consentire alle aziende sane e produttive di proseguire nella loro attività, sviluppando importanti potenzialità imprenditoriali”. Novità: le precedenti interdittive riguardano l’edilizia. Ora c’è la svolta: l’attività criminale non si muove solo nell’ambito delle opere pubbliche, ma anche in attività commerciali che sembrano aver poco a che fare con i grandi investimenti, come un’anonima tabaccheria e la gestione di locali e ristoranti. Gli accertamenti sono stati compiuti dalla polizia e valutati dal Prefetto. I Comuni, enti erogatori della licenza, sono parte in causa nella decisione di sospenderla o revocarla. Buona parte dei Comuni coinvolti gravitano intorno al lago di Garda, area già in passato nelle attenzioni delle organizzazioni criminali. Verona non appare solo come terra di ‘ndrangheta, ma anche di mafia. Continua a leggere
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Interdittiva alla Soveco ?
Soveco, azienda di costruzioni che, in città, ha realizzato parecchie opere (su tutte ponte San Francesco), è alla ribalta in seguito alle indagini che hanno interessato la ristrutturazione della casa dell’ex vicesindaco Giacino, collegata a indiscrezioni su presunte infiltrazioni mafiose a Verona.
Di Soveco ha parlato il ministro Alfano, in Parlamento, nel luglio scorso: “Sulla Soveco sono in atto accertamenti da parte della Prefettura di Verona”.
Sull’argomento abbiamo abbondantemente scritto sul nostro blog. Ricordiamo solo che al centro dell’attenzione c’è Antonino Papalia, da molti ritenuto ‘socio occulto’ dell’azienda, (la cui ex moglie ne è socia a tutti gli effetti), mentre per l’azienda è un semplice dipendente che si occupa delle maestranze. Continua a leggere
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Seconda interdittiva per la Gri.Ka
A fine settembre, il Prefetto firma la seconda interdittiva, nei confronti della Gri.Ka, anch’essa finita nell’inchiesta “Aemilia”, per infiltrazioni mafiose.
La famiglia Grisi, di Zimella, proprietaria della Gri.Ka (sede a San Bonifacio – 67 dipendenti – specializzata in autostrade e costruzioni, civili e industriali), ha i natali in quel di Cutro (Calabria). I titolari sono Danilo Isidoro, pugliese d’origine, ed Elena Piccotin. Socio fondatore e amministratore unico è stato il geometra Giuseppe Grisi, calabrese. Il 19-1-2011 Giuseppe e il fratello Alfredo Grisi sono stati ammazzati con un colpo di pistola alla testa, in un negozio di moto a Crotone. Entrambi vivevano a Zimella e hanno impiantato l’azienda edile a San Bonifacio. Continua a leggere
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——- E’ Natale ——-
Betlemme -Chiesa della Natività – La Madre di Dio che sorride
E’ difficile fare gli auguri di Natale. Si può evitare il rischio della ovvietà, della superficialità, della inconsistenza? Il Natale è tempo per dirci la verità.
Natale è quel bambino che entra nel mondo per fare la volontà del Padre. Egli porta in sè Dio stesso. Viene per cambiare radicalmente la vita di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, dell’umanità. Ma c’è qualcuno di noi disposto a cambiare vita, a vivere secondo Dio? Davanti a noi c’è un grande modello: papa Francesco. Chi di noi accetta di mettersi sulla sua strada? Da solo il Papa fa per uno.
Natale chiede a ciascuno di noi di entrare nel mondo. Concretizziamo un aspetto: oggi chiede ai Veronesi di entrare nel Comune in cui vivono, a partire dalla nostra città, dal nostro Comune di Verona. La situazione dell’Amministrazione è deprimente. Chi pone mano a un nuovo percorso? Tra un anno e mezzo dovremo votare. Ciascuno di noi deciderà chi votare, ma soprattutto quale compito si assume per rinnovare Verona, sul piano spirituale, culturale, religioso, umano, politico. Chi tra noi se la sente? Chi di noi è disponibile a entrare nell’esperienza viva della nostra città, del nostro Comune, come Gesù è entrato nel mondo in cui è nato?
Quanto e come siamo pronti a essere segno per chi ci sta intorno?
Buon Natale da: Tito Brunelli e Armando Ferrarese
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La prima interdittiva colpisce l’azienda Nico.Fer s.p.a.
Azienda di Moreno Nicolis, sita in via Turbina (Chievo – VR), coinvolta nelle indagini sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord. L’imprenditore è finito nella mastodontica indagine “Aemilia”, nata per contrastare infiltrazioni mafiose al Nord e culminata, a fine gennaio 2015, in un mega blitz che ha condotto in carcere parecchie decine di persone. Il sospetto è che Nicolis sia collegato alla mafia. Nelle informative viene citato per contatti con Antonio Gualtieri, uno dei promotori dell’associazione ‘ndranghetista emiliana, che agiva a Reggio Emilia.
Si contesta a Nicolis che, a fine dicembre 2011, soggiornò in Calabria e partecipò a un pranzo organizzato a casa di Nicolino Grande Aracri, con il boss della cosca, per presunti accordi con l’organizzazione criminale. Quell’incontro, per il gip, aveva lo scopo di costituire una società per la lavorazione del ferro, da utilizzare in zone sotto controllo della cosca di Cutro. Il pm ipotizzò che l’evento potesse essere collegato al gruppo criminale che agiva tra Emilia e Lombardia. Continua a leggere
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Cambia l’aria per le mafie e per i loro protetti
Luglio 2015. Il ministro Alfano afferma che le società Nico.Fer e Gri.Ka Costruzioni sono oggetto di accertamenti da parte della Prefettura di Verona, visto che alcune indagini mettono in luce la presenza della ‘ndrangheta a Verona.
Il nuovo prefetto Salvatore Mulas, all’arrivo in città, annuncia: “Voglio capire. Incontrerò subito Questore, Comandanti di Carabinieri e Finanza, Procuratore e Procuratore distrettuale”. Si profila un nuovo modo di procedere. A fine settembre, il Prefetto istituisce una squadra contro la malavita organizzata, per indagare su eventuali infiltrazioni mafiose; nel “pool” entrano anche le forze dell’ordine. Si intensifica il colloquio con la Divisione investigativa antimafia di Padova.
Passano poche settimane. Il Prefetto firma una interdittiva antimafia: Continua a leggere
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Commento 1
Maurizio Battista su L’Arena del 3-4-15. “La situazione è grave? No: imbarazzante”.
Per chi crede ancora nelle Istituzioni parlamentari e democratiche, lo spettacolo offerto a Verona dalla Commissione antimafia in questi giorni è stato purtroppo imbarazzante. La ricerca della visibilità e dello scontro politico non solo ha fatto passare all’ultimo posto l’allarme per eventuali infiltrazioni criminali, ma è stato evidente fin dalle prime battute della missione. Deputati e senatori avevano appena sciolto i lavori in Prefettura, quando alle 18,27 le agenzie già battevano una durissima dichiarazione del vicepresidente Claudio Fava contro il Comune di Verona proponendone “lo scioglimento per infiltrazioni mafiose”. Alle 19,30 arrivano le dichiarazioni istituzionali del presidente Rosy Bindi, scavalcata da Fava, che sono di tenore diverso: Continua a leggere
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Il Governo, interpellato, risponde
Luglio 2015. Il sottosegretario Filippo Bubbico, a nome del ministro Alfano, risponde all’interrogazione di D’Arienzo e Naccarato su “supposte infiltrazioni della ‘ndrangheta a Verona”: “L’analisi degli elementi di valutazione non evidenzia la presenza di indicatori criminali tipici del radicamento sul territorio di organizzazioni di stampo mafioso, quali omicidi portati a termine con particolari metodologie o finalità oppure attività estorsiva sistematica e organizzata. Tuttavia le forze di polizia continuano a monitorare le dinamiche del tessuto produttivo veronese (le condizioni economiche del territorio possono attrarre l’interesse delle organizzazioni criminali per operazioni di riciclaggio) e si controllano personaggi con gravi precedenti penali che hanno trasferito la residenza in quella provincia, Continua a leggere
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Commento 2
Pierpaolo Romani su Il Corriere di Verona del 2 aprile 2015.
Infiltrazione che può divenire radicamento; insufficiente consapevolezza della pericolosità e pervasività del fenomeno; sottovalutazione; scarso coordinamento tra gli organi istituzionali e inquirenti; corruzione, reati spia (incendi), scambi elettorali. A leggere i resoconti della stampa sul lavoro svolto in questi giorni dalla Commissione parlamentare antimafia in Veneto, in particolare a Verona, pare di tornare indietro di più di 20 anni. Era il 1994 quando il senatore Carlo Smuraglia presentava al Parlamento italiano una relazione sulla presenza mafiosa nelle regioni del centro-nord Italia, Veneto compreso. A scorrere quelle pagine ci si sente permeati da spirito di rabbia e di inquietudine. Si legge: Continua a leggere →
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