Marzo 2014. Si è defilato il gruppo indiano che si era fatto avanti. Le manifestazioni di interesse per l’acquisto di OFV restano due:
– la cordata veronese di imprenditori rappresentata dall’avvocato Riccardo Cinti;
– “Sitav spa”: azienda che realizza e cura la manutenzione di carrozze ferroviarie in un importante stabilimento in provincia di Piacenza.
Entrambe propongono l’affitto dell’attività per un anno e poi l’acquisto.
I sindacati, soddisfatti, chiedono per un altro anno la cassa integrazione straordinaria.
18 marzo. Udienza. Spetta al giudice fallimentare Fernando Platania decidere circa l’ammissione di OFV all’amministrazione straordinaria. Il parere del Ministero dello Sviluppo economico (“Non si esclude la possibilità di un esito positivo del tentativo conservativo”) e del commissario giudiziale Giovanni Bertoni sono positivi: le due proposte rispondono ai requisiti del bando. Il giudice ha 30 giorni per valutare. Si allontana l’ipotesi fallimento. All’inizio di aprile il giudice ammette OFV all’amministrazione straordinaria. Il Ministero dello Sviluppo economico nomina il commissario straordinario con il compito di redigere il piano industriale, per arrivare prima all’affitto e poi alla vendita di OFV. Avrà due mesi per redigere il paino per l’affitto dell’azienda, finalizzato alla vendita. Spetterà a lui scegliere il soggetto più affidabile tra i due:
Ci sarà spazio per i centri commerciali?
Previsioni sui consumi.
Novembre 2013. Consumi in calo anche nel 2014: un meno 0,2%, che segue il meno 2,4% del 2013 e il meno 4,2% nel 2012. In Veneto a soffrire maggiormente sono i 64.572 negozi al dettaglio, con un meno 2,2% che, come per tutto il Nord Est, è il dato peggiore in Italia (media meno 1,4% – il Sud: meno 1,3%. Novità: soffrono ipermercati (meno 0,4%), ingrosso (meno 375 unità), auto (meno 44 punti vendita), aziende di viaggio (meno 5%), ristorazione (meno 1%), editoria (meno 1,5%). Bene telecomunicazioni (+ 9%), trasporti (picco del 5% quelli aerei), grandi magazzini (+ 1,7%), supermercati (+ 1%), commercio ambulante (160 imprese in più dal 2000 al 2012. Totale: 10.608).
Riccardo Capitanio, presidente regionale giovani Confcommercio: “Per sopravvivere occorre il coraggio di cambiare, di rinnovarsi, di trasformarsi. Le politiche degli sconti e delle aperture domenicali non pagano. Per incentivare le vendite dobbiamo andare incontro alle esigenze dei consumatori, come: orario continuato, aiuto individualizzato, prenotare prodotti on line, spesa a domicilio, acquisto su appuntamento. Le nostre proiezioni prevedono un ritorno alla tradizione, al negozio di quartiere: il primo a sparire ma che tornerà specializzando l’esercizio, di alta qualità. Bisogna anche saper vendere, saper proporre, essere accattivanti. Oggi si preferisce pensare comodamente all’acquisto stando in poltrona”.
I televenditori in Veneto vanno alla grande: nonostante i costi, spuntano come funghi. Hanno successo soprattutto con le signore oltre i 50 anni, che acquistano di tutto.
Nota di Tito Brunelli.
Una sola riflessione. Prevedere un grande centro commerciale a Verona Est, vicinissimo a due già esistenti, altrettanto grandi, e 11 centri commerciali a Verona Sud, di cui tre enormi, è di per sé, per chi ragiona a base di buon senso, del tutto inconcepibile. Un’Amministrazione comunale che prevede tali interventi è colpevole di fronte alla città e ai cittadini, anche se, ma non è così, in altri settori avesse compiuto opere positive. Non lo possiamo permettere!
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