Archivi del mese: aprile 2017

I membri della lista civica

Chi  è portatore di valori forti e crede nel bene comune ha una sua identità, spesso acquisita negli anni del servizio volontario. Le diversità tra queste persone sono molte: c’è chi è rigido e chi è per il dialogo; chi ragiona in base a idee chiare e distinte e chi privilegia il confronto; chi accetta contrapposizioni e diversità e chi le evita perché spaccano e allontanano il dialogo sereno a partire dal riconoscimento del valore e dei diritti di tutti; c’è chi non transige su “valori non negoziabili” e chi punta a valorizzare l’altro, tutti gli altri, pronto a rinunciare anche a idee a cui tiene per cercare il meglio nella situazione concreta; c’è chi mette davanti la verità e chi la carità. Per impegnarsi insieme si deve condivide l’impresa e perseguire il bene individuato, cogliendo il contributo di ciascuno, disponibili a dare il meglio di sé. Se invece si continua a ribadire le proprie idee e il proprio modo di concepire la vita e la politica, è meglio che l’impresa neppure parta: non è consentito guardarsi con sospetto. Occorre cercare l’unità verso un bene maggiore. I membri della lista civica sono tenuti a informare molte persone sul lavoro in atto e a proporre loro di coinvolgersi direttamente o, per lo meno, di accettare l’informazione. Se non succede, è meglio fermarsi subito: occorre l’impegno di molti per sperare in un risultato positivo. Continua a leggere

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I partiti sono l’unico strumento per fare politica?

No!

Grillo e i suoi seguaci e la presenza di comitati (si propongono un’azione di stimolo, non di eleggere loro rappresentanti in Comune) e liste civiche mostrano che i percorsi della politica sono molti. La lista civica tende a far emergere persone mosse dall’attaccamento alla propria città. E’ difficile che liste civiche si impongano a livello nazionale e regionale; diventa possibile nei Comuni, abituale nei piccoli Comuni. Una lista civica diventa cittadina se i suoi membri lo decidono, cercando condivisione. Molte liste sono civiche solo di nome: sono persone al servizio di ‘potenti’ (ex politici, ex amministratori pubblici, politici in auge che vogliono conservare o allargare il loro potere), legate al leader, con l’obiettivo di godere del piccolo potere che attendono da lui. Il giorno dopo le elezioni restano i posti di potere conquistati. Altre liste civiche hanno origine nell’alveo vivo e organizzato del volontariato, cattolico o laico. Chi le promuove è portatore di valori e sa mettersi al servizio della collettività, in particolare di chi ha più bisogno, o di una esigenza come la salvaguardia dell’ambiente. Continua a leggere

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L’Articolo 49 della nostra Costituzione

“Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”

I partiti politici, come proposti dalla Costituzione, sono insostituibili per una politica che cura l’Europa e la nazione ai vari livelli. E’ difficile però incontrarli per come dovrebbero essere. A Verona hanno avuto una funzione determinante nel secondo dopoguerra, per un trentennio, quando la città, ricca di inventiva e di slancio, si è trasformata: Quadrante Europa, Magazzini Generali, ZAI (zona agricola e industriale), Fiera, Università, aeroporto, Fondazione Arena ed Estate teatrale, Ca’ del Bue, … Oggi viviamo di rendita di quanto i Veronesi di allora hanno pensato e realizzato. Dagli anni 80 Verona ha smesso di ripensarsi: è ferma, senza aspirazioni se non la salute e il benessere economico. Partiti e gruppi culturali hanno smesso di aprire prospettive coinvolgenti. Ci chiediamo: “Nel tempo che viene quali novità renderanno Verona più bella, ricca e accogliente?”. Nella campagna elettorale in atto, si parla molto dei quartieri. Forse l’esigenza prima della nostra città, oggi, è la qualificazione del centro storico e di tutte le aree urbane: tutte devono essere belle, ricche e accoglienti. Allo scopo parole e programmi sono determinanti, ma non sufficienti: contano in modo decisivo le persone: sulle loro gambe camminano idee e visioni politiche. La responsabilità è di tutti. Lo è sicuramente di una lista civica, caratterizzata dalle persone che la rappresentano. Continua a leggere

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Il politico, come l’ortolano, decide

Il politico amministratore che segue le antiche abitudini e non sperimenta gli interventi richiesti fallisce. Chi decide sa che rischia di sbagliare,  ma decide: fa. Esempio: quando si rinnova la pavimentazione delle strade, si valuta come rinnovare la città, magari adottando materiali nuovi, di pregio, anche colorati. Sperimenta per essere all’avanguardia verso la città bella: cura il marciapiede; abbellisce e rende più fruibile il parco giochi; rinnova la scuola; promuove iniziative in ogni ambito. Un ‘politico’ che parla bene, che incanta, che la dà da intendere, ma non prende decisioni fa contenti i suoi ‘capi’ e l’ambiente amministrativo, ma tradisce la città e il suo popolo. Il vero politico decide: sprona l’economia e la cultura; mette insieme le persone disponibili, ognuna con la sua competenza; mette in moto il meglio di ciascuno e del popolo intero; ascolta tutti, non da solo; si muove con politici onesti, con persone, famiglie, associazioni e persone disponibili, anche se sa che non è facile procedere insieme e che la collaborazione va conquistata e appresa. Obiettivo della riflessione e delle decisioni: Continua a leggere

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L’ortolano: modello dell’uomo politico

L’A B C della politica è conoscere con amore la città e chi la abita. Chi decide di amministrare la città assume un atteggiamento originale: passeggia e osserva tutto: la strada che percorre, il marciapiede, gli spazi verdi, le case, la piazza, … Scruta in particolare le persone: dal loro muoversi, dall’abbigliamento, dalle parole coglie i bisogni del territorio e di chi lo abita. Si informa sulle attività economiche, sugli spazi per la cultura, lo sport e il tempo libero, sulle opportunità per i meno protetti. Di tutto fa tesoro. Vuole conoscere tutti i quartieri della città e la vita che vi si svolge per poterne aiutare la crescita in un quadro organico. Diventa capace di cogliere il meglio per la città e per i cittadini. Sa che gli amministratori che conoscono una piccola parte della città non sanno ripensarla e rappresentarla nella sua unitarietà. Per diventare politico – amministratore è essenziale aprire gli occhi sulla città con intensità e affetto (con occhi, mente e cuore) a partire dalle piccole cose, come il marciapiede (importante per la vita quotidiana). Obiettivo: cogliere ciò che è bello e funziona ed essere attento a ciò che va modificato per far diventare Verona più bella, accogliente e capace di rispondere ai bisogni dei suoi abitanti, a partire da chi ha maggiori difficoltà. Ogni aspetto della vita cittadina è precario: occorre conservare il meglio, curando e rinnovando il territorio, prevenendo il logorio del tempo e, ad esempio, facendo diventare il marciapiede luogo di sicurezza e di benessere, soprattutto per bambini, anziani e mamme con figli piccoli. Occorre osservare le case: quelle tenute bene e quelle trascurate o abbandonate, intervenendo dove è richiesto. Occorre vedere gli spazi della vita in comune, gli spazi verdi in particolare, cogliendone l’importanza e pensando interventi migliorativi. Può la città essere migliore, più pulita, più curata, più al servizio dei cittadini? Se alla base dell’ingresso in politica non ci sono questi, ma altri scopi, è bene lasciare ad altri l’impegno politico o che i cittadini lo richiedano, non dando il voto.

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Cosa significa fare politica?

Impariamo dall’ortolano Battista

L’ortolano si alza  presto, con la rugiada. Nell’orto usa strumenti poveri: un secchio d’acqua, una zappa, una zappetta, un badile. Osserva le piantine; le cura a una a una, con le mani: le accarezza, le guarda con affetto, parla con loro. Sa che l’orto ben curato dà frutti buoni e abbondanti. Non si accontenta mai. Valuta la situazione. E’ sereno per ciò che lo soddisfa e va bene; si interroga sui prodotti che lo lasciano perplesso, chiedendosi come migliorarli. L’obiettivo è che i prodotti dell’orto siano belli, saporiti e dolci allo sguardo e al palato. Migliora il prodotto con il suo lavoro, attento che la qualità sia massima. Ne inventa di tutti i colori perché l’insalata (per fare un esempio) abbia un sapore intenso e stuzzichi l’occhio e il palato. Dei progressi e della cura dell’orto si mostra orgoglioso; ne parla con slancio con familiari, amici, conoscenti e con chi passa. Dopo aver osservato e valutato, prende le necessarie decisioni, spesso dopo aver consultato persone esperte. Sa che, se lascia andare e non mette in moto i correttivi richiesti, tradisce l’orto e ne subirà le conseguenze. Battista, ortolano-politico, puoi essere tu che leggi.

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In quale scenario Verona si avvicina alle elezioni comunali ?

Anche a Verona la politica  vive uno stato di confusione. Nessuno dei partiti politici o delle aggregazioni in campo è solido. Il quadro frammentato comporta che il futuro Sindaco si troverà a vivere una pericolosa precarietà. Per molti elettori il riferimento principale restano partiti e raggruppamenti; aumentano però quelli che cercano la persona di fiducia, soprattutto nella scelta del Sindaco.

Centro Destra. Candidato sindaco: Federico Sboarina. A Verona è il raggruppamento potenzialmente più forte. Le difficoltà vengono soprattutto da “Forza Italia”. Motivi. Primo. In Veneto Verona, Padova e Belluno sono le tre città capoluogo che vanno a elezioni. A Padova e Belluno i candidati sindaco, già scelti, sono entrambi della Lega Nord. Rinunciare anche al candidato a Verona significa per Forza Italia assume la fisionomia di forza politica subalterna alla Lega. Secondo. Molti di Forza Italia non sopportano Sboarina perché è il presidente di “Battiti”: lista formata, in gran parte, da suoi fuoriusciti: traditori. Terzo. Due ex componenti del Centro Destra procedono autonomamente, con un loro candidato sindaco: Bussinello, con una componente di destra e Grigolini, alla testa della parte del Popolo della Famiglia che fa capo, a livello nazionale, all’avvocato Amato. L’altra componente fa riferimento a Gandolfini e si colloca nel centro destra. Rapporti tesi e diffidenze non favoriscono l’impegno in campagna elettorale.

Partito Democratico. Candidato sindaco: Orietta Salemi. Il PD non riesce a disfarsi delle correnti: ogni leader, ogni componente vive una storia a sé. Nel panorama veronese, è l’unico partito organizzato democraticamente: il dibattito, seppure limitato, esiste e parecchi iscritti partecipano ad alcune decisioni. Il suo pregio è che è aperto a individuare il candidato sindaco tra i non iscritti; tra esperienze e liste civiche. Questa apertura ha favorito l’impegno di parecchi cittadini e liste, come “VeronAttiva”, molti dei quali si affacciano per la prima volta alla politica. Si è arrivati a un passo dal Sindaco civico: Gianpaolo Trevisi, che ha mosso molti entusiasmi. L’esperienza è fallita: ci ha fatto sperimentare la grandezza e le miserie del percorso verso la Verona bella.

Movimento 5 Stelle (M5S). Candidato sindaco: Alessandro Gennari. Continua a leggere

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I contendenti

La prossima  competizione elettorale presenta novità rilevanti rispetto alle precedenti. E’ finito il tempo in cui, in città, prima di votare, si sapeva che al ballottaggio per la scelta del sindaco sarebbero andati il candidato del Centro Destra e quello del Centro Sinistra. Gli altri erano comparse. Oggi, a livello nazionale, i raggruppamenti che possono vincere sono tre: Centro Destra – Centro Sinistra – Movimento 5 Stelle. A Verona c’è un’ulteriore novità: anche la lista dell’attuale sindaco Tosi aspira al ballottaggio. Perciò sono quattro i concorrenti, tutti potenzialmente in grado di puntare al ballottaggio e, al secondo turno, alla vittoria. Questo significa che due dei grossi raggruppamenti subiranno la dura sconfitta di essere esclusi dal ballottaggio. Tutti faranno il possibile perché questo non avvenga. La prova è decisiva anche per gli attuali dirigenti: o gloria o sconfitta; o un futuro politico garantito o l’emarginazione dalla politica di primo piano.

Ecco i 4 raggruppamenti principali, a Verona:

Centro Destra. Candidato Sindaco: Federico Sboarina. E’ una corazzata, formata da Lega Nord, una parte di Forza Italia (quella che fa riferimento a Bendinelli), Fratelli d’Italia, associazione “Battiti”, “Conservatori e Riformisti” (Fitto), “L’Officina” (Danieli), “Futuro Popolare” (Valdegamberi), Udc-civici (Marzotto) e altri gruppi civici, “Verona Domani” (Stefano Casali). E’ Incerta è la collocazione dei fratelli Giorgetti e del loro gruppo. E’ possibile una alleanza con Flavio Tosi.

Fare, di Flavio Tosi, con gruppi civici. – Il candidato sindaco sarà uno tra Flavio Tosi (se una nuova legge gli renderà possibile il terzo mandato. Difficile), Patrizia Bisinella e Fabio Venturi.

Partito Democratico. Candidato Sindaco: Orietta Salemi.

Movimento 5 Stelle (Grillini). Candidato Sindaco: Alessandro Gennari, 33 anni. E’ già stata presentata la lista dei candidati. Rifiuta la collaborazione con partiti e liste.

Altri gruppi:

-– “Verona in Comune”. Candidato sindaco: Michele Bertucco.

-– “Verona Pulita”. Candidato sindaco: Michele Croce; Continua a leggere

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Elezioni comunali a Verona

Domenica 11 giugno: elezione del Consiglio comunale

Domenica 25 giugno: elezione del Sindaco

In occasione di competizioni elettorali il blog “Progetto Verona” interrompe le sue normali pubblicazioni ed entra in campagna elettorale: coglie l’occasione per approfondire alcuni argomenti  che ci aiutino a capire la realtà attuale e a porci di fronte alle nostre responsabilità. Abbiamo molte possibilità per informarci. Se vogliamo il bene della città e dei Veronesi, dobbiamo saper discernere ciò che va evitato o migliorato e ciò che va realizzato di nuovo. Appare evidente l’assenza di persone di spicco alla guida della politica mondiale, continentale e locale. Formare persone all’altezza del ruolo politico deve essere aspirazione di tutti. Pubblichiamo alcuni articoli sui gruppi che si confronteranno nella campagna elettorale a Verona. Altri trattano dei rapporti tra cittadini, città e Comune. Guardiamo poi agli strumenti a disposizione per contribuire al bene di tutti: partiti, comitati, liste civiche, gruppi culturali. Segue una proposta di lavoro di base, da luglio. L’invito è per tutti. Altre riflessioni riguardano la visione di una Verona bella e accogliente: sempre nuova.

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BUONA PASQUA

Immaginiamo, per qualche momento, che la Pasqua non esista; che tutto ciò che è nato intorno a questa festa venga cancellato. Chi oggi, nel nostro Occidente, parlerebbe della potenza del dolore e della morte nella certezza che questi non avranno la vittoria finale; addirittura della festa oltre il dolore, la fatica e la morte; di rinascita; della gioia della nuova primavera; di risurrezione?

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Probabilmente noi, gente di tradizione cristiana, neppure ci rendiamo conto, neppure ci vien da pensare al dono grande della virtù della speranza, cioè della consapevolezza di un futuro luminoso che possiamo sempre recuperare, proprio in forza delle sconfitte e della vergogna del male compiuto. Senza la Pasqua resterebbe la sconfitta e la parola ‘risorgere’ diventerebbe vuota, da favola per bambini.

Potenza della Pasqua! Ci ricorda che Gesù di Nazareth era morto ed è risuscitato; che anche Lazzaro, per la potenza di Gesù, è risuscitato; che, per la stessa potenza, ogni persona risorge. Lo annuncia Gesù. Per la sua forza, quasi senza rendercene conto, tutti, credenti e non credenti, viviamo questo annuncio, questa ‘novità’, questa bellezza: è aperta davanti a noi una grande aspirazione, che, nonostante la nostra apparente indifferenza, è dentro ogni uomo: siamo chiamati alla vita oltre la morte.

Guai a chi tocca la Pasqua! Lo stesso abbiamo scritto in occasione degli auguri di Natale.  Per i credenti è la potenza del Figlio di Dio che muore e risorge e ci prepara la strada verso il nostro posto nel suo Regno.

Per i non credenti, perché tutti viviamo il bisogno di tenere aperta la possibilità di vivere, di risorgere, di ricominciare da capo, sconfiggendo la rassegnazione e l’abbandono dell’idea che tutto finisce. La Pasqua è il ricominciare sempre, verso un vivere bene, un bene essere che ci apre novità per il tempo che ci sta davanti.

Il mondo di domani è nelle mani di chi sa trasmettere alle nuove generazioni ragioni di vita e di speranza”. Ringraziamo Dio che apre continuamente strade verso “cieli nuovi e una terra nuova”.

BUONA   PASQUA                                             Tito  Brunelli

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