Archivi del mese: giugno 2013

Fiera di Verona: forte o traballante?

(continua)

La domanda: si chiedono soldi per ripianare perdite o per sostenere nuovi investimenti? L’atteggiamento generale dei soci è che, seppure con sacrifici, se l’aumento è al servizio di un piano di sviluppo, si trova l’accordo. Prima vogliono vedere i bilanci, i risultati delle singole manifestazioni e capire come verranno impiegate le risorse.

La difficoltà è il reperimento delle risorse. Il Comune detiene il 34,5% delle quote: deve versare circa 5 milioni. Dove trovarli? Prime ipotesi: vendita di immobili: è in atto quella delle ex scuole Bon Brenzoni, e aree limitrofe alla Fiera. Ma non c’è domanda di mercato: le aste vanno deserte.

Paolo Biasi: “Aiutare il Comune a trovare i soldi per la Fiera? E’ il problema della settimana”

La lista delle richieste di aiuto è lunga, soprattutto Catullo e Fiera. Biasi spiega che di entrambe ci si sta occupando. Continua a leggere

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La Fiera è forte o traballa?

Non solo scricchiolii. Fatti nuovi e gravi per Verona

Novembre 2012. La bomba.

La Fiera di Verona, nell’assemblea del 30 novembre,

– chiede ai soci (Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona, Fondazione Cariverona, Banco Popolare di Vicenza e di Verona, Cattolica Assicurazioni, Veneto Agricoltura, Regione Veneto) una quindicina di milioni;

– fa presente che il crac di Buonitalia (agenzia del Ministero dell’Agricoltura in dissesto: persi 3,7 milioni) e i ritardi nei pagamenti (per 12 milioni, in parte recuperabili) delle Regioni Lazio, Sicilia e Campania, per spazi acquisiti in Vinitaly, pur non mettendo a rischio bilancio e obiettivi, diminuiscono le entrate;

– dichiara di essere sana. Pre-consuntivo 2012: 80 milioni di fatturato e 12% di margine operativo lordo. Come dire: VeronaFiere non ha problemi di bilancio. “Il male è di sistema e di una crisi economica che si riflette su tutti”.

I vertici della Fiera mandano messaggi rassicuranti. Il direttore generale Mantovani: “Chiediamo soldi per la crescita dell’attività fieristica: per rafforzare prodotti e investimenti”.

– Stefano Valdegamberi: “I fornitori-creditori si vedono recapitare una nota con la quale la Fiera propone una riduzione del 10% dei crediti maturati nel 2012. Come dire: ti spetta un credito di 100? Bene. Dimmi che ti accontenti di 90. Cosa succede in Verona Fiere? I conti non tornano? O è un tassello del ‘modello Verona’ che cade a pezzi colpendo le tasche dei Veronesi? Dopo il disastro aeroporto; i buchi nei bilanci di Autostrada Serenissima; la scellerata scelta di vendere il Quadrante Europa, spero che non si debba aggiungere anche un problema Fiera”. Continua a leggere

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La Procura sollecita il rinvio a giudizio per Fabio Venturi, leghista doc, Pasini, Nicotra e Ghedini

Succede nel luglio 2011: Pasini avrebbe utilizzato le pratiche a cui aveva accesso in virtù del suo incarico per rivelare notizie relative ai controlli per “verificare la regolarità delle autorizzazioni possedute e la correttezza della gestione nonché il rispetto della normativa dell’esecuzione delle opere edilizie da parte dei gestori di pubblici esercizi situati nel Comune di Verona”.

Giunto a conoscenza di tali notizie riservate, “Nicotra otteneva denaro e altre utilità elargite dai titolari dei pubblici esercizi ai quali rivelava le notizie”.

Venturi è chiamato in causa in riferimento al bar Tiffany: a parere della Procura, Pasini gli avrebbe fornito notizie riservate “riguardanti il provvedimento di esposti relativi alla gestione del Tiffany nonché il programmato svolgimento di controlli a sorpresa da parte della Polizia municipale. Venturi richiedeva a Pasini tali notizie, le riceveva e le rivelava al gestore del locale”. Stando all’accusa i fatti risalgono al 2008, interrotti da un esposto-denuncia datato novembre 2008. Continua a leggere

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Fabio Venturi si dichiara innocente

Venturi è sorpreso, tranquillo, disponibile a essere sentito: “Conosco Nicotra e ho parlato con Pasini del Tiffany, non per qualche interesse particolare  E’ che conosco i titolari e anche residenti in zona che si lamentavano dei rumori. Ho chiesto a Pasini i dati della situazione e ho spiegato al titolare cosa doveva fare per evitare le multe, non i controlli. Gli ho detto di cambiare l’impianto sonoro, di non far restare la gente all’esterno e cose così, che faccio sempre. Voglio vedere la lista dei locali della mia zona da controllare, per incrociarli con gli esposti che ho. Mai ho chiesto alla Polizia municipale di non fare controlli a quello o a altri locali né di ignorare petizioni o lamentele. Ho conosciuto l’ex vicecomandante Pasini per rapporti di collaborazione istituzionale. Per l’incarico che rivesto, mi è capitato spesso di fare da mediatore tra le esigenze dei cittadini che chiedono il rispetto della vivibilità e i locali che possono creare qualche problema. Con il Tiffany si era creata una situazione limite: i residenti erano esasperati dal disturbo dei rumori. Avrò chiesto a Pasini come ovviare al problema; la stessa cosa ho cercato di fare con i gestori. Che poi Pasini mi abbia comunicato che sarebbero usciti i controlli non era una novità: il Tiffany era inserito nell’elenco dei bar fracassoni. Con Pasini ho fatto visita al Tiffany per capire come risolvere il problema degli schiamazzi segnalato dai residenti. Gli ho consigliato di rispettare le regole. Continua a leggere

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Come mai un avviso di garanzia per Fabio Venturi, delfino del sindaco Tosi ?

Maggio 2011. Fulmine a ciel sereno: avviso di garanzia per Fabio Venturi, iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio, per divulgazione di notizie che dovevano rimanere segrete. Entra nell’inchiesta perché, in alcune intercettazioni telefoniche, chiedeva ragguagli a Pasini che lo informava sull’arrivo di esposti, prevalentemente per rumori, contro il bar Tiffany di via Arno, in IV Circoscrizione (non è quella di cui Venturi è presidente),  o su controlli che si sarebbero dovuti effettuare “a sorpresa, diretti a verificare la regolarità della gestione del locale oggetto di lamentele per molestie sonore”. In questo modo, secondo l’accusa, si procurava al gestore del Tiffany, tramite Venturi, “indebito profitto”: evitava multe. Il tutto senza tornaconto personale per Venturi, che deve fornire spiegazioni su interventi illeciti e telefonate di favore. Continua a leggere

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Una triste vicenda che potrebbe coinvolge il delfino di Tosi: Fabio Venturi

Non ci sono solo i fallimenti della Lega Nord nei Comuni. 

Sulla scena non ci sono solo Gianluigi Soardi, Alessandro Dall’Ora, Nicola Falsirollo, Sandro Sandri, l’Amministrazione comunale di Verona, col sindaco Tosi, che occupa il potere cittadino.

Quanto segue è da verificare: è al vaglio della Magistratura. Ad oggi Venturi è innocente a tutti gli effetti.

Nostro dovere è informare ed essere informati

Fabio Venturi, leghista proveniente da A.N., è vicepresidente della Provincia, Presidente della Quinta Circoscrizione (Borgo Roma) ed è da molti indicato come il delfino del sindaco Tosi.

Per capire il personaggio, riportiamo un suo intervento sull’Amministrazione provinciale nei rapporti con la Lega Nord: “Il futuro della Giunta provinciale? Realizzare il suo programma. A patto che ci si ricordi che la Lega è il partito più forte e ha la maggioranza assoluta. Altrimenti qui non ci sono i numeri per nessuno. La Lega è il partito di maggioranza nella maggioranza, il più grosso partito della provincia. Il presidente Miozzi conosce bene i numeri. Siamo partito in continua crescita, che pesa politicamente moltissimo. Finché la Lega viene rispettata per i numeri che ha, nessun problema”.

Maggio 2011. Si conclude l’indagine, avviata tre anni prima, che coinvolge Eliano Pasini, ex vicecomandante dei Vigili Urbani in città, Stefano Nicotra, titolare di una agenzia di servizi e la sua segretaria Patrizia Ghedini: avrebbero messo in piedi un sistema di scambi di favori, informativo e remunerativo, con i gestori di locali pubblici cittadini, avvertendoli dei controlli della Polizia municipale: così evitavano multe e provvedimenti e avevano la possibilità di mettersi in regola. Continua a leggere

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Verona. Solo il coraggio crea avvenire

Sulla scena della globalizzazione, se i Paesi europei intendono competere e sfidare, con qualche possibilità di successo, l’agguerrita e quasi invincibile concorrenza di Cina, India, Corea,… hanno quale unica possibilità il puntare sulla qualità e sull’alto contenuto tecnologico dei loro prodotti. E’ come dire che far partire la crescita deve fondarsi su una coraggiosa politica di investimenti nel campo della scuola, dell’università e della ricerca.

Immaginiamo cosa sarebbe accaduto in Italia se, al profilarsi della crisi, avessimo investito nella ricerca. Abbiamo preferito penalizzare le fonti dalle quali scaturiscono le innovazioni, partendo dallo slogan: “Con la cultura non si mangia”.

Arriviamo alle straordinarie potenzialità di Verona:

– in alcuni settori dell’economia (agroalimentare, vino, marmo, dolciario) può essere ai primi posti  nel mondo;

– per il turismo non ha nulla da invidiare a molte capitali europee;

– in campo culturale possiede un patrimonio inferiore forse solo a Roma e Firenze; Continua a leggere

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Verona. Una città che sogna il suo “piccolo mondo antico”

Andrea Bolla, presidente uscente di Confindustria Verona, ha definito i politici veronesi ‘campioni delle chiacchiere’. Dice che una politica (su tutti il sindaco Tosi e il presidente della Provincia Miozzi) allineata e coperta a difesa delle proprie posizioni e in permanente attacco nei confronti dello schieramento avversario, ha stancato le categorie produttive.

Esempio: del trasporto pubblico di massa si parla da 15 anni, ma non se ne vede l’ombra. Unica missione in cui è stata impegnata la politica cittadina su questo tema è la corsa per mantenere in vita il finanziamento dello Stato. Per vedere alcune opere del programma 2007 dell’Amministrazione Tosi bisognerà aspettare un altro quinquennio. Molte dipendono anche da altri enti e istituzioni come Cariverona: non sono ancora decollate e non è detto che incontrino il consenso di tutto il mondo economico.

Pare che molti concordino sul ritardo di Verona. Continua a leggere

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Sbandano i rapporti tra Comune ed enti economici a Verona

Ha fatto bene il Comune di Verona a vendere il 24% delle quote della Fiera, per coprire il buco (circa 25 milioni) che impediva la chiusura del bilancio comunale 2012?

Le alternative non mancavano: vendere altri immobili comunali o parte della Verona Mercato spa, come proposto con un emendamento al bilancio. A detta del Comune, vendere le quote della Fiera era la soluzione più praticabile per coinvolgere istituzioni veronesi come Camera di Commercio e Cattolica Assicurazioni. Si è sostenuto che la Fiera ne sarebbe uscita rafforzata. Non è andata così. I  25 milioni della cessione delle quote Fiera hanno sanato le spese correnti del Comune. Solo briciole per l’ente fieristico. Continua a leggere

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Non riusciamo ad attrarre

Chi l’avrebbe mai detto che l’immigrazione si sarebbe ridotta e si sarebbe ripresa la valigia per “catar fortuna” all’estero? Nel 2011 nel Veneto sono arrivati poco più di 34.000 nuovi residenti, per lo più stranieri. Sono andati all’estero poco più di 9.000 persone, quasi equamente divisi tra stranieri e italiani. Dal 2008 è iniziata la flessione, con un recupero nel 2010 e un tonfo nel 2011. Espatri: la tendenza è sempre stata moderatamente crescente, con una accelerazione a partire dal 2008.

 Il Veneto rimane la quarta regione del Paese quanto a ingressi di immigrati, ma il flusso in entrata si riduce anno dopo anno e viene eroso dalla leggera crescita di flussi in uscita, oggi pari a cinque volte quelli di 10 anni fa, facendo del Veneto (dopo la Lombardia) la regione dove più alto è il numero degli abbandoni, che prendono la strada di casa o quella di nuovi Paesi dove ritentare l’avventura migratoria. Continua a leggere

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