Le classi ponte
Dice la Lega: “Servono risorse per accompagnare i bambini immigrati nella conoscenza della lingua italiana. Pensiamo a classi ponte, differenziate per gli alunni stranieri”.
Semplici domande, riferite a Verona:
– per anni il Cestim ha organizzato scuole estive di lingua italiana per bambini e ragazzi immigrati. Se il suo obiettivo è l’integrazione, perché l’Amministrazione Tosi non ha messo queste scuole estive tra le priorità in modo che Fondazione Cariverona continuasse a finanziarle?
– le Amministrazioni Sironi e Zanotto avevano favorito il formarsi di un nutrito gruppo di mediatori linguistici e culturali, a disposizione delle scuole che li richiedessero. Il tutto in accordo con il Provveditorato agli studi. Perché l’Amministrazione Tosi ha abbandonato l’iniziativa? E’ davvero per l’integrazione o il progetto è altro?
Teniamo poi presente che la scuola, per merito soprattutto di insegnanti appassionati al loro lavoro, ha saputo risolvere il problema della lingua italiana senza separare italiani e immigrati.
Studenti stranieri: non più del 30% in una classe
Spinta dalla Lega Nord, il ministro Gelmini prevede un tetto del 30% di studenti stranieri per classe. Le difficoltà sono tali e tante che la proposta appare impossibile. Molti amministratori, anche del Centro Destra, e molti dirigenti scolastici chiedono di ripensarci.
Fini: “Sono nati negli stessi ospedali. Chi ha frequentato in Italia un intero ciclo scolastico può diventare italiano”.
Ignazio La Russa: “Dobbiamo far sentire italiani questi ragazzi; devono amare l’Italia”.
Ma se si fanno classi ghetto, come si può pensare a percorsi di integrazione?