Le ambiguità dell’Amministrazione allontanano le scelte: il sindaco Tosi vuol procedere con il project financing; il vice Casali, Spangaro (tosiano, presidente della Commissione competente) e altri consiglieri sembrano aperti al confronto con il Comitato sulla destinazione dell’immobile.
Tante parole. I fatti però dicono che tutto è fermo; si naviga nell’incertezza; la proposta dei privati non viene presentata: a metà ottobre, il project financing è ancora atteso. Finché la nuova proposta non viene presentata, si può solo attendere. Un documento è arrivato: un passo avanti, ma non è il progetto ufficiale. Prevede: verde pubblico; restauro della Palazzina Comando per spazi espositivi e congressuali; restauro della corte est (scuola d’infanzia; locali per mostre e manifestazioni culturali e musicali; spazi per giovani, associazioni e volontariato).
La corte centrale sarà a gestione privata, ma a interesse pubblico: negozi, città del gusto, caffè e teatro; cultura del cibo, design e moda. Il restauro riguarda due terzi degli edifici. Il 30% degli spazi sarà in mano privata, in diritto di superficie, per 99 anni. La corte ovest resta in mano pubblica: dei suoi edifici il Comune deve stabilire la destinazione. La Sovrintendenza dovrà dare il suo doveroso e vincolante parere.
L’investimento è di 27 milioni, di cui 12 del Comune.
Il 10 novembre il sindaco Tosi è costretto a confermare: “Lo scritto depositato è più di indirizzo che di concreta progettazione. Non ci sono decisioni ufficiali. Attendiamo il nuovo project”.
Si diffonde la voce che altri privati si dicono interessati a ristrutturare l’Arsenale.
Il tempo che passa costa. Il Comitato denuncia la non cura dell’Arsenale e invia un esposto alla Sovrintendenza chiedendo gli interventi di sua competenza: “salvaguardare l’incolumità pubblica; conservare e tutelare il bene; invitare il Comune proprietario all’adozione di misure urgenti, atte a evitare il degrado del bene”. Si va avanti senza bussola. Tutto fermo.