Piano degli Interventi. Attenzione ad Avesa

da “Piano degli Interventi 2011” (9)

Piano degli Interventi. Attenzione particolare a quanto proposto ad Avesa.

Opere di compensazione e cantieri a non finire in Circoscrizione II : Borgo Trento, Avesa, Parona, Quinzano

 Il P.I. mette a disposizione compensazioni per 18 i milioni, da utilizzare in 27 opere pubbliche.

* Già realizzate: piazza Vittorio Veneto; via Todeschini e altre strade; parco giochi Valdonega; scuole Provolo e Nievo; antica vasca dell’Arsenale.

* Opere da fare, col P.I.: restauro Forte delle Boccare; piazzale Stefani; parcheggio in via Madonna del Terraglio.

Parona: sottopasso pedonale, area verde, parcheggio.

Quinzano: circonvallazione, ponte ciclopedonale di collegamento, parcheggio

Avesa: parcheggi, aree verdi e scuola materna

Ponte Crencano: parcheggio, campo di calcetto, pallavolo e bocce

Via Monte Ortigara: parcheggio.

Quanto sopra sono i benefici per il territorio che in Comune sbandiera come suo successo.

Ma, a quale prezzo? Condomini e condomini. Uno in particolare …

Avesa

Il condominio più significativo è su un terreno di 14.000 mq tra le vie Podgora, Premuda, Indentro, con case a tre piani più due interrati, destinato ad appartamenti per circa 30 famiglie e, in piccola parte, ad attività commerciali, per 4.900 mq. Preoccupante è che siamo nell’area dell’antica lavanderia della città, con antichi lavatoi. Diventa edificabile una distesa verde, tra filari di viti e piccole risorgive del fiume Lorì. Un anno fa, complici piogge e innalzamento della falda acquifera si sono allagati i garage della zona. Preoccupa il possibile dissesto idrogeologico.

* Gli abitanti sul piede di guerra dicono “No” al palazzo sul rio Lorì:

– “Il dissesto aumenterà la potenza dell’acqua che scende fino a Ponte Crencano e al Quartiere Pindemonte”.

– Un geologo: “I problemi idrogeologici si aggraveranno. Costruire sul fondo della valle è come farlo nell’alveo di un torrente. La viabilità nelle vie strette ne risentirà. Già oggi i negozi chiudono e le case, sfitte, sono in vendita. Il progetto va stoppato: è pericoloso dal punto di vista idrogeologico perché insiste sul corso del fiume Lorì”.

Interviene Giacino: “L’intervento edilizio vicino al Lorì porterà, come compensazione: un’area verde; un parcheggio pubblico di un centinaio di posti, che risolverà i problemi della sosta nelle strette strade della frazione; una nuova scuola materna, raggiungibile con un percorso ciclopedonale in via Indentro. L’area è inserita nel PAT. Rispetto al progetto originario il numero dei garage interrati passa da 2 a 1. L’area è idonea all’edificazione, il cui indice è molto inferiore a quello delle altre abitazioni di via Podgora (quelle che, un anno fa, hanno visto i garage riempirsi d’acqua)”.

Per placare gli animi aggiunge: “Dopo il sì del Consiglio comunale si dovranno esprimere Genio Civile, Consorzio di bonifica, Soprintendenza”.

N.B. Dati e commento di Tito Brunelli. Di norma riportiamo i dati, lasciando ai lettori il giudizio. In questo caso però non si può non far presente quanto segue:

Autunno 2011: piogge scarse: dimentichiamo il rischio in cui viviamo. Chi ha testa ricorda quanto successo nel 2010. Chi dimentica non può governare una città come Verona. I fatti:

Gennaio 2011: emergenza ad Avesa. L’acqua sgorga dal pavimento e da una fontanella nella parete verso la collina; allaga garage e cantine; riempie i vani degli ascensori e fuoriesce sui pianerottoli delle scale che scendono nelle rimesse; danneggia materiali vari. Per alcune decine di famiglie è allarme. Siamo in via Podgora, in un complesso edilizio, costruito 12 anni prima, che ospita una quarantina di famiglie. Mai prima si era verificato un problema simile.

Ebbene. Chi lo potrebbe anche solo pensare? Proprio in via Podgora il P.I. di Tosi – Giacino pretende di costruire un nuovo condominio. Siamo alle sorgenti del fiume Lorì, presso l’antica lavanderia della città.

In che mani siamo? Chi può pensare che questa è una buona Amministrazione?

Inquadriamo: il sottosuolo a Avesa è particolarmente ricco d’acqua e le abbondanti piogge del dicembre 2010 hanno influito sulla falda e sul corso sotterraneo del fiume Lorì. Si aggiunge l’annoso problema della manutenzione ordinaria del fiume.

Le acque del rio Lorì furono incanalate nel Medio Evo per giungere fino alla fontana di Madonna Verona, in piazza Erbe. Sulle sue acque sorsero i primi molini e, lungo le sue rive, si sviluppò l’attività delle ‘lavandare’. Lorì significa ‘il rio’, il piccolo fiume: nasce da una sorgente sopra Avesa e raggiunge una portata di 72 litri al secondo, con differenze stagionali. Tra la sorgente e l’arrivo in Adige, a San Giorgio, il dislivello è notevole in un percorso breve: ne accresce la potenza. Il bacino idrogeografico del Lorì comprende i versanti delle valli Borago e Galina e del settore meridionale del cono vulcanico di Montecchio. Il terreno calcareo è facilmente penetrato dall’acqua e la accumula, alimentando la sorgente quando le acque incontrano strati argillosi impermeabili. Alla falda sotterranea rimanda anche il nome del paese: Avesa deriva da “aves”, un termine geologico di origine lombarda che significa “falda acquifera”.

Non solo: pochi giorni prima, in via Monte Novegno, sopra Avesa, uno smottamento ha costretto all’isolamento sei famiglie per alcuni giorni.

Ci preme ricordare quanto accaduto, nello stesso periodo, nel territorio veronese:

Possiamo dimenticare il disastro che a colpito, nel veronese, Monteforte e Soave? Pare di sì.

E’ successo anche altro a causa delle piogge intense. L’inverno 2010-11 dovrebbe essere ricordato come la stagione dei crolli: ad ogni pioggia consistente cede un pezzo di terreno:

– crolla un  muro esterno del Parco delle Colombare, sulle Torricelle. Strada chiusa e traffico in tilt;

– frana da un costone roccioso in via Montalto, a Olivé (Montorio): ostruisce la strada che collega una decina di famiglie con il paese;

– isolati i residenti di via Abate Caliaro, a Poiano, a causa di una frana: un costone roccioso si è staccato dalle pendici delle Torricelle. Agibile in 10 giorni;

– altro crollo sulle Torricelle, a poca distanza da quello di 15 giorni prima, in zona Castel San Felice, accanto all’ingresso del Parco delle Colombare: cede la sede stradale lungo 50 metri;

– voragine nella strada principale di Montorio. Nell’importante via Olmo, su cui passano anche i mezzi pubblici, si crea una buca di circa un metro di diametro;

– Poiano: il sottopasso che porta alla frazione è inagibile per una grossa buca;

– allarme anche in città, in via Andrea Doria, per una enorme buca nel manto stradale;

– cedono muretti di pietra; frane e smottamenti rendono insidiose le zone collinari;

– un condominio in via Marsala viene evacuato per motivi di sicurezza;

– smottamento in via Mameli, sul torrente Crencano;

– a Montorio: frana in via Segheria e smottamento in via Monte Navegno: i detriti hanno occupato la carreggiata per un tratto di circa 10 metri;

– una trentina di famiglie residenti sopra Quinzano sono in difficoltà: è precipitato un macigno di circa un metro e mezzo di diametro;

– incubo buche nell’asfalto.

Un discorso di grande peso si deve fare:

– sul traforo delle Torricelle. Gravi le conseguenze del previsto scavo dal punto di vista idrogeologico. Accenno solo a una: oltre al fiume Lorì (fiume, sottolineo: significa acqua permanente), altri corsi d’acqua, a carattere torrentizio, scendono dalle colline. La strada in trincea che dal traforo attraversa tutta la valle, dalle colline a Parona, verrà allagata ogni volta che piove. Oppure dove potrebbe scorrere? Possiamo continuare a parlare di traforo e stare zitti?

– sul progno (ostruito) e sulle proghelle (ostruitissime) della Valpantena. Frane ricorrenti. Chi garantisce che, in occasione di grandi acque (non tutti gli autunno sono come quello del 2011) non avvengano allagamenti a Poiano, a Sezano, a Santa Maria in Stelle, in tutti i paesi della valle? Basta verificare cosa avviene in caso di acque abbondanti (rivedo in particolare il centro di Sezano e la zona bassa di Stelle) per capire che nessuno che ha cervello può garantire che siamo al sicuro da eventi come quello delle “Cinque Terre”.

Quinzano

Condominio tra le vie Zavarise e San Rocco: 13.700 mq su 20.700 di terreno. Sono a 5 piani, mente la media in zona è di 3: circa 50 famiglie.

Compensazioni: l’atteso collegamento stradale tra le vie Are Zovo e Zavarise e il consolidamento del ponticello pedonale: una sorta di circonvallazione per la parte ovest della frazione, per evitare di attraversare in auto il centro abitato.

Parona

L’Abital lascia spazio all’insediamento di case, negozi e uffici: 3.000 mq di abitazioni; 4.200 di commerciale; 12.500 di terziario. Nuove case anche tra le vie Riolfi, Monastero, Milani e Pighi.

Sotto villa Monastero sorgeranno nuove abitazioni (1.800 mq, massimo 4 piani) che porteranno il parcheggio atteso dai negozianti di largo Stazione Vecchia e un’area verde attrezzata. Sono previsti insediamenti anche in via Pighi (650 mq di abitativo), in cambio di un park per la scuola materna, e case a tre piani (1.200 mq) in via Milani, dove sarà ampliato il parco giochi.

Fine novembre 2011. L’associazione “Vicini a Parona”: “Preoccupano gli insediamenti abitativi di 4 piani tra le vie Riolfi e Monastero: creeranno una profonda alterazione paesaggistica davanti alla secentesca Villa Monastero, su un sito storico preesistente. Si discute sul sottopasso in largo Stazione Vecchia, che, con 750.000 euro, dovrebbe eliminare le code di auto che, intorno alle 8, vanno dalla Valpolicella in città e la questione sicurezza degli attraversamenti pedonali. Sono possibili altre soluzioni finalizzate a moderare la velocità degli automezzi. I residenti da tempo chiedono un breve tratto ciclopedonale di collegamento tra le vie Arusnati e Brennero. Poi: nel riqualificare gli edifici degradati all’ex Chimica di lungadige Attiraglio, si deve tener presente che essi sono nel Parco dell’Adige. E’ opportuno mantenere la attuale altezza di 2 piani”.

Giacino. Da tempo si cerca la soluzione per il grande polmone verde, con oratorio utilizzato per i bambini del Grest e per attività ricreative della parrocchia. Proprietaria è la ditta privata che ha acquisito Villa Monastero che sorge sopra il parco. Essa vuole valorizzare il complesso e entrare in possesso dell’area del sottostante oratorio. “Con uno scambio (il Comune sistemerà a proprie spese la villa), i proprietari cederanno la proprietà dell’area dell’oratorio al Comune che la darà ai cittadini per l’uso: sarà della comunità paronense”.

Sottopasso di largo Stazione Vecchia e rotonda tra la strada per Arbizzano e via Brennero saranno inseriti nel P.I. Filobus e opere minori (aree verdi) garantiranno a Parona vivibilità e sicurezza.

Non possiamo dimenticare

Al Nassar, alle porte di Parona e della città, in area ambientalmente pregiata, di possibile esondazione essendo a pochi metri dall’Adige, è ipotizzata la costruzione di un complesso abitativo, direzionale e commerciale di 72.399 mq.

Valdonega

In via Zenari il P.I. prevede condomini di 4 piani, in cambio di un park accanto al parco giochi.

Ponte Crencano

* In un’area privata di 5.660 mq, in via Rossetti, sorgerà un palazzo di 5 piani a uso abitativo, per 2.850 mq. Il restante sarà a verde e servizi: sale polifunzionali, una piastra sportiva polivalente, un campo da bocce e un percorso ciclo pedonale tra le vie Poerio e Rossetti.

I residenti chiedono il perché di un nuovo edificio.

Giacino: “Nel PAT l’area, di proprietà Unicredit, con circolo tennis, è qualificata trasformabile. Il privato pagherà, in metà dell’area, un centro comunale per giovani e anziani, aperto a tutti. Persa questa occasione sarà difficile trovare un posto per un centro del genere”.

* Condomini  per 3.900 mq in via Duse, dietro il Bernstein: un blocco misto residenziale, terziario e commerciale.

* Dietro il polisportivo Avesani: 300 metri di abitativo in cambio dell’ampliamento del parcheggio.

* Non rientra nel P.I., ma inseriamo il progetto per l’impatto che ci sarà in zona. Novembre 2011. Grattacieli in via Mameli? Si tratta, nell’ex area Bam, di un complesso di edifici in parte residenziale e in parte commerciale, con piazza interna. Vassanelli Alfonso, presidente della Commissione Edilizia della II^ Circoscrizione: “La cubatura del progetto rientra nei parametri di legge, ma va rivista l’altezza degli edifici: 5 torri, due di 9 piani e 3 di 11,  (il presidente Bozza precisa che i 5 edifici proposti sono 2 da 11 piani, due da 9 e uno da 3), in aggiunta all’edificio commerciale di 2 piani su via Mameli: sono fuori standard rispetto ai piani esistenti nell’area. Progetto da rivedere. Si potrebbe aggiungere una sesta torre, compensativa”.

Diego Zardini (P.D.): “Oltre all’altezza c’è anche il piano di riqualificazione, con vincoli della Sovrintendenza per ricordare la struttura originaria di architettura industriale”.

Partito Democratico:

– Mario Gianello. Per 18 milioni in opere avremo una colata di cemento di 160 – 180.000 mq: un calderone di case a caso, con una sberla di 5 piani a Quinzano, un’altra ad Avesa e l’azzeramento dell’area verde dietro il Bernstein.

– Diego Zardini. Tutto è stato deciso dal Presidente. Niente dibattito e confronto cin i Consiglieri. Dove sono i punti di aggregazione? Arrivano strade e parcheggi, ma i quartieri cedono al cemento le ultime aree verdi.

Nota di Tito Brunelli. Finalmente qualcuno parla di ‘punti di aggregazione’. Se vogliamo bene a noi stessi, pensiamo la città come la casa comune. In caso contrario si va all’isolamento e all’indifferenza reciproca.

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