“La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica” (Costituzione della Repubblica Italiana, n° 51)
da: Quello che il sindaco Tosi dice e quello che fa (54)
Se non è razzismo che cosa è?
Sintomi di un male che emerge (quattro tra i molti):
– autisti di bus che, quando è possibile, non si fermano per far salire lo straniero;
– una maestra di Milano che dice a una mamma: “Riporta tuo figlio nella giungla”;
– i vigili urbani di Parma che dicono a Emmanuel Bonsu: “Confessa, scimmia!”;
– Umberto Bossi che afferma: “Da noi mai un presidente nero”.
Nell’Italia spaventata di oggi (chi sono gli “imprenditori della paura”?), il disagio nei confronti degli stranieri è diffuso e a volte diventa intolleranza e violenza. Continua a leggere
La morte di Nicola Tommasoli ci interroga nel profondo
IL MALE OSCURO DI VERONA
Non è episodio isolato. Però non ce ne siamo accorti o abbiamo fatto finta di non sapere.
Il procuratore capo Guido Papalia, nel dicembre 2007, rende nota la “Relazione sull’andamento della giustizia penale a Verona dal luglio 2006 al giugno 2007″. Ne leggiamo alcune righe:
“Particolarmente allarmante, come fenomeno di grave turbamento dell’ordine pubblico è quello relativo alla accertata esistenza di una organizzazione composta da persone di giovanissima età che, attrezzandosi con strumenti e mezzi idonei costituenti armi improprie, ha posto in essere diverse attività, per la maggior parte consistite in aggressioni violente, finalizzate a limitare la libertà di altri soggetti ritenuti ‘nemici’ perché di diverso colore della pelle o di diverso look nel vestire o di diversa ideologia palesata con atteggiamenti e comportamenti particolari e ad impedire agli stessi di accedere nelle strade del centro cittadino. L’aspetto più preoccupante di tale fenomeno è quello che si realizza con aggressioni ripetute nel tempo, magari iniziate con semplici molestie, che progressivamente si trasformano in ingiurie, percosse e lesioni sempre più gravi sino a giungere all’omicidio. L’esperienza dimostra come in tutti questi casi il motivo che spinge l’agente è quello di limitare la libertà individuale e sessuale della vittima nel tentativo di ridurne la capacità di autodeterminazione per sottoporla ai propri voleri“. Continua a leggere →
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