Giugno 2011. Due obiettivi nel futuro del Verona Hellas, oltre a quello di puntare alla serie A:
– nuovi imprenditori a disposizione della squadra, con il sostegno dell’Amministrazione;
– uno stadio nuovo, di proprietà della società che avrebbe risorse per crescere, polivalente, tecnologico, ultramoderno, con 25.000 posti coperti, utilizzabile anche per eventi e spettacoli, da costruire alla Marangona, con negozi, ristoranti, attività commerciali (tali da creare introiti da reinvestire nella società), uffici, piscina olimpica, acquapark, stadio per il rugby.
Tra i primi a lanciare l’appello a sostegno del Verona sono il sindaco Flavio Tosi e l’allora assessore allo Sport Sboarina.
Il nuovo stadio verrebbe costruito e gestito solo dal Verona Hellas, senza soldi pubblici, in un’ottica di consolidamento della società. L’Amministrazione sostiene chi porta avanti l’idea di questa nuova struttura come volano per lo sviluppo della società. I progetti però devono essere concreti. Uno stadio privato, per di più, significa sobbarcarsi la sicurezza interna e la gestione dell’ordine pubblico. Continua a leggere
Verona Hellas insegna
Un fatto di importanza limitata (l’Hellas Verona non ha giocato alla presenza dei suoi tifosi, allo stadio Bentegodi, la partita con il Sassuolo) ci offre molte occasioni di riflessione.
Il fatto: durante la partita Pro Sesto – Hellas Verona i tifosi veronesi hanno cantato cori razzisti e hanno scandito il coro “morte, morte, morte” nei confronti di un giocatore nero.
La società veronese si ribella. Scrive Antonio Spadaccino: “Per chi conosce il comportamento della frangia più calda della tifoseria scaligera, il “morte, morte, morte”, accompagnato dal gesto del pollice rivolto verso il basso, gridato al giocatore nero della Pro Sesto, non ha nulla della discriminazione razziale. Non si può pretendere che in stadio non si verifichino situazioni al limite tra goliardia e offesa. Si fa anche ai bianchi. In altri stadi si fa peggio”. Continua a leggere →
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