Sintesi ragionata dell’assemblea di DemoS Veneto del 31 gennaio 2020

La democrazia non è di moda. Oggi ci sono tante dittature; parecchie, tra cui Russia e Turchia, si impongono con le elezioni. Possiamo chiamarle dittature democratiche (imposte con elezioni). Le dittature segnano la fine della democrazia. Un esempio in Italia: Salvini chiede contemporaneamente di essere eletto e di ottenere i pieni poteri. E’ una contraddizione. Eppure molti italiani sono d’accordo: Salvini li rassicura.

Le ‘novità’ dell’odierna democrazia. Lo scenario politico cambia ogni mese. La solidarietà non appartiene più al vocabolario; è moribonda. Il sistema politico ridiventa bipolare, con una diversità: il Centro Destra si ricompatta attraverso il dialogo tra i tre capi (Salvini, Meloni, Berlusconi); il Centro Sinistra invece fatica a fare unità.

Manca la coerenza. Un esempio: “Vado a Messa e voto Salvini”. In questo scenario spuntano le Sardine. Dicono: “Questo andazzo non ci piace. Occorrono serenità, proposte e lavoro, altrimenti i giovani se ne vanno e si separano gli anziani dai giovani”. Le Sardine si ribellano, “altrimenti non c’è speranza”.

DemoS, il nostro partito politico, ha il compito di intercettare il disagio di tanti e la realtà complessa; deve aver chiara la pluralità delle culture e fare opinione; deve strappare la gente alla paura. DemoS ama questa terra: l’unica che abbiamo e deve costruire una proposta politica. Non lo possono fare i gruppi Calenda e Renzi: lì decidono i due capi. Chi entra perde il diritto di parola. DemoS fa politica nella vita quotidiana, ricucendo i rapporti sociali e tenendo presente che quella italiana è una galassia di cento fiori, che faticano a diventare mazzo. DemoS deve fare di tanti pezzetti una unità. Deve parlare anche del positivo, come si fa in famiglia, e recuperare i grandi valori, insieme con chi ci sta. Partire dal basso è punto di forza, ma anche di debolezza: significa puntare su tempi lunghi.

Le elezioni regionali del prossimo maggio. Se eleggiamo una persona cominciamo a esistere politicamente. Come DemoS Vicenza e DemoS Verona facciamo rete con gruppi di Treviso, Padova e Belluno. Ciascuno porta i suoi valori. Possiamo puntare a una lista civica. Costruiamo noi Il percorso e il progetto. Non c’è la linea che arriva da Roma. Occorre creare consenso, che diventa voti. Occorrono programmi e candidati. Ci interessa il partito verde.

TEMI SU CUI PUNTARE.

Abbiamo il pensiero della Chiesa da valorizzare. Ci proponiamo di arrivare a 2-3 idee base, da comunicare oggi al popolo veneto e domani agli Italiani e agli Europei. Possono essere:

  • Unione Europea;

  • Ambiente e inquinamento;

  • Economia sostenibile: se gli attuali meccanismi economici aumentano la povertà e generano iniquità, dobbiamo pensare a un’altra economia;

  • Solidarietà e sussidiarietà, democrazia di prossimità, autonomia del Veneto nel contesto nazionale;

  • Fisco, agricoltura, informatica;

  • DemoS può creare contatti permanenti con molte associazioni per risolvere i loro problemi;

  • Educazione e scuola, per riaprire l’ascensore sociale. Il ruolo della scuola pubblica e di quella parificata – Educazione civica;

  • Innovazione: i fondi assegnati alle Università vanno gestiti dalla Conferenza delle Rettorie;

  • Famiglia, senza equivoci, a partire dalla sconfitta dell’inverno demografico;

  • Tener presenti i limiti dei social: non sostituiscono la democrazia;

  • Lavoro: i lavori sono destinati a cambiare; saranno altri rispetto agli attuali. Già succede!

  • Problemi legati alla Terza e alla Quarta Età.

Tito Brunelli 333 2795916

 

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1 Commento

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Una risposta a “Sintesi ragionata dell’assemblea di DemoS Veneto del 31 gennaio 2020

  1. Dario Carbone

    Con il dovuto rispetto I temi seppur triti e ritriti soprattutto quelli ambientali (pare che nessuno ne possa far a meno nei programmi mentre fino a ieri ci si vergognava) mancano sempre un tema cruciale che unisce scuola, lavoro, turismo, sociale ed è il tema della CULTURA. ma con la C non certo quella abusata nel linguaggio pseudo intellettuale. Cultura delle arti, de accoglienza, cultura costituzionale, civica e cultura della bellezza. Altro che nuovi stadi da calcio! Scusare lo sfogo.

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