I servizi sociali a Verona sono di qualità. Però è possibile, e perciò doveroso, un passo in avanti: riorganizzare i servizi ponendo al centro la famiglia, quale energia potente del nostro convivere, aiutandola a diventare protagonista e realizzatrice al massimo livello delle scelte che la coinvolgono. Si tratta di riconoscere il ruolo sociale che la famiglia ha per il solo fatto che esiste, in collaborazione con le istituzioni: protagonista delle scelte. La famiglia vive la vicinanza tra persone e deve contribuire a riorganizzare i servizi sul fondamento del ruolo che le è proprio come ’luogo’ dell’incontro profondo uomo – donna, genitori – figli, esperienza dell’amore e della vita.
A Verona il coinvolgimento va promosso a partire da 5 ambiti prioritari:
-il tempo, prezioso, della gravidanza, fino ai due anni di vita del bambino;
-la famiglia con un figlio adolescente, in collaborazione con la scuola;
-la famiglia che cura in casa l’anziano;
-la famiglia con un disabile in casa ;
-la famiglia disastrata, che vive dolorosi traumi.
Molte famiglie costituiscono associazioni per sostenere il proprio percorso di vita,
spesso (ed è fatto in sé grave) con l’obiettivo di proteggere i figli dagli interventi della politica (vedi la teoria del gender). Sbaglia chi ignora queste famiglie, forse deridendole perché le considera retrograde. A Verona sono tra le poche esperienze che assumono responsabilità pubbliche, soprattutto nella scuola, e si muovono in vista di importanti obiettivi. Basta poco per entrare in contatto con loro: mostrare che la politica si batte a favore della famiglia con una energia almeno pari a quella messa in moto per le varie convivenze.
La Biennale della Famiglia
Può significare molto per Verona portare nella nostra città, ogni due anni, in una grande mostra a livello internazionale, quanto tutte le arti hanno prodotto in tutto il mondo sulla famiglia: musica, danza, pittura, scultura, architettura, cinema, televisione, …. Il progetto costa, ma non è impossibile.