La nostra città deve creare le condizioni perché i suoi giovani lavorino e contribuiscano alla crescita propria e dei concittadini. E tempo di fare scelte precise in questa direzione:
Primo. La città metterà a disposizione dei giovani sotto i 35 anni che cercano lavoro e dei disoccupati tre milioni all’anno. Il Comune mobiliterà la città per raccogliere questi soldi. Verona ha nel suo territorio tre fondazioni: Cariverona (ogni anno destina finanziamenti a sostegno del lavoro), San Zeno (finanziata da Sandro Veronesi – Calzedonia, ha tra i principali obiettivi incentivare e sostenere il lavoro), Cattolica (premia iniziative di lavoro). Camera di Commercio poi sostiene il lavoro e le aziende, … In una domenica, preferibilmente in ottobre, le parrocchie del territorio potranno mettere a disposizione le offerte dei fedeli. L’occasione sarà propizia per stringere in un abbraccio fraterno giovani e comunità dei credenti . Possono essere disponibili al finanziamento associazioni di imprenditori e di dirigenti d’azienda, come i Rotari e i Layons. Se bene motivate,daranno il loro apporto associazioni e gruppi di ogni provenienza, famiglie e singoli cittadini. Avranno un ruolo informativo fondamentale i mass media. Dare un apporto per una esigenza come il lavoro per i nostri giovani può muovere molte coscienze. Se i tre milioni non arriveranno, provvederà il Comune. La sensibilità umana dei Veronesi non lo permetterà.
Secondo. I 3 milioni raccolti saranno dati preferibilmente a gruppi di disoccupati o di almeno tre giovani sotto i 35 anni che presenteranno un progetto di lavoro che una commissione dichiarerà in grado di procurare una entrata economica che garantisca ai lavoratori una vita dignitosa. I progetti potranno essere i più vari: alcune baby sitter ne hanno preannunciato uno. Il contributo massimo previsto è di 100.000 euro per ogni progetto. Se l’impresa avrà successo, il gruppo dovrà restituire il 30% dei soldi ricevuti, a partire dal secondo anno in cui l’azienda sarà in attivo. Se l’impresa andrà male, non si restituirà nulla: si ricomincia da capo. Saranno graditi progetti nel settore manifatturiero.
Terzo. Due attività lavorative potranno dare lustro alla nostra città:
la ricerca, in collaborazione con Università e mondo del lavoro e dell’innovazione, in particolare nell’ambito della medicina, dell’informatica e della qualità del vino; e il recupero e lo sviluppo delle Torricelle che, ripulite e curate, potranno diventare luogo ambito di ritrovo; sede di agriturismo e di progetti che coinvolgano i giovani nel loro tempo libero; ambiente adatto per feste di matrimonio, ricorrenze, compleanni, lauree, eventi che muovono e coinvolgono persone e famiglie, spazi attrezzati per disabili e loro familiari e amici. Saranno i nostri giovani a decidere come trasformare le nostre colline e la finalizzazione di quegli spazi: Torricelle vive; Torricelle per i giovani, gestite dai giovani. Pensiamo alla presenza di animali, in particolare di cavalli. Fondamentale sarà l’aiuto di AMIA, di esperti del settore, di associazioni locali e di centinaia di immigrati che non devono mendicare in strada, ma lavorare per rinnovare le Torricelle, i corsi d’acqua e gli spazi da recuperare, come le ville e l’isola dell’Adige. L’attesa è che i giovani vedano l’Amministrazione comunale come amica.
Quarto. Giovani lavoratori per i giovani che cercano lavoro. Un ruolo importante sarà quello dei giovani contadini, artigiani, commercianti e dirigenti di azienda: segnaleranno le prospettive di lavoro a partire dal loro ambito fino al contesto europeo e mondiale.
Ogni anno partiranno 30 nuove imprese; 150 in cinque anni di Amministrazione