Il PAT (Piano di assetto del territorio, l’antico Piano Regolatore Generale) delinea le scelte strategiche del Comune per il governo del territorio. Il P.I. (Piano degli interventi) individua i singoli interventi, i servizi e le infrastrutture che attuano la programmazione urbanistica comunale.
L’Amministrazione Tosi rivede il PAT e approva il P.I. alla fine del 2011; individua, in città, 315 aree edificabili: 200 circa confermate dai proponenti e approvate dalla Giunta e 79 decadute per mancanza di interesse da parte dei proponenti: la crisi economica ha fatto decadere molti progetti. I privati potranno costruire, compensando la città con opere pubbliche come strade, parchi, piste ciclabili, scuole, palestre, … Obiettivi del Comune: incoraggiare iniziative imprenditoriali e avere soldi a disposizione per opere pubbliche.
Anno 2014. Il Comune chiede ai proponenti di confermare i progetti presentati. Risposte positive: 65. Sindaco Tosi: “Accoglieremo le richieste di modifica. Metteremo in moto molti cantieri privati in cambio della costruzione di opere pubbliche per la città”.
Anno 2015. Sindaco Tosi: “Lo stato di attuazione del P.I. è accettabile”.
Per il PD invece è un flop: sui 215 progetti proposti da privati e approvati dall’Amministrazione, 24 sono decaduti (i privati hanno rinunciato); 48 saranno rivisti; 43 non sono mai stati controllati; per 52 c’è una proposta di riconversione, mai protocollata. Per 9 progetti c’è l’accordo definitivo, ma mancano le firme dei proprietari delle aree interessate.
Bertucco: “I fallimenti sono colpa della crisi; ma anche di superficialità e giochetti. Se continua ‘mattone selvaggio’ è lecito aspettarsi un nuovo flop. L’Amministrazione cercherà di recuperare alcune proposte per il quinquennio 2017-2022”.
Francesco Marchi, assessore all’Urbanistica: “In piena crisi economica, i progetti che non sono andati avanti sono il 34%. Significa che il 66% procedono: percentuale più che accettabile”.
Inizio 2016. Parecchi progetti decadono.
Gian Arnaldo Caleffi, neo assessore all’Urbanistica: “Il P.I. non era sbagliato: è stato redatto in un’epoca storica, rispetto alla quale è cambiato tutto. Mai successo che i costruttori chiedano meno metri cubi (mc). In passato erano guerre per ottenerne di più. Studiamo una nuova Variante”.