A quando i cantieri, quelli veri?
Gennaio 2017. Le imprese realizzatrici consegnano il nuovo progetto esecutivo. Viene esaminato dai tecnici comunali e di AMT; va a Roma per un ulteriore esame. Solo allora il CIPE potrà erogare il finanziamento.
Il grande problema sono i parcheggi scambiatori: quello di Ca’ di Cozzi è di là da venire (avrebbe dovuto costruirlo l’Ati che doveva realizzare il traforo); per realizzare quello in località Genovesa va eliminata la discarica di rifiuti urbani e va finanziato il deposito mezzi; quello di San Michele dovrebbe essere pagato dalla società che dovrebbe realizzare il centro commerciale in zona La Cercola. Quando sarà pronto? “Immobiliaria srl” scalpita e contesta il mancato inserimento di esercizi pubblici (bar e punti ristoro) nel centro commerciale. La conseguenza sarebbe la non realizzazione delle opere compensative previste (a partire dal parcheggio). Il Comune supera l’ostacolo accogliendo l’osservazione. Resta però la minaccia: il centro commerciale potrebbe non costruire le opere compensative.
La maledizione
Consigliere Bertucco: “La maledizione è destinata a compiersi anche con riferimento ai lavori avviati a Borgo Roma e nella zona Stazione-Stadio.
Se mancano ancora la progettazione esecutiva dell’opera, che dovrà passare dal CIPE, e la risoluzione delle numerose criticità viabilistiche aperte, si può escludere che gli interventi possano andare oltre lo scavo delle buche destinate a ospitare i plinti di sostegno delle linee aeree. Di questo passo ci vorranno decenni per sciogliere i nodi viabilistici a Verona Sud, via Città di Nimes, via Mameli, via San Paolo e in Borgo Venezia, per non parlare dell’assenza dei parcheggi scambiatori, collegati a opere ancora in alto mare, come il traforo e il centro commerciale a San Michele”.
Nota di Tito Brunelli: quei maledetti gessetti!
Continua Bertucco: “Vale rimarcare che, se il filobus non avrà la massima priorità sul trasporto privato, l’opera sarà inutile per la città: a livello trasporti il filobus equivale a un autobus doppio, ma i costi di acquisto e di manutenzione sono dalle due alle tre volte superiori”.
I prossimi mesi (quelli dopo le elezioni comunali) ci diranno se il filobus entrerà nella storia di Verona o se siamo ancora una volta di fronte a un inganno deprimente. Annuncio su annuncio; inganno su inganno, significano lo schifo dei cittadini di fronte alla politica dei furbi.