Nessuna illusione:
– consigliere Bertucco: “Quelle di Tosi sono chiacchiere. Abbiamo solo una sua dichiarazione: l’ennesima sparata per cercare di prendere tempo e coprire il fatto che Abertis, di cui tanto si era parlato e millantato, non ne vuol sapere di questo affare e si chiama fuori (guarda un po’!) proprio adesso che il traforo sarebbe bancabile”.
– presidente del Comitato anti traforo Alberto Sperotto: “C’è un’unica certezza: nessuna impresa si è detta disponibile a costruire l’opera. Come possano delle banche, oggi, dirsi disponibili a finanziare l’opera, appare un mistero, tanto più se si pensa che, con l’eliminazione delle stazioni di servizio, verranno a mancare ricavi sempre considerati indispensabili. Il taglio di 100 milioni dimostra che o prima erano annunciati costi non necessari o adesso si tagliano aspetti di fondamentale importanza”.
Lo dimostra in modo chiaro Technital, capofila dell’Ati. Dopo tentativi infruttuosi di trovare nuovi promotori, Technital è sola, proprio mentre sta vivendo una dolorosa ristrutturazione. Se nessun concorrente si presenta alla gara, l’intero onere del project ricadrà sulle sua fragili spalle. Questo spiega la proposta di Massimo Raccosta (Technital):
“E’ auspicabile che questo progetto, oggi appetibile, sia acquistato dall’Amministrazione e venga gestito in base alla nuova normativa”.
Raccosta è disposto a cedere gratis il progetto al Comune (valore: 7,5 milioni) in cambio dell’annullamento di un procedimento che compie 10 anni: “Il nostro compito si chiuderebbe qui, in vista di una nuova gara, a cui potremmo anche partecipare se trovassimo nuovi compagni di viaggia”. Technital fa il possibile per uscire dall’impresa.
Per il sindaco Tosi la faccenda è più complessa: dovrebbe riconoscere di aver perso la più grande scommessa delle sue due Amministrazioni. Più che la realizzazione del traforo, l’obiettivo primario di Tosi e di Raccosta è trovare una via d’uscita onorevole. Difficile.
Insiste Alberto Speotto: “Quello di Technital al Comune non è un dono; ha un costo: gli 8 milioni della fideiussione, cioè di un legittimo indennizzo che va a coprire le spese che il Comune ha sostenuto. Non è poi vero che due banche sono pronte a finanziare l’opera; ci sono due advisor che avrebbero attestato che l’opera è bancabile. Se si può fare, come mai, proprio ora che tutto è pronto, Technital, che tanto ci crede, vuole ritirarsi?”.