Seconda osservazione: Difficoltà di governo.

Sono evidenti le incertezze e la difficoltà di governo a livello nazionale e soprattutto regionale.

Il Governo italiano non ha saputo governare la situazione: ha seguito l’onda. “La gente protesta contro inceneritori e termovalorizzatori? La Regione Veneto non accetta imposizioni romane? Si arrangino. Mal che vada porteranno i loro rifiuti in Lombardia!”. E’ mancato un atteggiamento di governo che significa:

– calcoliamo la quantità di rifiuti da smaltire in Italia nei prossimi 30 anni;

– verifichiamo quanti di questi rifiuti sono trattabili con le strutture attuali nelle singole regioni d’Italia e in territori più vasti;

– conseguenza: abbiamo bisogno o no di termovalorizzatori e inceneritori?

– la situazione è uguale in tutta Italia o c’è chi è messo meglio e chi peggio?

– per quanto riguarda il Veneto come stanno le cose? Quali interventi sono richiesti? – Meglio: sono a disposizione modalità meno inquinanti per eliminare i rifiuti?

Sembra un percorso logico e facile, ma non si fa.

Un dato risulta inammissibile. Il solo parlarne è segno di inaffidabilità, di incapacità, di corruzione:

– Tosi, Venturi e Cigolini sostengono che la Regione Veneto ha 175.000 tonnellate di rifiuti all’anno che, senza Ca’ del Bue, non è in grado di trattare;

– Zaia, Bottacin e Montagnoli, consigliere leghista, sostengono che, con gli attuali impianti di incenerimento, il Veneto è decisamente autosufficiente per lo smaltimento dei suoi rifiuti.

Come sono possibili due visioni così diverse? Gli esperti del settore se la sentono di sottoscrivere l’una o l’altra versione? Si parla in base a una visione ideologica preconcetta o in base a dati scientifici verificabili?

Preoccupa la sosta della Commissione parlamentare: vede come stanno le cose e fa finta di niente. Il comportamento della Regione Veneto è traumatico. Nel 2007 spinge Comune di Verona e AGSM a mettere in funzione Ca’ del Bue, con le dovute modifiche, ritenendolo indispensabile per risolvere la questione rifiuti nel nostro territorio. Per non scontentare cittadini in rivolta e amministratori locali (è lo stesso atteggiamento tenuto nei confronti di ospedali e strutture sanitarie), valuta se si può procedere senza Ca’ del Bue, confidando sulla raccolta differenziata. Però, nel 2015, il Piano regionale dei rifiuti conferma Ca’ del Bue come impianto strategico per il Veneto; smaltirà però 150.000 (non più 190.000) tonnellate di rifiuti. Sì, perciò, al termovalorizzatore. La stessa Regione è contraria all’inceneritore a pollina che doveva sorgere a Menà per produrre energia elettrica. Dice ‘sì’ e dice ‘no’ contemporaneamente. Non decide neppure quando AGSM abbandona Ca’ del Bue al suo destino. Il presidente Zaia dichiara più volte che si può fare senza Ca’ del Bue; lo dirà il Piano rifiuti in arrivo. Ancora più chiaro e deciso è l’assessore Bottacin. Però ancora oggi il Piano regionale rifiuti prevede il ruolo di Ca’ del Bue. Gli amministratori regionali non hanno il coraggio di cambiare il Piano dei rifiuti perché temono che la Corte dei Conti intervenga nei loro confronti, citandoli per danno erariale, ma soprattutto perché (mi pare) non c’è garanzia che gli inceneritori di Padova e Schio siano sufficienti per smaltire i rifiuti veneti. Se si accumuleranno tonnellate di rifiuti, cosa succederà? Cigolini è sferzante: “Come a Napoli”. La Regione sceglie di stare zitta, in un tira e molla irresponsabile. Dice ‘sì’e prepara il ‘no’. Ne vedremo di brutte.

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