Un filobus chiamato desiderio

Nel marzo 2015 una lettera del Ministero dei Trasporti chiede a AMT se il nuovo progetto possiede i requisiti per ricevere i finanziamenti statali (84 milioni) dopo l’uscita di scena della società che doveva fornire i mezzi, con fermata automatica. Verona non risponde. Cerca l’autorizzazione a far circolare mezzi da 24 metri, perché le vetture di 18 metri non garantiscono una capacità di trasporto superiore agli autobus a metano della stessa lunghezza. Finora è stato validato solo un tratto, il meno problematico, del percorso del filobus, tra Verona Sud e la stazione ferroviaria. I progettisti valutano gli interventi possibili nei punti critici: via San Paolo, via Mameli, … Scelte in salita.

Stefano Zaninelli: “Con mezzi di 24 metri avremo il 30% di capacità in più rispetto agli attuali; rafforzeremo le linee e i chilometri di percorrenza e toglieremo i mezzi più vecchi”.

Da tempo si parla di un’unica sede, alla Genovesa, per parcheggi, uffici e officina per i nuovi e gli attuali mezzi. Zaninelli: “Mantenere il deposito dei mezzi pubblici in città, a ridosso del centro, non ha senso dal punto di vista logistico e ambientale”. Il Comune preme per il trasloco.

La difficoltà è che l’attuale area di proprietà della Provincia non è stata valorizzata dal punto di vista urbanistico, per cui la Provincia, che deve contribuire al filobus con 20 milioni, è senza risorse.

Stefano Ederle, presidente AMT: “Rassicuro i Veronesi: a seguito di specifica richiesta, il Ministero dei Trasporti conferma la copertura finanziaria per il filobus”. La commissione tecnica consegna la relazione sulla scelta del mezzo. “Siamo fiduciosi di arrivare all’approvazione”.

Il Sindaco parla di cantieri per il filobus aperti a marzo: “Da contatti informali con le imprese realizzatrici, ho appreso che, entro marzo, partiranno i cantieri veri e propri per i lavori del filobus”. Beato lui che pare crederci. Vincere la sfida non sarà facile. Riusciranno i nostri eroi a rispettare la data annunciata per l’avvio dei cantieri? Pensiamo di no.

Scettici sono anche Bertucco e Bortolotti (PD): “Amministrazione pressappochista. Da 10 giorni chiediamo la documentazione sul primo stralcio per capire cosa verrà fatto; ci è negata perfino la consultazione. L’Amministrazione non vuole e non è capace di affrontare i problemi. Il Comune ha affidato i lavori senza un accordo col Ministero sul mezzo da utilizzare. Da tale accordo dipende il finanziamento statale. Si aggiungono le riserve delle aziende incaricate di costruire l’infrastruttura: Comune e AMT hanno cambiato le carte in tavola con la decisione di procedere per stralci. Restano da sanare le prescrizioni poste dai dirigenti comunali sull’effettiva funzionalità del mezzo e quelle della Conferenza dei servizi che esonerò il filobus dalla valutazione di impatto ambientale a patto che venissero individuate soluzioni per i parcheggi scambiatori a San Michele e a Ca’ di Cozzi. Il deposito dei mezzi pubblici alla Genovesa è bloccano dalla non vendita del vecchio deposito a Porta Vescovo. E’ sufficiente Renzi per metterci al riparo da possibili ricorsi sulla mancata aderenza dell’opera ai requisiti di legge?”

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