Intervento pubblicato su “Il Corriere di Verona”
“Fondazione Cariverona con il suo 3,46% di Unicredit potrebbe realizzare oltre un miliardo di euro, stando all’attuale capitalizzazione di Borsa. Anche mantenendo una quota nella banca di provenienza, i risultati attesi sono finanziariamente molto rilevanti; tanto da consentire di pensare a un ruolo da protagonista nella ristrutturazione del sistema bancario veneto. In questo territorio, toccato dalla crisi e piegato dalle vicende delle banche locali non quotate, Banca Popolare di Vicenza ha lanciato un aumento di capitale di almeno un miliardo e settecentocinquanta milioni. Veneto Banca ha necessità di interventi sul capitale per 800 milioni al mese.
Nel Veneto solo Cariverona può muovere i capitali necessari per acquisire partecipazioni di rilievo. Il pericolo è che si ripetano gli errori del passato. Un investimento nel sistema bancario deve garantire parametri adeguati di redditività,
limitando il rischio al minimo e generando utilità da destinare alla primaria funzione di una Fondazione: l’utilità sociale. Scopo tanto più importante oggi, quando gli effetti lunghi della crisi, l’emigrazione di interi popoli e la diminuzione di investimenti in cultura rendono preziosi gli interventi filantropici di questi enti. Ovviamente le notizie che interessano e che si pubblicano hanno al centro il ruolo che una Fondazione può giocare negli assetti bancari futuri. Sarebbe però più interessante verificare se un intervento di Cariverona avrà l’effetto di garantire quello che è stato, al di là delle storture, il principale merito di BpVi e di Veneto Banca: un finanziamento delle famiglie e dell’imprenditoria locale. La domanda da porsi è la seguente: un forte sostegno al risanamento della realtà bancaria veneta garantisce il credito al piccolo e medio imprenditore e alla sua famiglia? E’ questo lo scopo dell’intervento sul capitale delle banche locali da parte di Cariverona? Se la risposta è positiva, si può ritenere che lo scopo sociale della Fondazione si realizzi, anche se indirettamente, garantendo il credito al territorio. Se invece lo scopo dovesse essere quello di esercitare la propria forza finanziaria per vanità di controllo o per spirito di potenza, saremmo di nuovo alla rincorsa di anni passati”.