Voci dal e sul Veneto. Bella gente che vuole avere, non essere.
– Franco Zanardi – Confindustria: “Le critiche rivolte anche a Confindustria sono giuste. Gli imprenditori non vogliono sentir parlare di infiltrazioni mafiose, altrimenti si devono affrontare”.
– Safiotti, imprenditore calabrese: “Il Nord Est fa affari; non guarda la provenienza dei denari. Dalla criminalità organizzata è agognato come terreno di investimenti e di residenze, fertile per la finanza criminale. Le imprese del Nord vogliono questi legami. Non crediate di essere esenti dalla malavita organizzata e mimetizzata. E’ quando c’è il silenzio che vi dovete preoccupare: vuol dire che i loro affari vanno bene”.
– Musella di “Riferimenti”: “Se la mafia è qui è perché qualcuno si presta a farci affari”.
– Maino Marchi (P.D.): “La mafia si muove con investimenti economici: asfissia le piccole aziende e le incorpora nel riciclaggio. Butta fuori dal mercato chi lavora onestamente. Parte dell’economia locale è connivente”.
– Pietro Grasso, procuratore nazionale anti mafia: “La mafia allunga i suoi tentacoli in Veneto: investe profitti illeciti; si inserisce nell’imprenditoria sana con capitali che, nella crisi di liquidità, hanno un potere maggiore; finanzia aziende in difficoltà. La crisi aiuta la mafia. Il Veneto è anche regione di transito di traffici illeciti verso l’Europa del Nord e dell’Est. I mafiosi girano il Paese cercando consensi e riciclando denaro sporco.
La visione di un’Italia libera per due terzi da padrini e picciotti non esiste. Gli affari sono affari da Cuneo a Messina. Il denaro non ha colore né odore. Su questi principi il Nord ha aperto l’economia sana ai mafiosi. Siamo costretti ad ammettere la verità; non potevamo più reggere la finzione delle due Italie”.
– Edgar Serrano (Università di Padova): “Il Veneto è una lavatrice di denaro sporco: i fenomeni di riciclaggio sono sestuplicati. L’usura aumenta, favorita dal silenzio e dalla falsa credenza che qui la mafia non c’è”.
– Don Luigi Tellatin di “Libera”: “In Veneto non c’è un controllo territoriale mafioso come in Lombardia e nelle periferie delle grandi città; ci sono però i soldi, dopo i quali arriva la mafia. Oggi preoccupano l’usura e il riciclaggio, praticati da famiglie ‘ndranghetiste e dalla Camorra: sono attività di transito verso altri paesi. Il sistema mafioso si diffonde tramite la cultura del denaro facile. Nella crisi le banche sono sostituite dalle mafie e dall’usura. L’edilizia è area a rischio: le imprese locali falliscono e prosperano quelle gestite da meridionali. In Italia la crescita demografica è dello 0,4%; la crescita delle costruzioni è invece del 15%: eloquente. I ribassi spesso nascondono connivenze, riciclaggio, mancate denunce di professionisti (notai, commercialisti)”.
– Pavone, sostituto procuratore a Venezia: “ Non si vuol diffondere la consapevolezza che nel Veneto c’è la mafia. Manca la volontà politica di combatterla”.
– Procuratore Mario Giulio Schinaia: “Che la mafia ha denaro illecito e lo investe in una realtà ricca e florida come il Veneto è come scoprire l’acqua calda: per infiltrarsi qui investe le migliori energie, anche umane. E noi cosa investiamo? Abbiamo intenzione di contrastare questa infiltrazione? Si continua a credere che i reati di mafia siano problema del Sud; che qui noi stiamo bene”.
– Pierpaolo Romani: “In Veneto, appetibile per investimenti, i mafiosi svolgono due fondamentali attività: investono nel sistema economico e trafficano droga. Il denaro è cemento delle relazioni tra mondo criminale e borghesia mafiosa. I clan hanno portato quintalate di droga e bigliettoni di euro. I soldi dei mafiosi o sono richiesti o giungono perché sanno di intercettare opportunità, lecite o no, di investimento. Crisi economica e imprenditori senza liquidità sono occasioni imperdibile per le ricche mafie, che comprano pezzi dell’economia veneta e offrono servizi. L’imprenditore con interessi nel calcio è una delle nuove frontiere della criminalità organizzata: grazie alla palla rotonda si ricicla denaro sporco e si accendono relazioni, senza creare allarme, con politici, imprenditori e professionisti che contano”.