Febbraio 2015. Ecco la decisione: l’Amministrazione comunale abbandona le altre ipotesi per restaurare e riconvertire l’Arsenale: sceglie il project financing.
Sindaco Tosi: “Ristrutturiamo l’intero Arsenale. Una parte minima viene data in concessione ai privati che compiono l’intervento”. Il Sindaco li incontra.
** In seguito a forte pressione popolare, il Sindaco spiega alla Rizzani che il project financing per il nuovo Arsenale va bene, ma i 99 anni di affidamento sono troppi. Si può puntare a 80 per il 30% dell’area a uso privato. La modifica è sostanziale. Occorre far quadrare i conti. Rizzani si riserva la risposta. Da allora: silenzio.
Si vocifera che, in gara, la concessione dell’area che gestiranno i privati passi dai 99 anni iniziali ai 70-80-90.
Si discute del 30% di Arsenale per cui è prevista la gestione privata: la corte centrale.
Rizzani chiede qualche settimana, massimo un mese, per la risposta.
Se i tempi si allungano possono farsi avanti altre grandi società e studi di progettazione, in grado di fare seria concorrenza al progetto iniziale.
Sembra tutto fatto, tutto concluso, tutto in partenza: bando e lavoro.
Invece sulla ristrutturazione dell’Arsenale cala il silenzio fino alla fine dell’estate 2015.
Come si giustifica? Ognuno tira l’acqua al suo mulino.
Sopraluogo all’Arsenale (luglio 2015). Dovrebbe essere un giardino ambito e sognato da bambini, vecchi, famiglie e comitive; invece è uno spazio secco, sporco e abbandonato. Il fondo della grande vasca, con acqua bassa, è imbrattato. La fontanella è lurida, coperta da melma verdastra. Lascia un senso di trasandatezza, incuria, di degrado, di non cura del verde. Le foglie non rimosse sporcano i camminamenti in marmo. Abbondano scritte e disegni fuori luogo.
Nel frattempo entra nel dibattito (non ne era mai uscito) un tema importante: dove collocare il Museo di Storia Naturale. C’è chi dice: “All’Arsenale”.