Una domanda viene spontanea: nei prossimi mesi di Amministrazione, tra difficoltà crescenti, come farà il sindaco Tosi a chiudere in pareggio i bilanci?
Negli scorsi anni l’Amministrazione ha venduto immobili preziosi:
Palazzo Forti: 33 milioni da Cariverona,
Palazzo del Capitanio: 18 milioni da Cariverona,
Palazzo Gobetti: 6,4 milioni,
Ex bar Borsa di corso Porta Nuova: 3,9 milioni,
Ex caserma Principe Eugenio: 5,4 milioni,
Ex Magazzini Generali: 30 milioni da Cariverona,
Castel San Pietro: 11 milioni da Cariverona,
Lotto di San Martino Buon Albergo: 5 milioni da AGEC,
Lotto a Verona Sud: 7 milioni,
Bon Brenzoni: 5 milioni da Cassa Depositi e Prestiti (dicembre 2013),
Cariverona: anticipo di 5 milioni per l’operazione immobiliare agli ex Magazzini Generali,
Entrate dal Piano degli Interventi: 4.659.000 euro. Preventivati: 120 milioni,
Totale delle entrate da vendite nell’era Tosi:
– anni 2008- 2011: oltre 196 milioni;
– anni 2012-2014: circa 50 milioni.
Vanno aggiunte:
– la vendita delle quote di partecipazione nella Fiera di Verona: 30 milioni;
– la vendita di AMIA a AGSM, in cambio di 37 milioni;
– la vendita delle farmacie comunali a AGEC, che resta nei guai per decenni, per 40 milioni;
– la vendita dell’impianto di illuminazione pubblica ad AGEC per 3,8 milioni.
Una montagna di soldi. Ma il Comune ha sempre le casse vuote.
Qualcuno ci spiega nei dettagli dove sono finiti questi milioni?
Affari o svendite?
Stefano Casali, vicesindaco: “Se ci sono immobili che non hanno più ragion d’essere e sono solo un costo, è giusto cederli per pareggiare il bilancio e per risparmiare spese. Zanotto ha fatto lo stesso: ha venduto Castel San Pietro e l’ex Mercato Ortofrutticolo in cambio della caserma Passalacqua”.
Paolo Zanotto: “E’ folle vendere il patrimonio per coprire le spese. Non è ammissibile cambiare continuamente idea sulla destinazione. E’ meglio vendere le aziende improduttive, come Verona Mercato, che può essere ceduta agli operatori dell’agricoltura. Si possono vendere le quote in A4. Ma vendere i palazzi è dannoso”.
Sergio Noto: “Se si raggiunge il pareggio di bilancio cedendo i gioielli di famiglia, la gestione non è sana. Le vendite sono diventate svendite: una perdita secca. Le Bon Brenzoni: valore 14 milioni; ricavo 5. Domanda: “Quale sarà la destinazione di questi immobili di alto valore artistico e culturale?”. Altra domanda: “La cittadinanza tace: è sorda e muta?”. Il problema è politico: forse ha perso la speranza di poter incidere sulle sorti della città, tanto che ciò che vi accade non suscita l’interesse della popolazione, nemmeno dell’opposizione. Quale futuro per Verona?”.
L’Amministrazione tenta altre vendite. La Cassa Depositi e Prestiti offre 6,2 milioni per Palazzo Pompei e 4,5 per l’ex convento di san Domenico. Il Comune ne chiede 30. Vendite ancora aperte: area Esselunga (di fronte alla Fiera), area di Fondo Frugose (per Cielo Infinito: il cimitero verticale), l’ex istituto Nani, Villa Are sulle Torricelle.