Dicembre. Piangiamo o ridiamo?

“L’Arena” del 7 dicembre. Pietro Martinelli scrive al Direttore: “Titolo de L’Arena di martedì scorso: “Il filobus accelera”. Il giorno dopo: “Filobus. Fallisce ditta straniera”. Non è la prima volta che una ditta coinvolta nel filobus veronese si trova in difficoltà”.
Sembra una maledizione. Arriva in Comune la notizia, impensabile, del fallimento dell’azienda olandese Apts, collegata alla Vdl. Doveva fornire il sistema di accostamento automatico alle fermate e curare il filobus di Verona, modello Citea.
I tecnici di AMT: “Conseguenze minime per la tempistica del piano”. Sindaco Tosi: “In gennaio partiranno i cantieri alla Genovesa. Quanto accaduto non inciderà sul prosieguo del cantiere”. Corsi: “La cosa non ci preoccupa: secondo la legge, se una ditta fallisce, si può sostituirla. Nessun ritardo, in quanto il filobus è prodotto da Vdl. Spetta al Consorzio cooperative costruzioni di Bologna, capofila di Ati, proporre un fornitore dei veicoli alternativo a Apts. Se la scelta cadesse sulla stessa Vdl, società che ha acquistato da Apts il brevetto del sistema di fermata automatica, non ci sarebbero problemi. Se si sceglie la belga Van Hool, che produce il filobus di Parma, per noi potrebbe essere un vantaggio: quel modello è pronto, mentre quello ideato per Verona è in progettazione. Non sono preoccupato”.
Bertucco: “Se una società fallisce significa che i problemi sono seri. L’iter può rallentare: ennesima dimostrazione di quanto sia problematico il sistema scelto da Verona solo per non fare la tramvia e accaparrarsi il finanziamento pubblico. Si potevano valutare modalità meno rischiose”.
La recente tecnologia mette a disposizione un filobus capace di viaggiare grazie a fili elettrici in periferia e grazie a batterie elettriche nel centro storico, senza bisogno di generatori diesel.
Corsi: “Le novità tecnologiche sono sorprendenti, anche nel sistema di alimentazione dei mezzi”, che può essere a batterie anche dentro le mura. I modelli sono la Van Hool, con apparecchiature elettriche di Vossloh Kiepe e uno più recente, testato a Solingen. La capacità delle batterie permette il funzionamento del filobus fino a 7 Km senza ricarica. E, guarda caso, 7 Km è la lunghezza del percorso del filobus di Verona entro le mura magistrali.

Fine anno. “El canton del Bepi”.

La nuova filovia non sarà mossa, nel suo tratto in centro storico, da motori diesel alimentati a petrolio, ma da motori elettrici per tutto il percorso, con grande vantaggio per la salute dei cittadini. Magnifica realizzazione, all’altezza dei tempi. Un libro di Danilo Castellarin ricorda a tutti, anche agli scopritori delle mirabolanti novità annunciate allo scadere del 2014, che il tram elettrico è stato inaugurato nella nostra città nell’anno 1908. Forse riusciremo ad averne un altro nel 2018, nel cento decimo compleanno della sua comparsa a Verona.

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