Anno 2013
Ottobre. Dall’estate 2012 il cantiere del Lux è bloccato. Scusa che non regge: “Per ferie e ritardi nella consegna del materiale”. Luciano Lonardi, proprietario: “Il 2013 è anno particolare. I permessi sono a posto. I sottoservizi sono terminati. Mancano tappezzerie e rifiniture interne. I tempi per pratiche, rimborsi, finanziamenti e lungaggini burocratiche non sono prevedibili; è impossibile indicare una data certa per la fine dei lavori. Se la situazione si sblocca, li terminiamo in un mese e mezzo: entro il 30 novembre”.
Giacino, vicesindaco con delega all’Urbanistica: “Si può prorogare la concessione di due anni”, comprese le opere di compensazione pattuite col Comune: sistemazione della piazza, del verde e del parcheggio, limitrofi all’albergo. Per la concessione a costruire Lonardi ha versato 380.000 euro al Comune e 284.000 per la sistemazione dell’area intorno all’albergo.
Anno 2014
Aprile. La struttura del Lux è quasi ultimata. Non c’è stata però l’inaugurazione annunciata; anzi il cantiere è fermo da mesi. E’ sparito il cartello con le notizie su progetto, impresa costruttrice, tempi di completamento e proprietà. Il PD chiede spiegazioni sullo stato dei lavori e segnala lamentele di residenti. Dal Comune trapela che il blocco dei lavori non dipende da intoppi burocratici, ma da difficoltà economiche. Tutto resta vuoto a tempo indeterminato.
Maggio. La vicenda Lux si complica. Il Comune avvia il procedimento per correggere d’ufficio irregolarità edilizie rilevate. I lavori sono fermi. Per i tecnici del Controllo edilizio, lo spessore del rivestimento del palazzo, coperto da bianca pietra di Prun, risulta “in eccedenza di circa 10-12 cm rispetto al consentito”. Lo sforamento infrangerebbe la distanza da rispettare nei confronti della proprietà confinante: la ditta Lazzarini. “E’ in atto un procedimento sanzionatorio nei confronti della proprietà e del direttore dei lavori. In gennaio il Comune ha ordinato la demolizione/rimozione del rivestimento abusivo, la ripulitura dell’area di cantiere da materiali di risulta e da vegetazione spontanea e la riposizione corretta della recinzione, per consentire la fruizione degli spazi pubblici”. Nei 90 giorni concessi, solo le erbacce sono sparite. Rifiuti, recinzione e rivestimento sono rimasti al loro posto: “Non si è ottemperato all’ordinanza”. Parte perciò “il procedimento per l’esecuzione dell’ordinanza, a cura del Comune e a spese degli inadempienti”.