Comitato anti TAV, Alberto Sperotto e Luciano Butti (avvocato) presentano un nuovo ricorso al TAR contro il traforo. Contestano:
– la devastazione del territorio;
– l’aumento dei costi: lo studio di fattibilità del 2007 indicava la spesa in 290 milioni; attualmente si parla di 436 milioni;
– i rischi finanziari a carico del bilancio comunale nei prossimi 50 anni;
– le opere di compensazione previste (foresteria, albergo, auditorium, ristoranti, fast food, officine, gommista, autolavaggio): sono funzionali al Passante?;
– l’assenza della Valutazione di impatto ambientale (VIA) e la mancata attenzione all’interesse archeologico della zona: “La Sovrintendenza segnala un alto rischio di ritrovamenti archeologici e chiede sondaggi esplorativi”. Il Comune ha risposto che li farà in seguito. La Sovrintendenza però, per legge, esprime il parere archeologico prima della progettazione preliminare. Se emergeranno reperti e i lavori saranno fermati, chi pagherà le spese?
– la mancanza del parere antisismico;
– la mancata verifica del rispetto del limite massimo di trasformabilità delle aree agricole in aree a diversa destinazione.
– A chi chiede di salvare i prodotti agricoli e se si avvantaggeranno solo i privati per i 5 milioni di mc di ghiaia che si ricaveranno lungo gli 8 chilometri del tracciato, Corsi risponde: “Il tracciato sarà in gran parte interrato per tutelare l’ambiente. A chi teme per le proprie ciliegie faccio presente che chi vive a Veronetta e in via Mameli respira smog tutti i giorni. Guardiamo al bene comune”.