Verso il Polo del Nord Est

Maggio 2014. L’apertura verso Save trova ostacoli. Il Centro Destra non garantisce il numero legale in Consiglio Provinciale. Per approvare Aerogest, la società che mette insieme tutti i soci pubblici della “Catullo spa”, occorrono i voti dell’opposizione sulla delibera (non per l’immediata eseguibilità). Capogruppo PD Dalai: “Ennesima dimostrazione di sfaldamento della maggioranza. Siamo contrari all’operazione: abbiamo chiesto la gara pubblica. La maggioranza poi ha gestito la questione in proprio, senza mai coinvolgerci”. Il Consiglio vota.

– Il Consiglio comunale di Villafranca, unanime, cede a Save quasi tutte le sue azioni (il 2,6%), per 1.300.000 euro. Sindaco Faccioli: “Le 889 azioni che conserviamo ci consentono di partecipare alle assemblee e di dire la nostra. Abbiamo sottoscritto un patto di consultazione con Save: ci interpellerà tutte le volte che le scelte per il futuro del Catullo toccheranno gli interessi del nostro territorio, in particolare quelli relativi all’ambiente e all’occupazione”.

Giugno. Il Consiglio comunale di Verona approva Aerogest e dà il via libera definitivo all’accordo Save-Catullo, che diventano un unico polo. Save si impegna a investire subito sui 34,2 milioni e, in tre anni, 45 a favore di Verona e Brescia, con l’obiettivo di aumentare i passeggeri della “Catullo spa” a 5 milioni e, in sei anni, a 20. (Vedremo che le cose non andranno proprio così).

Toffali: “Save arriverà a una partecipazione tra il 35 e il 45%. Ogni scalo avrà la sua specificità all’interno di un progetto che salvi il Catullo e il suo territorio e consenta prospettive di sviluppo”.

Luglio 2014. Due assemblee dei soci della “Catullo spa” approvano:

– il Polo aeroportuale del Nord Est. Save, Catullo e soci creano un unico sistema aeroportuale competitivo, in grado di dare risposte a un territorio industrializzato e di grande richiamo turistico: “Abbiamo una progettualità e una visione”.

– l’ingresso di Save nella “Catullo spa”.

– la costituzione della newco Aerogest, presieduta da Giuseppe Riello, presidente di Camera di Commercio di Verona. Aerogest avrà una quota superiore di almeno il 4% rispetto a Save.

– un aumento di capitale di 47.000.000 entro il 30 ottobre, funzionale al matrimonio con Save, che acquisterà quote pari al 35% del pacchetto azionario. Ci saranno investimenti per 110 milioni.

Quella di Save sarà una partecipazione consistente, ma di minoranza. Secondo gli accordi il controllo della “Catullo spa” resterà agli enti pubblici. Le quote di Aerogest andranno sotto il 50%, mentre Save salirà fino al 35%, acquistando azioni non comprate dagli altri soci. I rapporti di forza dipenderanno anche dai soci minori della “Catullo spa”. Si attende un investimento importante (nell’ordine dei tre milioni) da Fondazione Cariverona che oggi ha il 4,21% e forse aumenterà il suo peso, consentendo al sistema Verona (Aerogest e Cariverona) di conservare la maggioranza assoluta, mantenendo il timone (Vedremo che non succederà). L’alleanza con Save porta capitali freschi, nuove strategie, nuovi mercati, sviluppo e crescita, dopo anni di sofferenze finanziarie, gestionali e di mercato.

Questa maggioranza pubblica in “Catullo spa” sarà blindata per 5 anni. Poi i soci pubblici di Aerogest potranno vendere le loro quote (clausola voluta da Save). Se nel 2019 uno dei soci pubblici della newco venderà le sue quote, gli altri soci pubblici avrebbero il diritto di acquistarle. In assenza della loro disponibilità (sta qui la novità) il diritto di acquisto andrebbe ai soci privati. L’intento è favorire la componente privata, in base al “Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale”, redatto dal Ministero delle Infrastrutture. Save, socio forte della “Catullo spa” con una quota del 35%, è il naturale candidato a rilevare eventuali quote disponibili. E Marchi non fa mistero di puntare al controllo dell’intera “Catullo spa”.

Una volta completato l’aumento di capitale (47 milioni), gli azionisti pubblici della “Catullo spa” dovrebbero avere una quota compresa tra il 40 e il 49%, mentre Save avrebbe una partecipazione compresa tra il 30 e il 35%, “in ogni caso inferiore di 4 punti percentuali a quello di Aerogest rsl”. La maggioranza in mano pubblica è il motivo della costituzione di Aerogest, per evitare che, un po’ alla volta, Save compri le quote degli enti pubblici, deboli se “in ordine sparso”, soprattutto per le ristrettezze economiche.

“Catullo spa” fa presente l’altro lato della medaglia: almeno per 5 anni la maggioranza pubblica dell’aeroporto è garantita e blindata dall’impegno formale dei soci pubblici confluiti in Aerogest. Presto l’aeroporto ritroverà il suo equilibrio finanziario, senza bisogno di esborsi dai soci. Tra 5 anni lo scenario più probabile, si dice al Catullo, non è la scalata di Save alla società veronese, ma che la “Catullo spa” entri a far parte della holding veneziana.

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