Un gambero grande così … Ca’ del Bue

La gestione dell’inceneritore di Ca’ del Bue fa emergere il peggio dell’amministrare i beni di tutti. Gli enti preposti (Comune di Verona, AGSM e Regione Veneto) si sono barcamenati: per 28 anni la loro è una fuga dalle scelte, cioè dalla politica. La causa è la posizione divergente tra amministratori e dirigenti, spesso dello stesso partito. Per non rompere i rapporti tra loro e con il ‘capo’, scaricano l’uno sull’altro l’incapacità di amministrare. Si va avanti così: dicendo quello che non si pensa e rinviando al tempo che verrà.   Per Ca’ del Bue si sono già spesi almeno 125 milioni di euro. Si prospetta una ulteriore spesa di circa 150 milioni. Chi paga? Con quali garanzie che l’opera vada a buon fine?

La storia

L’idea risale al 1986: realizzare un termovalorizzatore a Ca’ del Bue per bruciare rifiuti e ricavarne calore ed energia: il sindaco Gabriele Sboarina incaricava AGSM di fare l’impianto. Nel 1989 la Giunta regionale dà l’approvazione tecnico-economica. AGSM indice la gara d’appalto, vinta dal raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Ansaldo. I lavori sono partiti nel 1991 e, con varie pause, sono terminati nel 2003. In quel periodo vi furono intoppi tecnici e, più gravi, politici e amministrativi. Il termovalorizzatore fu al centro della più clamorosa inchiesta della tangentopoli veronese. Dal 2000 al 2003 Ansaldo superò i problemi emersi e smaltì da 200 a 500 tonnellate di rifiuti al giorno. Ma la tecnologia con cui era stato costruito era superata e la resa scadente: si lavorava in perdita. Dal 2003 Ca’ del Bue viene gestito direttamente da AGSM, con la presidenza di Nicolò. Continuano i problemi ai forni e la resa resta scadente. L’impianto non funzionò mai compiutamente.

Anno 2003. La giunta Zanotto e il neo presidente AGSM Gian Piero Leoni spensero i forni, ritenuti non idonei. Ca’ del Bue ha bruciato più soldi che rifiuti, con una perdita di 10-12 milioni all’anno. Fu chiaro che ‘quei’ forni andavano sostituiti con altri, idonei per i ‘nuovi’ rifiuti.

Anno 2004: il collaudo conferma i problemi.

Anno 2005. AGSM incassa da Ansaldo quasi 23 milioni per chiudere il rapporto e il contenzioso.

Anno 2006. Leoni rileva che “l’avanzare della raccolta differenziata muta il tipo di rifiuto: Ca’ del Bue è nato come inceneritore per tutti i rifiuti. Oggi invece, tolti carta, cartoni, plastica e altro, il combustibile prodotto è povero e di scarso rendimento calorico”. Dal 2006, la raccolta differenziata riguarda circa il 50% del totale dei rifiuti: è colpo mortale per quel tipo di impianto. Il progetto si arena. Diventa necessario cambiare l’obiettivo e il gestore.

E’ da tener presente che l’impianto di Ca’ del Bue conta quattro sezioni. Tre funzionano e non sono toccate da polemiche: la selezione dei rifiuti va avanti dal 2007 e gestisce gran parte dei rifiuti della provincia.

Anno 2010. Il gruppo spagnolo Urbaser vince la gara per la riprogettazione e la ripartenza.

Sfida rovente: in 28 anni, con 10 Amministrazioni e 6 sindaci, sono stati spesi 250 miliardi delle vecchie lire.

 

 

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