ATV, AMIA, AGEC, AMT, AGSM, Serit, Transeco, Acque Veronesi, aeroporto Catullo, Fiera, Sitram, Fondazione Arena, “biciclette a noleggio”: sono aziende pubbliche o a partecipazione pubblica, tutte sotto indagine della magistratura scaligera.
“Non può essere vero!”, vien da dire: “E’ troppo grossa!”. Invece è così: quasi tutte le aziende partecipate del Comune di Verona sono al centro di indagini giudiziarie. E’ il fallimento di una classe dirigente. Cosa può esserci di più grave? Risultasse motivato uno solo su dieci degli elementi di indagine, ci troveremmo davanti a dati di gravità unica.
Di fronte a questa situazione come si pone la popolazione veronese? A uno sguardo superficiale sembra non farci caso. Il sindaco Tosi (non l’Amministrazione) resta un riferimento importante per molti veronesi. C’è qualche segno di ripensamento; piccolo però. Eppure il fallimento è pesante e danneggia la nostra città.
Probabilmente diamo per scontato che la politica è così: una guerra di interessi. E’ uno dei principali motivi della nostra crisi generale. Molti dicono: “La politica va avanti così. Cosa ci possiamo fare?”. Facciamo finta che non ci interessi, ma non è vero. E’ che non vediamo dove e come impegnarci e spendere le nostre energie. E abbiamo paura, perché sappiamo che il potere è potente: temiamo che possa toglierci qualcosa. Ed ecco i corvi, le lettere anonime, il dire e non dire.
In questa situazione che fa il Sindaco? Vorremmo che ci spiegasse le motivazioni delle sue scelte; che ci dicesse, in modo convincente, che del malaffare che emerge non sapeva nulla; che ci spiegasse del peso sempre più forte dei privati nella gestione della nostra città: non ce l’abbiamo con loro e riconosciamo il loro diritto di lavorare, di creare lavoro e di produrre. Ma vorremmo che a decidere il futuro di tutti noi fosse l’Amministrazione eletta e incaricata di fare il bene di tutti. Vorremmo perciò capire di più sui project financing e sui grandi progetti della città, quasi tutti fermi. Vorremmo capire cosa avviene a Ca’ del Bue, alla Passalacqua, all’ex Gasometro, al Passante Nord con traforo delle Torricelle, al filobus, alle ex Cartiere, nelle assunzioni e nell’accesso ai beni pubblici, a partire dagli alloggi AGEC. Tanto per fare alcuni esempi.
Se non lo fa come possiamo recuperare fiducia?
E non si ripeta che le opere non si fanno per colpa della magistratura. O l’Amministrazione è chiara nelle scelte oppure i sospetti aumentano.
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“Non può essere vero!”, vien da dire: “E’ troppo grossa!”. Invece è così: quasi tutte le aziende partecipate del Comune di Verona sono al centro di indagini giudiziarie. E’ il fallimento di una classe dirigente. Cosa può esserci di più grave? Risultasse motivato uno solo su dieci degli elementi di indagine, ci troveremmo davanti a dati di gravità unica.
Di fronte a questa situazione come si pone la popolazione veronese? A uno sguardo superficiale sembra non farci caso. Il sindaco Tosi (non l’Amministrazione) resta un riferimento importante per molti veronesi. C’è qualche segno di ripensamento; piccolo però. Eppure il fallimento è pesante e danneggia la nostra città.
Probabilmente diamo per scontato che la politica è così: una guerra di interessi. E’ uno dei principali motivi della nostra crisi generale. Molti dicono: “La politica va avanti così. Cosa ci possiamo fare?”. Facciamo finta che non ci interessi, ma non è vero. E’ che non vediamo dove e come impegnarci e spendere le nostre energie. E abbiamo paura, perché sappiamo che il potere è potente: temiamo che possa toglierci qualcosa. Ed ecco i corvi, le lettere anonime, il dire e non dire.
In questa situazione che fa il Sindaco? Vorremmo che ci spiegasse le motivazioni delle sue scelte; che ci dicesse, in modo convincente, che del malaffare che emerge non sapeva nulla; che ci spiegasse del peso sempre più forte dei privati nella gestione della nostra città: non ce l’abbiamo con loro e riconosciamo il loro diritto di lavorare, di creare lavoro e di produrre. Ma vorremmo che a decidere il futuro di tutti noi fosse l’Amministrazione eletta e incaricata di fare il bene di tutti. Vorremmo perciò capire di più sui project financing e sui grandi progetti della città, quasi tutti fermi. Vorremmo capire cosa avviene a Ca’ del Bue, alla Passalacqua, all’ex Gasometro, al Passante Nord con traforo delle Torricelle, al filobus, alle ex Cartiere, nelle assunzioni e nell’accesso ai beni pubblici, a partire dagli alloggi AGEC. Tanto per fare alcuni esempi.
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E non si ripeta che le opere non si fanno per colpa della magistratura. O l’Amministrazione è chiara nelle scelte oppure i sospetti aumentano.
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